alle ore 23:11 di venerdì

Terremoto in Marocco, la terribile scossa fa oltre 2mila morti

I soccorsi e la solidarietà internazionale da Meloni a Biden, dalla “nemica” Algeria all’Ucraina. Tajani: “500 gli italiani nel Paese, stanno tutti bene”

Terremoto in Marocco, la terribile scossa fa oltre 2mila morti

La scorsa notte, il Marocco è stato scosso da un terremoto di magnitudo 6.8 che ha devastato la regione di Marrakech, causando finora la morte di almeno 2.012 persone e ferendone altre 2.059. Questo il bilancio drammatico destinato ancora a salire, secondo le autorità. La scossa sismica è stata registrata dai sismografi alle ore 23:11 di venerdì 8 settembre, con l'epicentro situato al centro del paese, a soli 16 chilometri dal villaggio di Tata N'Yaaqoub. A seguito della catastrofe, il Marocco, ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale. Netto l'avverimento della Croce Rossa: l'emergenza potrebbe perdurare per anni.

 

Una notte di terrore a Marrakech

Poco prima della mezzanotte, un fragoroso boato ha squarciato il silenzio della notte marocchina. Inizialmente, alcuni hanno pensato a un'esplosione o a un incidente aereo ma poi la realtà: una scossa di terremoto di magnitudo 7.0 che in 30 secondi ha distrutto diverse parti dell'antica città di Marrakech e mietuto più di 2.000 vite umane. Tra i feriti, centinaia versano in condizioni gravi.

Il re Muhammad VI ha decretato tre giorni di lutto nazionale per commemorare le vittime.

L'epicentro del terremoto è stato individuato nel villaggio di Tata N'Yaaqoub, nella provincia di Al-Haouz, situato a circa 70 chilometri da Marrakech, una città patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. Qui, parti delle fragili mura che circondano la medina sono crollate, insieme al minareto di una piccola moschea. La scossa di pochi secondi ha fatto sentire il suo impatto lungo tutta la dorsale dell'Atlante, raggiungendo persino la Spagna e le Canarie, causando danni entro un raggio di oltre 400 chilometri.

 

I soccorsi e la solidarietà internazionale

Le autorità marocchine continuano a fare appelli affinché venga donato il sangue per assistere i numerosi feriti, e lunghissime sono le code davanti ai centri trasfusionali. Intanto, le organizzazioni internazionali e associazioni benefiche da tutto il mondo si sono mobilitate, ma il quadro prospettico è estremamente preoccupante. La Croce Rossa internazionale ha avvertito che il Marocco potrebbe necessitare di assistenza per mesi, se non anni, per riprendersi.

Nel frattempo i leader mondiali riuniti a Delhi per il vertice del G20 non hanno fatto mancare la loro vicinanza e solidarietà. Dalla Premier Giorgia Meloni al Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, dai leader indiani e francesi a Papa Francesco, in tanti hanno espresso il loro cordoglio e offerto assistenza. Inoltre, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il Presidente russo Vladimir Putin hanno manifestato le loro condoglianze, dimostrando un raro momento di unità. Anche la "nemica" Algeria ha offerto aiuto umanitario al Marocco, aprendo il proprio spazio aereo per i voli umanitari, nonostante le tensioni diplomatiche passate tra i due paesi.

 

Gli italiani in Marocco

Il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha rassicurato che i cittadini italiani in Marocco non risultano coinvolti nelle vittime o nei feriti. Tuttavia, ha confermato che ci sono attualmente circa 500 italiani nel paese. La Farnesina sta monitorando costantemente la situazione, e Tajani ha raccomandato di evitare l'aeroporto di Marrakech a causa della congestione, suggerendo invece di raggiungere gli scali di Casablanca o Rabat con autobus, dove i voli sono in corso normalmente.

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