Una decisione che danneggia i cittadini

Sciopero benzinai, l’appello di Urso: “C’è un tavolo. revocatelo”

Il ministro del made in Italy e delle Imprese chiede di bloccare la chiusura di due giorni delle pompe di benzina indetta per i giorni 25 e 26 gennaio

Sciopero benzinai, l’appello di Urso: “C’è un tavolo. revocatelo”

Dopo diversi tavoli di confronto tra il governo e i sindacati e i rappresentanti delle pompe di benzina, lo sciopero di 48 ore indetto per il 25 e 26 gennaio (anche per la modalità self service) contro "l'ondata di fango" che avrebbe investito la categoria accusata di speculare sul prezzo dei carburanti, che dapprima era stato congelato, in attesa di vedere le modifiche richieste nel testo del decreto Trasparenza pubblicato in Gazzetta Ufficiale, è stato poi convintamente confermato.

Oggi dai microfoni di Radio 24, il ministro Urso intervistato da Maria Latella a Il caffé della domenica, ha voluto lanciare un ultimo appello a bloccare la protesta sopratutto perché "è una decisione che danneggia i cittadini". "C'è un tavolo di confronto che terremo aperto in maniera continuativa finché non ci sarà un riordino del settore", ha assicurato il ministro del made in Italy e delle Imprese, parlando di “zone d'ombra che danneggiano coloro che lavorano in piena onestà”.

 

I cartelli con i prezzi

In merito alla controversa misura di obbligare i distributori ad esporre un cartello con i prezzi medi del carburante, il ministro ha ribadito come "l'esposizione del cartellone aiuterà i consumatori a scegliere", così come l'App gratuita che verrà creata per consentire ai cittadini di individuare nella loro area la pompa di benzina più conveniente.

 

Lo sconto sulle accise

Per quanto riguarda invece il mancato rinnovo dello sconto sulle accise, Urso conferma la linea Meloni, sostenendo che è stata "una scelta ben precisa del governo". "La riduzione delle accise è stata fatta in un momento straordinario e a tempo, ma ha portato beneficio soprattutto ai più abbienti. Noi abbiamo invece deciso di destinare le risorse a disposizione per i meno abbienti, alle imprese e alle famiglie, soprattutto quelle più numerose. Nei momenti di crisi si aiutano i più deboli".

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