VENTIQUATTRESIMO GIORNO

Israele-Hamas, guerra senza fine: i morti e gli ostaggi di Gaza

Proseguono i raid notturni israeliani nella Striscia. Netanyahu: ‘Nessuna tregua, la guerra entra nella terza fase’. L’appello dell’agenzia UNRWA.

Israele-Hamas, guerra senza fine: i morti e gli ostaggi di Gaza

La guerra tra Israele e Hamas entra nel ventiquattresimo giorno senza segni di tregua. Nella notte tra lunedì e martedì, l’aviazione israeliana ha condotto una serie di raid aerei sulla Striscia di Gaza, causando la morte di almeno 50 persone e il ferimento di molte altre, secondo fonti mediche palestinesi. Tra le vittime ci sarebbero anche diversi bambini e donne. Gli attacchi hanno colpito anche edifici civili, infrastrutture e sedi di media.

Israele sostiene di aver mirato a obiettivi militari di Hamas e della Jihad Islamica, i due gruppi armati che controllano la Striscia di Gaza e che da due settimane lanciano razzi verso il territorio israeliano. Secondo l’esercito israeliano, sono stati intercettati più di 3.000 razzi, ma alcuni hanno raggiunto città come Tel Aviv, Gerusalemme e Ashkelon, provocando 12 morti e centinaia di feriti tra i civili.

 

Netanyahu: ‘Nessuna tregua, la guerra entra nella terza fase’

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che non ci sarà alcuna tregua con Hamas finché non sarà garantita la sicurezza di Israele. In un discorso alla nazione, ha annunciato che la guerra è entrata nella sua “terza fase”, senza precisare di cosa si tratta. Ha aggiunto che Israele continuerà a colpire con forza i capi e le infrastrutture di Hamas, accusandoli di usare i civili palestinesi come scudi umani.

Netanyahu ha respinto le pressioni internazionali per un cessate il fuoco immediato, sostenendo che Israele ha il diritto di difendersi dagli attacchi terroristici. Ha ringraziato gli Stati Uniti per il loro sostegno incondizionato e ha criticato i paesi che condannano Israele per le sue azioni militari. Ha anche espresso il suo cordoglio per le vittime civili da entrambe le parti.

 

Il video delle tre ostaggi: Netanyahu, “Paghiamo il tuo fallimento”

In un video diffuso da Hamas, tre donne israeliane rapite dal gruppo armato palestinese accusano il primo ministro Netanyahu di essere responsabile della loro sorte. Le tre donne appaiono impaurite e in lacrime, e chiedono al governo israeliano di negoziare la loro liberazione.

Netanyahu, paghiamo il prezzo del tuo fallimento politico e militare. Non ci hai protetto, non ci hai salvato. Ci hai abbandonato nelle mani dei nostri nemici. Fai qualcosa per noi, prima che sia troppo tardi”, dicono le ragazze nel video. Hamas ha rivendicato il rapimento come un’operazione di resistenza contro l’occupazione israeliana e ha chiesto lo scambio delle ostaggi con i prigionieri palestinesi detenuti in Israele.

 

Liberata la soldatessa sequestrata. Uccisa una delle giovani rapite al rave

L’esercito israeliano ha annunciato di aver liberato una soldatessa che era stata rapita da Hamas durante l'attacco del 7 otttobre. Si tratta di Uri Magidish. “Mi congratulo con lo Shin Bet e l’esercito per questo risultato importante ed entusiasmante. Un risultato che esprime il nostro impegno per il rilascio di tutti i rapiti“. Ha detto il premier Benyamin Netanyahu sulla liberazione della soldatessa. “Ai terroristi di Hamas-Isis dico: siete dei mostri. Continueremo a inseguirvi, continueremo – ha aggiunto Netanyahu – a darvi la caccia".

Nello stesso giorno, però, una brutta notizia ha scosso Israele. Shani Louk, la 22enne con doppia cittadinanza tedesca e israeliana che era stata rapita da Hamas al rave party nel kibbutz di Re'em dello scorso 7 ottobre, è morta. Lo ha annunciato la madre Ricarda. "Purtroppo ieri abbiamo ricevuto la notizia che mia figlia non è più in vita", ha detto a Rtl la donna, mentre la sorella di Shani, Adi, ha scritto su Instagram di "dover annunciare con grande tristezza la morte di mia sorella". Della giovane è stato ritrovato solo il cranio.

 

UNRWA, a Gaza il livello di distruzione non ha precedenti

L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) ha lanciato un appello urgente alla comunità internazionale per fornire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, che vive in condizioni disastrose a causa della guerra. Secondo l’UNRWA, il livello di distruzione nella Striscia di Gaza non ha precedenti nella storia del conflitto israelo-palestinese. Oltre 200.000 persone sono sfollate e vivono in rifugi improvvisati o nelle scuole gestite dall’agenzia. La maggior parte delle case, delle strade, dell’elettricità, dell’acqua e dei servizi sanitari sono stati danneggiati o distrutti dagli attacchi israeliani.

L’UNRWA ha denunciato anche le violazioni dei diritti umani commesse da entrambe le parti in guerra, tra cui gli attacchi indiscriminati contro i civili, l’uso di armi proibite, il blocco degli aiuti umanitari e il mancato rispetto del diritto internazionale umanitario. L’agenzia ha chiesto un cessate il fuoco immediato e duraturo, nonché una soluzione politica al conflitto basata sulla creazione di due stati, Israele e Palestina, che convivano in pace e sicurezza.

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