L’intervento al Palacongressi

Congresso Cgil, Meloni entra nella tana del lupo e ne esce lupo

Oggi a Rimini è stato il giorno della premier che ha rivendicato la sua riforma fiscale e il no al salario minimo e al RdC, sì invece a dialogo e confronto

Congresso Cgil, Meloni entra nella tana del lupo e ne esce lupo

Oggi è stato il giorno della premier Giorgia Meloni sul palco della Cgil di Rimini, dove si tiene il XIX congresso nazionale. Al suo arrivo al Palacongressi, il segretario generale Maurizio Landini l’ha saluta con una stretta di mano intorno ad una folla di telecamere e cronisti. 

Meloni entra così nella tana del lupo uscendone poco più tardi lei stessa lupo tra un accenno di applauso da parte della gelida platea che si smuove al riferimento a Biagi e alla condanna all’assalto della CGIL da parte di gruppi di estrema destra e qualche stoccata. Rivendicando il lavoro finora fatto dal suo governo ma soprattutto quella che farà nei prossimi anni, auspicando un serio e costruttivo dialogo tra tutte le parti nel  lungo percorso di decisioni che l’attendono. “Il confronto è necessario e utile. Se questo è l'approccio, ci sono ottime ragioni per confrontarci con la forza delle idee che ciascuno legittimamente rivendica” ha sottolineato la premier.

 

L'intervento di Meloni alla CGIL

"Ringrazio tutta la Cgil dell'invito anche chi mi contesta con slogan efficaci, ho visto 'pensati sgradita': non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica", ha detto la premier commentando una frase riportata su un vestito che la famosa imprenditrice digitale ha indossato all’ultimo festival di Sanremo.

 

Mi sento fischiata da quando ho 16 anni.

Potrei dire che sono Cavaliere al merito su questo. Ringrazio anche chi mi contesta. Non ho voluto rinunciare a questo appuntamento in segno di rispetto del sindacato”: le prime parole della premier. Che poi ha precisato: “Questo congresso è un esercizio di democrazia e partecipazione che non può lasciare indifferente chi ha responsabilità decisionali e chi, come me, sa quanto questi eventi tengano vive queste dinamiche”.

 

“Non mi sottraggo a un contesto sapendo che è un contesto difficile. Non mi spaventa. La ragione per cui ho deciso di essere qui è più profonda. Con questa presenza, con questo confronto, questo dibattito, possiamo autenticamente celebrare l'unità nazionale” ha detto Meloni, ricordando la giornata del 17 marzo che celebra la festa dell’unità nazionale.

 

La riforma fiscale

"Per far crescere l'occupazione bisogna far ripartire l'economia, liberare le energie migliori dell'Italia. È la base della riforma fiscale che il Cdm ha approvato ieri con un legge delega, frettolosamente bocciata da alcuni", ha dichiarato Meloni nel suo intervento.

E dopo i complimenti alla “tempra” del segretario Landini che "ha parlato due ore senza mai prendere neanche un bicchiere d'acqua", fa la sua prima stoccata: "Dicono che la Cgil non sia una sindacato d'opposizione figuriamoci se lo fosse visto che in due ore di relazione non ho trovato nulla di quello che ha fatto il governo". 

 

"Partiamo da un dato e cioè che l'Italia fa registrate un tasso di disoccupazione del 58,2%, un gap che continua ad aumentare. La situazione peggiora se si considera quella femminile che registra 14 punti in meno". "I salari sono bloccati da 30 anni dato scioccante perché l'Italia ha salari più bassi di prima del '90 quando non c'erano ancora i telefonini. In Germania e Francia sono saliti anche del 30%. Significa che le soluzioni individuate sinora non sono andate bene e che bisogna immaginare una strada nuova che è quella di puntare tutto sulla crescita economica".

 

"Lavoriamo per consegnare agli italiani una riforma complessiva che riformi l'efficienza della struttura delle imposte, riduca il carico fiscale e contrasti l'evasione fiscale, che semplifichi gli adempimenti e crei un rapporto di fiducia fra Stato e contribuente", ha detto la premier parlando della riforma fiscale. "Vogliamo usare la leva fiscale come strumento di crescita economica, una riforma che guarda con molta attenzione al lavoro, con interventi sui redditi medio bassi e novità per i dipendenti".

 

"Noi veniamo da un mondo in cui ci si è detto che la povertà si poteva abolire per decreto. Che il lavoro si poteva creare per decreto. Se fosse così dovrebbe essere lo stato a creare ricchezza, non è così. La ricchezza la creano le aziende con i loro lavoratori. Lo stato deve creare regole giuste e redistribuire. Mettere aziende e lavoratori nelle condizioni di creare ricchezza che si riverbererà su tutti".

La riforma fiscale varata ieri dal Consiglio dei ministri, ha sottolineato Meloni, "si concentra sui più fragili, sul ceto medio".

 

"Credevamo che il tempo della contrapposizione ideologica feroce fosse alle nostre spalle e invece in questi mesi, purtroppo, mi pare che siano sempre più frequenti segnali di ritorno alla violenza politica, con l'inaccettabile attacco degli esponenti di estrema destra alla Cgil" e le azioni "dei movimenti anarchici che si rifanno alle Br", ha detto Meloni.

 

Il ricordo a Marco Biagi

"Voglio ricordare Biagi, fra due giorni ricorre l'anniversario dell'assassinio da parte delle Br, un uomo che ha pagato con la vita. Il sindacato è sempre stato impegnato nella lotta al terrorismo, credevamo che il tempo della contrapposizione ideologica feroce fosse alle nostre spalle e invece, in questi mesi, purtroppo mi pare che siano sempre più frequenti i segnali di ritorno alla violenza politica", ha proseguito Meloni. "E' necessario che tutte le forze politiche, sindacati e corpi intermedi combattano insieme contro questa deriva".

 

Meloni contro il salario minimo e RdC

No al salario minimo, ma si all'estensione della contrattazione collettiva. E' questa la soluzione indicata da Meloni per affrontare anche la questione dei salari bassi. 

"Il reddito di cittadinanza ha fallito gli obiettivi per cui era nato perché a monte c'è un errore: mettere nello stesso calderone chi poteva lavorare e chi non poteva lavorare, mettendo insieme politiche sociali e politiche attive del lavoro".

"Non ci devono essere lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Chi merita la delega sindacale e chi no". "Uno dei grandi temi - ha proseguito - sui quali possiamo provare a lavorare insieme è un sistema di ammortizzatori sociali universale che tuteli allo stesso modo chi perde il lavoro, sia esso un lavoratore autonomo, dipendente, o cosiddetto atipico. Dare a tutti le migliori garanzie possibili ma che siano le stesse. Garantire gli stessi diritti. Non garantire una cittadella di garantiti".

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA