Il primo pacchetto di norme

In nome di Berlusconi, oggi in CdM la Riforma della Giustizia

Il tributo per il suo ruolo di protagonista del dibattito che voleva «orientare in senso garantista e liberale». Le principali novità nella bozza del Ddl

In nome di Berlusconi, oggi in CdM la Riforma della Giustizia

Dalla stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni alle informazioni dell'avviso garanzia, dai reati contro la Pubblica amministrazione, passando per i concorsi più veloci per i nuovi giudici. Sul tavolo del Consiglio dei Ministri di oggi arriverà, dopo un primo esame tecnico preparatoria della riunione, la prima corposa serie di norme di riforma della giustizia con un tributo a Silvio Berlusconi, ricordato ieri dal ministro Nordio anche per il suo ruolo di protagonista del dibattito sulla giustizia che voleva «orientare in senso garantista e liberale»

 

Cosa prevede la bozza del Ddl Giustizia 

La bozza del ddl relativo al primo pacchetto di riforma della giustizia oggi all'esame del preconsiglio dei ministri e domani in CdM per l’approvazione, prevede diverse ed importanti novità.

Eccole del dettaglio:

 

La stretta sulle intercettazioni

Con il primo pacchetto di riforma della Giustizia arriva la stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni.

Su giornali e siti potranno essere riportate solo quelle il cui contenuto sia "riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento". Si esige anche più rigore dai pm e i giudici: dovranno stralciare dai brogliacci e dai loro provvedimenti i riferimenti alle persone terze estranee alle indagini. Anche nella richiesta del pm e nell'ordinanza del giudice di misura cautelare non dovranno essere essere indicati i dati personali dei soggetti diversi dalle parti.

 

Le influenze illecite

"Riduzione dell'ambito applicativo" del reato di traffico di influenze illecite, che viene "limitato a condotte particolarmente gravi" ma viene aumentata la pena minima per questo reato. Scatterà la "non punibilità" se chi ha commesso il reato collabora con la giustizia.

 

I limiti all'appello dei pm

Il Pubblico Ministero non potrà più presentare appello contro le sentenze di assoluzione "relative a reati di contenuta gravità”, tenendo presente i limiti del potere di appello dell'imputato introdotti dalla riforma Cartabia. Restano appellabili da parte del pubblico ministero le decisioni di assoluzione per i reati più gravi, compresi tutti quelli contro la persona che determinano particolare allarme sociale, tra i quali sono ricompresi i reati cosiddetti da codice rosso, come spiega la relazione allegata al ddl.

 

Abrogato l'abuso d'ufficio

Il reato di abuso d'ufficio viene cancellato a causa di un'"anomalia" che persiste anche dopo le tante modifiche intervenute: lo "squilibrio" tra le iscrizioni nel registro degli indagati e le effettive condanne. Si legge nella relazione che accompagna la bozza del ddl sulla giustizia. Il numero delle iscrizioni nel registro degli indagati resta "ancora alto: 4.745 nel 2021 e 3.938 nel 2022; di questi procedimenti, 4.121 sono stati archiviati nel 2021 e 3.536 nel 2022". Solo 18 invece le condanne in primo grado nel 2021. Il governo non esclude in futuro di sanzionare condotte "in forza di eventuali indicazioni di matrice euro-unitaria".

 

Avviso di garanzia, obbligatoria la descrizione del fatto

L'avviso di garanzia, con la Riforma, cambia e dovrà obbligatoriamente contenere una "descrizione sommaria del fatto", oggi non prevista. E la notificazione - si legge ancora nella relazione - dovrà avvenire "con modalità che tutelino l'indagato da ogni conseguenza impropria". Pur essendo posta a tutela della persona sottoposta alle indagini, l'informazione di garanzia" si è spesso trasformata nell'esposizione dell'indagato alla notorietà mediatica, con effetti stigmatizzanti". 

Avviso di garanzia e le modalità di consegna: solo la polizia giudiziaria potrà, nelle situazioni di urgenza che non consentano il ricorso alle modalità ordinarie, consegnare l'avviso.

 

La custodia cautelare

La nuova riforma della Giustizia prevede che sarà un giudice collegiale, e non più un solo magistrato, a decidere, durante le indagini, l'applicazione della custodia cautelare in carcere. Detta novità non potrà essere applicata in caso di procedure di convalida di arresto o di fermo. Nella competenza del giudice collegiale rientrano anche "le pronunce di aggravamento che comportino l'applicazione della misura la cui adozione è ordinariamente collegiale", e "l'applicazione provvisoria delle misure di sicurezza detentive".

La nuova funzione del giudice collegiale, sperimentato nella legislazione per l'emergenza rifiuti in Campania, non entrerà in vigore subito per le carenze di organico della magistratura, ma tra 2 anni. Nel frattempo si procederà a un incremento dell'organico della magistratura con 250 nuove "toghe" da destinare alle funzioni giudicanti di primo grado.

Il giudice dovrà sentire l'indagato prima di decidere se sottoporlo a una misura cautelare: viene introdotto il principio del "contraddittorio preventivo" in tutti i casi in cui, nel corso delle indagini preliminari, non risulti necessario che il provvedimento cautelare sia adottato "a sorpresa". 

Lo scopo della norma è "evitare l'effetto dirompente sulla vita delle persone di un intervento cautelare adottato senza possibilità di difesa preventiva" e mettere il giudice nelle condizioni di poter avere un'interlocuzione (e anche un contatto diretto) con l'indagato prima dell'adozione della misura. Il contraddittorio preventivo sarà escluso però quando sussista un pericolo di inquinamento delle prove o di fuga dell'indagato, nei casi di urgenza o nell'ipotesi di "gravi delitti commessi con uso di armi o con altri mezzi di violenza personale". Quando procede all'interrogatorio preventivo, il giudice dovrà depositare tutti gli atti trasmessi dal pubblico ministero con la richiesta di applicazione della misura e l'indagato potrà prenderne visione ed estrarne copia. La misura adottata sarà nulla se l'interrogatorio preventivo non viene fatto o in mancanza di una valutazione specifica degli elementi esposti dall'indagato.

 

Concorsi per nuovi giudici più veloci

Tempi più stretti per l'espletamento del concorso di accesso alla magistratura. Entro 8 mesi dall'ultima prova scritta dovrà essere definita la graduatoria (oggi se ne chiedono 9) e entro 10 (attualmente sono 12) i vincitori di concorso dovranno iniziare il tirocinio negli uffici giudiziari.

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