l’intervista alla Bbc

La mannaia di Musk su Twitter funziona, ora è «vicina al pareggio»

Il patron di Tesla e SpaceX ha parla dell’acquisto della sua azienda di social media pagata 44 miliardi e il cui bilancio al momento è «più o meno in pari»

La mannaia di Musk su Twitter funziona, ora è «vicina al pareggio»

In un’intervista alla Bbc andata in onda in diretta su Twitter Spaces, che ha attirato più di 3 milioni di ascoltatori, il ceo di Twitter Elon Musk ha parlato della sua azienda di social media e dei suoi progressi. Da quando ne ha assunto il comando, per 44 miliardi di dollari ad ottobre dello scorso anno, Musk ha dovuto ridimensionare il personale della società da 8.000 a 1.500 addetti, un’operazione che lo stesso Ceo ha definito al giornalista James Clayton,  essere stata molto «dolorosa». E confessando tra l’altro che rilevare il social è stato «necessario», ma che gestirlo è come essere sulle «montagne russe». Musk ha detto anche che aspira a fare di Twitter un medium «trasparente e onesto», ma che ci dovrà ancora lavorare su.

 

Twitter vicina al pareggio

Il patron di Tesla e SpaceX ha poi parlato di pubblicità su Twitter è cresciuta, e ha aggiunto che il bilancio dell’azienda è «più o meno in pari»: un'affermazione che la Bbc ha detto di non aver potuto verificare in modo indipendente.

Quando Musk Twitter era stato colpito da un massiccio calo della pubblicità. Secondo Musk, ciò era dovuto alla natura ciclica della spesa pubblicitaria, e che una parte di questa era da considerarsi «politica».

 

«Contenere la disinformazione»

Per contenere la disinformazione presente sul social, ma ha negato che sotto la sua gestione su Twitter siano aumentati i messaggi di odio. Il nuovo patron ha detto che, quando ha scelto di acquistarlo, ha deciso che Twitter andava pagato meno di quanto inizialmente valutato dopo aver scoperto che ci sono molti bot automatici all’opera sulla rete. Ha affermato che diversi consiglieri che se ne erano andati con il suo arrivo sono poi tornati. E ha anche detto che ora come ora, non cederebbe Twitter a qualcuno disposto a offrirgli una cifra pari ai 44 miliardi di dollari, da lui sborsati per acquistare il social l’anno scorso.

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