Alta tensione in Kosovo, dove che ieri 34 militari della missione KFOR della NATO sono rimasti feriti nella città settentrionale di Zvecan, durante gli scontri con un folto gruppo di manifestanti serbi che protestavano davanti al municipio per chiedere la rimozione del nuovo sindaco che fa parte della maggioranza albanese. Tra i feriti ci sono anche 11 italiani e fanno parte del nono Reggimento alpini L'Aquila, tre sono gravi ma non in pericolo di vita, avrebbero riportato ustioni e fratture. Altri militari appartenenti al contingente ungherese hanno riportato ferite multiple.
Gli scontri in Kosovo
I disordini sono iniziati venerdì scorso quando le forze di polizia kosovare sono intervenute nei comuni di Leposavic, Zubin Potok e Zvecan per disperdere un gruppo di manifestanti serbi che cercavano di impedire l’ingresso nei comuni ai sindaci di etnia albanese.
Diverse persone sono rimaste ferite e varie auto sono state date alle fiamme, tra cui almeno un’auto della polizia.
La protesta nasce quindi dal fatto che i sindaci vincitori delle elezioni municipali che, si sono tenute nel paese lo scorso 23 aprile, non sono stati riconosciuti da Belgrado e dalla comunità serba, che in quell’area è maggioranza. Hanno così deciso di boicottare l'appuntamento elettorale, facendo così vincere a mani basse la controparte. La presidente del Kosovo, Vjosa Osmani, aveva convocato le elezioni dopo le dimissioni in massa presentate da tutti i funzionari pubblici della componente serba nel novembre scorso.
Ieri però gli scontri tra serbi e Kfor, hanno assunto toni di guerriglia. I soldati della Kfor hanno chiesto ai serbi di liberare la strada a due veicoli delle forze speciali di polizia kosovare. I soldati hanno poi usato gas lacrimogeni e granate stordenti per proteggere gli ufficiali kosovari nei veicoli e disperdere i manifestanti, secondo i testimoni e i media locali. I serbi riuniti hanno risposto lanciando pietre e altri oggetti duri. Un veicolo è stato bruciato. Gli scontri sono scoppiati dopo che i manifestanti serbi hanno tentato di irrompere in alcuni municipi guidati da sindaci di etnia albanese.
Nel frattempo il presidente serbo Alexandar Vucic ha accusato il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, di aver volutamente provocato gli scontri fra manifestanti serbi del Kosovo e forze della Kfor. Kurti "è l'unico responsabile", vuole fomentare un conflitto fra i serbi e la Nato, ha detto Vucic in un discorso alla nazione, in cui ha affermato che 52 serbi sono rimasti feriti negli scontri di questo pomeriggio - ieri ndr - a Zvecan. Vucic ha detto che la Serbia farà di tutto per preservare la pace. Il presidente serbo ha infine annunciato che al termine del discorso si sarebbe recato al confine per passare la notte con l'esercito che vi è stato dispiegato e monitorare la situazione.
La storia della missione KFOR
Siamo nel 1999, esattamente al 12 giugno, quando a seguito dell’adozione della risoluzione 1244 da parte del Consiglio di Sicurezza ONU e dopo poco meno di tre mesi di bombardamenti aerei contro l’esercito Jugoslavo, le forze NATO fanno il loro ingresso in Kosovo con un contingente di circa 50.000 effettivi, poi ridotto fino a meno di 4000 uomini.
Il principale obiettivo della missione KFOR era di mantenimento della pace, da raggiungere con azioni quali il disarmo dell’Esercizio di Liberazione del Kosovo (UCK) e la protezione verso possibili azioni serbo/jugoslave. E le forze NATO erano presenti in Kosovo nel febbraio 2008, quando venne dichiarata l’indipendenza del Paese dalla Serbia.
Dal 10 ottobre 2022 Il Generale di Divisione Angelo Michele Ristuccia è il 13° Comandante Italiano alla guida della missione, iniziata nel 1999 e succede al parigrado ungherese.
Quindi la missione KFor (Kosovo Force) si tratta dell’impegno più duraturo, e attuale viste le tensioni degli ultimi mesi, del l’Alleanza, in uno scenario in cui l’Italia ha sempre svolto un ruolo importante.
Da Meloni alla Nato, le reazioni dal mondo
Il comandante della Missione KFOR, Generale di Divisione Angelo Michele Ristuccia, che sta seguendo personalmente l'evolversi della situazione ha dichiarato: "Gli attacchi ingiustificati alle unità della Nato sono inaccettabili e la Kfor continuerà a adempiere al suo mandato in modo imparziale".
"A nome mio e del governo, esprimo i miei più sinceri sentimenti di vicinanza ai militari italiani che sono rimasti feriti durante i disordini in Kosovo". Ha affermato in una nota la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Esprimo inoltre la più ferma condanna dell'attacco avvenuto a danno della missione Kfor che ha coinvolto anche militari di altre nazioni", aggiunge Meloni.
"Voglio esprimere solidarietà ai militari della missione Kfor rimasti feriti in Kosovo durante gli scontri tra manifestanti serbi e polizia kosovara. Tra di loro 11 italiani, di cui tre in condizioni serie ma non in pericolo di vita. I militari italiani continuano ad impegnarsi per la pace". Ha scritto ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani su Twitter. Il ministro ha telefonato al Presidente serbo Aleksandr Vucic e al Primo Ministro kosovaro Albin Kurti ribadendo con forza che "ogni violenza e ogni provocazione deve cessare immediatamente: Kosovo e Serbia devono dare piena attuazione agli accordi che hanno sottoscritto grazie alla facilitazione dell'Unione europea. La violenza è inaccettabile. L'Italia vuole contribuire a raggiungere in tempi molto brevi una soluzione sostenibile nel Nord del Kosovo."
"La Difesa e il Ministro Guido Crosetto esprimono vicinanza e augurano una pronta guarigione ai militari NATO KFOR italiani, ungheresi e moldavi rimasti feriti negli scontri in Kosovo", si legge in un tweet del ministero della Difesa.
Il Ministro è in contatto con il Comando Operativo di Vertice Interforze, con il Comandante della Kfor e con le autorità di Serbia e Kosovo. Ha parlato con il Ministro della Difesa del Kosovo Armend Mehaj sottolineando che: "in questo momento è di vitale importanza porre in essere tutte le azioni necessarie per mitigare le tensioni e scongiurare ogni possibile escalation tra le parti".
Nella serata di ieri il Ministro ha parlato anche delle condizioni dei militari feriti: "Nessuno è in pericolo di vita, nessuno ha riportato lesioni gravi. Sono tutti del 9° Reggimento Alpini, sono stati trasportati in ospedale. Voglio rassicurare tutte le famiglie".
"La Nato condanna con decisione attacchi non provocati contro le forze Kfor nel nord del Kosovo che hanno provocato il ferimento di diversi fra loro", afferma un comunicato pubblicato sul sito dell'Alleanza atlantica. "Tali attacchi sono totalmente inaccettabili. La violenza deve fermarsi immediatamente. Sollecitiamo entrambe le parti da evitare azioni che infiammino ulteriormente le tensioni e di impegnarsi nel dialogo", si precisa.
"Kfor adotterà tutte le azioni necessarie per mantenere un ambiente sicuro e continuare ad agire in modo imparziale, come previsto dal suo mandato iscritto nella risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu 1244 del 1999", si conclude.
Piena condanna dell'escalation tra Belgrado e Pristina anche da parte dell'Ue. "L'Ue condanna fermamente gli scontri che coinvolgono polizia e manifestanti nel nord del Kosovo, iniziati con il tentativo dei sindaci neoeletti di entrare negli edifici comunali. Deploriamo fermamente gli attacchi alle pattuglie della missione civile dell'Ue in Kosovo, Eulex" che "deve poter svolgere il proprio mandato pacificamente", si legge in una nota di Peter Stano, portavoce dell'Alto rappresentante Ue.
Anche da Washington sono arrivate parole durissime. "Condanniamo fermamente le azioni del governo del Kosovo che stanno intensificando le tensioni nel nord e aumentando l'instabilità. Chiediamo al primo ministro Albin Kurti di fermare immediatamente queste azioni e rifocalizzarsi sul dialogo facilitato dall'Ue", ha scritto su Twitter il segretario di Stato americano, Antony Blinken.