Sembrava una dolce e assopita domenica di febbraio. Il pranzo in famiglia, ancora le note delle canzoni di Sanremo di sottofondo, le non file davanti alle urne in Lombardia e nel Lazio… Tutto procedeva fino a quando in serata, su tutte le agenzie di stampa italiane e quelle estere, sono comparse le parole di Silvio Berlusconi contro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. E in pochi minuti tutto è diventato frenetico e sfocato. Gelo, paura e apprensione sono piombati come macigni su Palazzo Chigi e Giorgia Meloni.
Berlusconi, intercettato dai giornalisti fuori dal seggio a Milano sottobraccio della sua Marta Fascina, si è lasciato ad andare a dell’esternazioni a dir poco incredibili sul presidente ucraino e le regioni del Donbass e la guerra di Putin. Giorgia Meloni, che si dirà più tardi a “disagio e dispiaciuta per le parole di Berlusconi", va su tutte le furie. E' preoccupata dei possibili contraccolpi che le parole dell’ex premier potrebbero provocare sul voto regionale in Lombardia e Lazio o, ancor peggio, mettere di nuovo in discussione la politica estera del suo governo. Ma Giorgia Meloni non cambierà idea e manterrà la promessa fatta a Zelensky di andare in visita nella capitale del Paese possibilmente prima del 24 febbraio, primo anniversario dell'occupazione russa.
Passa quasi un’ora e Palazzo Chigi decide di diramare una breve nota, in cui, senza citare mai B., ribadisce la posizione del governo verso Kiev, il programma elettorale, il voto di tutti in Parlamento a favore dell’Ucraina e la distanza con il capo di Forza Italia.
«La nostra posizione in politica estera non cambia e il governo non è a rischio» avrebbe detto poi Meloni ai suoi.
Intanto la premier parla anche con Antonio Tajani, che interviene prima con un tweet: "Forza Italia è da sempre schierata a favore dell'indipendenza dell'Ucraina, dalla parte dell'Europa, della Nato e dell'Occidente. In tutte le sedi continueremo a votare con i nostri alleati di governo rispettando il nostro programma" e poi parlando con Berlusconi, convincendolo a diramare una nota ufficiale di smentita.
Le parole di Berlusconi su Zelensky e Ucraina
"A parlare con Zelensky? Se fossi stato il presidente del Consiglio non ci sarei mai andato perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore". Queste le parole incriminate dette dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ai cronisti all'uscita del seggio, dopo aver votato a Milano per le Regionali.
Nel conflitto russo-ucraino - continua Berlusconi - "per arrivare alla pace penserei che il presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli che è a sua disposizione dopo la fine della guerra con un piano Marshall per ricostruire l'Ucraina. Un piano Marshall dai 6 ai 9mila miliardi di dollari, a una condizione: che tu (Zelensky, ndr) domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più armi. Soltanto una cosa del genere potrebbe convincere questo signore ad arrivare a un cessate il fuoco".
E questo non è stato neanche il primo incidente. Tutti ricorderanno infatti quando alla vigilia delle elezioni politiche, Silvio si mise dalla parte di Putin sostenendo che «Le truppe russe dovevano entrare e in una settimana sostituire il governo di Zelenksy con persone perbene». Creando così un profondo imbarazzo in Fratelli d'Italia e nella sua stessa Forza Italia.
Opposizione all'attacco
Le parole di Berlusconi non potevano che accendere nuovamente lo scontro politico.
Il senatore Pd, Enrico Borghi si chiede se "Le dichiarazioni pro-Putin e anti-Zelensky di Berlusconi sono motivo di clamorosa contraddizione dentro la maggioranza su un tema fondamentale come l'aiuto all'Ucraina. Sono posizioni che isolano l'Italia e indeboliscono il fronte occidentale, la premier non ha nulla da dire?".
La senatrice Pd Simona Malpezzi: "Giorgia Meloni è d'accordo con le parole inquietanti pronunciate da Berlusconi sulla guerra in Ucraina? Oggi di fatto si è schierato ufficialmente con la Russia di Putin. Con questi alleati di governo la premier non si lamenti di come viene trattata in Ue".
Carlo Calenda: "Berlusconi ricomincia con i suoi vaneggiamenti putiniani, in totale contrasto con Ue, il Governo di cui fa parte e il ministro degli Esteri che è anche espressione del suo partito. Pessimo". Per la deputata di Azione-Italia Viva, Elena Bonetti, "Berlusconi conferma che questo governo non ha credibilità in politica estera. Poi Meloni dà la colpa a Macron del nostro isolamento internazionale. Che pena e che vergogna".
Il commento di Mosca: la guerra è colpa dell'Occidente
Le parole del leader di Forza Italia e la discussione superano i confini nazionali e arrivano fino in Russia.
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando le dichiarazioni di Silvio Berlusconi ha dichiarato: "Non spetta a me giudicare e dare i voti a Berlusconi, queste sono cose che riguardano gli italiani. Mi limito ai fatti, e i fatti dicono che per otto anni, dal 2014, la Russia ha insistito perché fossero applicati gli accordi di Minsk per la pace in Ucraina. Ma questo non era quello che l'Occidente aveva in mente".
"La questione - continua Zakharova - non riguarda l'opinione dei politici italiani, ma quelli che sono i fatti. E i fatti dicono che per molti anni l'Occidente, in particolare gli Usa, hanno interferito in Ucraina per i loro interessi, non per l'interesse del popolo ucraino. Questo ha creato un'enorme crisi che è precipitata a partire dal 2014, con il secondo movimento di Maidan".