Sale il bilancio delle vittime

Naufragio di Cutro, il Governo: “nessuno tocchi la Guardia costiera”

A cinque giorni dalla strage di migranti nel Crotonese non si fermano le polemiche su ciò che non ha funzionato nella macchina dei soccorsi. Ora l’indagine

Naufragio di Cutro, il Governo: “nessuno tocchi la Guardia costiera”

A 5 giorni dal tragico naufragio di migranti avvenuto davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro, nel Crotonese, in Calabria, è stato ritrovato stamane il corpo esanime di un altro bambino. Il bilancio della strage sale così a 69 vittime accertate, di cui 15 sono minori. Secondo il centro di coordinamento dei soccorsi, sarebbero tra 27 e 47 le persone ancora disperse. 

E se da una parte la ricerca dei corpi prosegue incessante dall’altra non si placano le polemiche sul ritardo nei soccorsi e il botta e risposta tra Guardia Costiera, Guardia di Finanza e Frontex.  

 

Le indagini

Dopo l’omaggio del presidente della Repubblica Mattarella alle bare dei migranti nel palazzetto dello sport di Crotone prima e ai superstiti ricoverati nell’ospedale, oggi si torna a parlare su cosa non ha funzionato nella macchina dei soccorsi.

E su questo la Procura di Crotone ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati, per cercare di capire “Perché non è stato lanciato il segnale Sos? Si potevano salvare i migranti? Cosa non ha funzionato nella comunicazione tra Frontex, la Guardia di Finanza e la Capitaneria di Porto”?

All'inizio della prossima settimana sarà dunque formalizzata la delega ai carabinieri da parte della Procura di Crotone per l'acquisizione di tutti gli atti relativi alla gestione di Guardia di finanza e Guardia costiera del barcone carico di migranti.

La Procura intende così accertare quali decisioni siano state prese e se vi siano state falle penalmente rilevanti nella catena dei soccorsi.

 

Il Governo difende la Guarda costiera

Il vice ministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi è intervenuto sulla vicenda a margine di un convegno a Palermo. E rispondendo ai giornalisti presenti ha difeso l'operato della Guardia costiera.

"Io sono per fare chiarezza, ma non mi piace che qualcuno metta in discussione le forze di soccorso italiane, che non dipendono dalla politica perché sono soccorritori in mare a prescindere. Se il problema è chi fa il ministro o il viceministro ne possiamo parlare, ma nessuno tocchi la Guardia costiera perché metteremmo in discussione un corpo che è ammirato a livello mondiale e vorrei venisse ammirato anche da questo Paese", ha evidenziato Rixi.

 

"Anche se un politico avesse detto di fare cose che non dovevano fare loro avrebbero continuato a fare il proprio dovere, come hanno sempre fatto sotto qualsiasi governo" . “La nostra Guardia costiera è quella che a livello mondiale, negli ultimi venti anni, ha salvato più persone. Per quanto riguarda questo episodio ovviamente abbiamo chiesto chiarezza e stiamo visionando tutti i resoconti. Però una cosa è parlare a livello politico, un'altra è accusare corpi dello Stato di non fare il proprio dovere”. 

 

"Le regole di ingaggio le determina l'Europa e sono uguali per tutti i salvataggi. Bisogna sempre fare luce e fare indagini interne su qualsiasi cosa. Ma nessuno ha detto di non soccorrere persone in mare. Io in montagna ho salvato delle persone, mentre c'è chi parla sui giornali e che in vita sua non è andato mai a salvare nessuno", ha aggiunto il vice ministro delle Infrastrutture, riferendosi alla polemica suscitata dalle parole dette dal ministro Piantedosi subito dopo il naufragio dei migranti a Cutro. Rixi ha aggiunto che il ministro Piantedosi gode "della massima fiducia".

 

“È un prefetto e parla da prefetto, se fosse un politico parlerebbe da politico. Dall'inizio dell'anno abbiamo salvato più gente di tutte le altre nazioni del Mediterraneo messe insieme. Anche su questa situazione, la Grecia non è intervenuta per 4 giorni. Le segnalazioni sono state fatte, così come sono state fatte all'Italia e l'Italia ha provato a intervenire" ha concluso il vice ministro. 

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