A 50 anni dall’ultima riforma

La riforma fiscale Meloni sarà domani in CdM ma manca ancora la quadra

Il confronto sul disegno di legge delega tra governo e sindacati si è concluso con il secco no delle sigle nazionali che minacciano la mobilitazione

La riforma fiscale Meloni sarà domani in CdM ma manca ancora la quadra

Se la riforma delle pensioni è in fase di stallo perché la maggioranza di governo non trova ancora l’accordo e, a meno che di una svolta in corso d’anno, sarà costretto a prorogare Quota 103 anche 2024 e a rinviare di fatto la riforma del sistema pensionistico al 2025, il disegno di legge delega sulla riforma fiscale è sul punto di essere approvato e domani sarà sul tavolo del Consiglio dei ministr. Anche se manca ancora la quadra.

 

Riforma fiscale, l'incontro governo-sindacati

L’incontro di ieri a Palazzo Chigi tra governo e sindacati si è concluso con un secco no di Cgil Cisl e Uil sia nel merito dell’impianto della riforma del Fisco e sia "nel metodo del confronto”. In particolare la Cgil ha lamentato la "descrizione della legge delega, a 48 ore dal Consiglio dei ministri" e il suo disaccordo circa la riforma stessa: "Non siamo d'accordo né sulla riduzione delle tre aliquote, perché va a favorire i redditi alti e altissimi - ha dichiarato la vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi - né sulla flat tax, che è fuori dalla dimensione della progressività prevista dalla Costituzione".

 

Non soddisfatta anche la Cisl che ha definito il confronto del governo “inadeguato” e mettendo in evidenza del fatto che occorre ora "accelerare il confronto previdenza, pensioni, salute e sicurezza, non autosufficienza, rilancio degli investimenti, qualità e stabilità del lavoro". Luigi Sbarra, si è detto pronto a valutare, assieme alle altre sigle "iniziative di mobilitazione". 

 

"Questa delega deve affrontare in via prioritaria una svolta epocale sulla lotta all'evasione, una lotta vera senza la quale non può esserci una vera riforma fiscale", ha dichiarato la Uil, che entrando nel merito della riformulazione delle tre aliquote Irpef dice che l'esecutivo "non dà una risposta all'esigenza di taglio del cuneo fiscale, che dobbiamo tagliare di 5 punti adesso, non nell'arco della legislatura", così il segretario confederale Domenico Proietti.

 

In attesa del CdM di giovedì e il congresso della Cgil, dove venerdì prenderà la parola dal palco anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, prosegue intanto oggi il confronto sulla riforma fiscale a Palazzo Chigi con le associazioni di impresa e categoria e degli ordini professionali.

 

La riforma fiscale targata Meloni

A 50 anni dall'ultima riforma complessiva, che risale agli anni '70, il governo Meloni propone un sistema Irpef a tre aliquote, una graduale eliminazione dell'Irap, la Ires a due aliquote, un riordino dell'Iva. Nell'impianto c'è anche una revisione delle agevolazioni fiscali, riduzione del contenzioso tra amministrazione e contribuenti ed "attrazione dei capitali esteri". Sono solo alcune delle novità della riforma fiscale dell'esecutivo, che arriveranno in Consiglio dei ministri giovedì.

 

Riordino aliquote IVA

Il governo Meloni attraverso il riordino Iva intende azzerare l'imposta di valore aggiunto su alcuni beni.

IVA con aliquota a zero per alcuni prodotti alimentari oggi al 4 per cento

riduzione IVA al 5 per altri che oggi sono al 10% come carne e pesce.

Secondo le simulazioni, l’operazione costerebbe 4-6 miliardi di euro.

 

"Flat tax" entro la legislatura

Obiettivo di legislatura è la flat tax per tutti, passando attraverso l'estensione della cosiddeta “flat tax incrementale”, ai lavoratori dipendenti. 

 

I nuovi scaglioni Irpef

Due sono le ipotesi: 23%, 27% e 43%. Oppure 23%, 33% e 43%. Le risorse arriveranno, almeno in parte, dalla revisione delle agevolazioni, con una "forfetizzazione in base ai redditi", ma senza toccare le detrazioni per mutui e spese sanitarie.

L'obiettivo della rimodulazione Irpef sarebbe quello di avvantaggiare il lavoro dipendente garantendo ai lavoratori buste paga più alte attraverso la revisione di aliquote e detrazioni. 

 

Ires con aliquota mobile

L’imposta Ires oggi al 24% sarà ripensata per agevolare le imprese, attraverso un’”aliquota mobile" che potrà scendere al 15% per le aziende che investono in beni strumentali e assumono over 50 o percettori del Reddito di cittadinanza che entro l’anno sarà sostituito dalla nuova Mia. 

 

Riscossioni: 120 rate

Per la riscossione l'obiettivo è un graduale superamento del ruolo e un accesso semplificato a forme di rateizzazione a 120 rate. Le sanzioni saranno riviste in caso di omessi versamenti.

 

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