La valutazione di VIA XX Settembre

Mes, la relazione del Mef smonta tutte le ragioni del No alla ratifica

Per i tecnici di Giorgetti la riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità porterebbe a una migliore valutazione del merito di credito degli Stati aderenti

Mes, la relazione del Mef smonta tutte le ragioni del No alla ratifica

C’è voluto un colpo di assunzione di responsabilità da parte del ministro dell’Economia Giorgetti, e del suo ministero, per togliere da sotto il tappeto l’annosa questione della ratifica del Mes, più volte rimandata dal governo Meloni. Nè Fratelli d’Italia e né la Lega hanno voluto finora sentir parlare del Meccanismo Europeo di Stabilità ma più passa il tempo e più urge una decisione italiana. Ed è per questo che il Mef, al fine di smuovere le acque della sollecitudine, ieri è intervenuto trasmettendo alla Camera la valutazione chiesta dal presidente della Commissione Esteri, l'ex ministro Giulio Tremonti, sulla ratifica del Trattato in discussione con i disegni di legge presentati da Luigi Marattin (Italia Viva) e Piero De Luca (Pd). Uno dei quali dovrà essere portato in Aula alla Camera il 30 giugno per l'avvio di una discussione generale.

 

La valutazione del Mef smonta i no alla ratifica del Mes

Secondo le due paginette di valutazione di Via XX Settembre, il Mes non spinge verso la ristrutturazione del debito e non aumenta nemmeno il rischio percepito dai mercati sui nostri titoli di Stato. Anzi, «sulla base dei riscontri ricevuti da analisti e operatori di mercato, è possibile che la riforma del Mes, nella misura in cui venga percepita come un segnale di rafforzamento della coesione europea, porti ad una migliore valutazione del merito di credito degli Stati aderenti».

 

In pratica il documento preparato dai tecnici del ministero guidato da Giancarlo Giorgetti smonta tutte le ragioni del No alla ratifica portata avanti dai governi Conte, Draghi e Meloni, mettendo in fila una serie di punti a favore del Trattato, ad esempio quando ricorda che Moody's, Fitch e S&P Global Ratings «conferiscono al Mes la tripla A o valutazione equivalente», mentre i nostri BTp hanno tripla B. O quando sottolinea che «dalla ratifica del suddetto accordo non discendono nuovi o maggiori oneri» per la finanza pubblica e che «non si rinvengono nell'Accordo modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio». Del resto, «non si ha notizia che un peggioramento del rischio del Mes sia stato evidenziato da altri soggetti», perché il dibattito sul tema non ha mai varcato i confini italiani.

 

Dopo la trasmissione della relazione, Emanuele Loperfido, deputato di Fdi e membro della Commissione Esteri di Montecitorio ha comunicato di aver "chiesto un’audizione del ministro Giorgetti per approfondire la questione, il ruolo della Commissione è quello di valutare. Nell’interesse di tutti ci si è dati 24 ore. Sia la maggioranza che l’opposizione avranno modo di approfondire il tema, domani oggi nrd - valuteremo».

 

Il Pd all’attacco del governo

Il Pd attacca il governo Meloni ancora restio al Trattato. «Non ci sono più improbabili scuse dietro cui nascondersi o giochini delle 3 carte da fare - sottolinea il capogruppo Dem in commissione Politiche Ue alla Camera Piero De Luca -. Anche il Ministero dell’Economia e Finanze conferma quello che noi diciamo da mesi. Ratificare la riforma del Mes non presenta alcun rischio, ma anzi produce effetti positivi. Da un lato,rafforza la coesione europea, dall’altro, migliora addirittura la valutazione del merito di credito degli Stati aderenti.Insomma la ratifica dell’accordo di riforma conviene all’Italia.Si arrivi presto in Aula, come abbiamo chiesto, per votare la proposta di legge a nostra prima firma, e si chiuda questo balletto indecente che rischia di indebolire l’eurozona e mina gravemente la credibilità del nostro Paese in Europa».

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