L’iniziativa online

Boom di accessi per la petizione sul salario minimo delle opposizioni

E’ partita solo da ieri ma sta già ottenendo un discreto successo la raccolta firme a sostegno della proposta di legge di Pd, M5s, Azione, SI-Verdi, +Europa

Boom di accessi per la petizione sul salario minimo delle opposizioni

E’ partita solo da ieri ma sta già ottenendo un discreto successo la petizione sul salario minimo lanciata dalle opposizioni con la sola esclusione di Italia viva. 

Lo avevano promesso all'uscita dall'incontro a palazzo Chigi con la premier e il governo, e ieri quella promessa è stata mantenuta. Una grande petizione a sostegno della proposta di legge sul salario minimo garantito è stata attivata con l’obiettivo di istituire una soglia legale, 9 euro lordi l'ora, sotto la quale non possa scendere neanche la contrattazione collettiva.

 

La petizione sul salario minimo

La raccolta firme per sostenere il la pdl sul salario minimo avviene sul sito salariominimosubito.it, ed è sufficiente firmare il documento. 

Sin dai primi minuti del lancio, la piattaforma è stata subito crash per i troppi accessi e per qualche ora si è interrotta ritornando alla piena funzionalità nel corso della giornata.

 

"Se pensi anche tu che in Italia bisogna fissare un salario minimo, mettici una firma!": così il Partito Democratico che per primo ha lanciato l'iniziativa sui suoi account social, perché, spiegano i dem, "dopo mesi di battaglia in Parlamento e fuori, siamo andati al confronto con il governo ma la destra frena, prende tempo e non ha nessuna proposta alternativa. Tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori sono poveri anche se lavorano. Non possono aspettare", conclude il Pd, che allestirà banchetti anche nelle piazze e alle Feste dell'Unità. "Firmate, abbiamo bisogno del vostro supporto", ha chiesto con un tweet la segretaria dem, Elly Schlein.

 

"Coinvolgere il Cnel di Brunetta, che peraltro in passato si è pubblicamente espresso contro questa misura, è solo un modo per gettare la palla in tribuna mentre 3,6 milioni di lavoratrici e lavoratori continuano a percepire paghe da fame", rimarca il leader M5S, Giuseppe Conte, che sul suo account Facebook pubblica "il link con tutte le istruzioni. Vi chiedo di firmare la petizione e di contribuire a diffonderla tramite i vostri contatti. Facciamo sentire la nostra voce".

 

"È importante firmare la petizione sul salario minimo per favorirne l'approvazione. È una misura di civiltà in un paese dove la povertà lavorativa è già troppo diffusa. È una protezione giusta ed equa contro lo sfruttamento che hanno tutte le grandi democrazie liberali", ha twittato il leader di Azione, Carlo Calenda, postando l’indirizzo online per raggiungere la piattaforma comune. 

 

Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno deciso di lanciare l'iniziativa con due video su Twitter: "Continueremo a batterci per la nostra proposta, raccoglieremo le firme in tutta Italia. Continueremo a far pressione", dice Fratoianni, mentre Bonelli chiede di firmare, con banchetti nelle città ma anche sulle spiagge, per "sostenere una misura di grande giustizia sociale per dire no alla precarizzazione del lavoro e al lavoro sottopagato". 

 

"È importante firmare - dice il segretario di +Europa, Riccardo Magi - perché la proposta di legge torni in aula a settembre, venga discussa e votata. Meloni non può calpestare la democrazia".

 

Le critiche della maggioranza

Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato in quota Lega ha voluto commentare così l'iniziativa: “Raccogliere firme serve solo a farsi notare e non a migliorare i salari dei lavoratori. Se le opposizioni pensavano di uscire con una soluzione in tasca già dopo il primo incontro con il governo, o sono in malafede o non sanno come funziona la politica. Noi siamo perplessi sulla loro proposta di salario minimo, ma non abbiamo i paraocchi e siamo pronti a dialogare con partiti e parti sociali”.

E in merito alla contrattazione collettiva il senatore ha detto: “In Italia ci sono già tante tipologie di contratto e possiamo confrontarci a partire da quelle, per dare più tutele e garanzie a chi ne ha poche o nessuna. Secondo noi, la strada principale per aumentare i salari resta la riduzione dell’Irpef, così da avvicinare il lordo pagato dalle aziende e il netto che finisce in tasca ai lavoratori”.

 

Anche il vicepresidente del gruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Salvatore Sallemi è intervenuto sul salario minimo parlando con i Tg, senza fare alcun riferimento alla petizione: “In Italia il problema non sono i bassi salari ma il lavoro povero conseguenza, come ha detto il presidente Meloni, di anni di mancata crescita. Su questo grazie al coinvolgimento del Cnel presenteremo una proposta credibile e non ideologica come il salario minimo, che unita alle misure che vareremo nella legge di Bilancio, consentirà di aiutare davvero i lavoratori”.

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