il tragico epilogo

Giulia Cecchettin, Filippo Turetta è stato arrestato in Germania

La giovane ventiduenne è stata ammazzata dal suo ex fidanzato. Sul suo pc erano state trovate ricerche su kit di sopravvivenza e itinerari in Austria

Giulia Cecchettin, Filippo Turetta è stato arrestato in Germania

Giulia Cecchettin, 22 anni, è stata uccisa dal suo ex fidanzato, Filippo Turetta, 22 anni, poi arrestato in Germania. A dare la tragica notizia alla famiglia è stato il Procuratore di Venezia, Bruno Cherchi, dopo il ritrovamento del corpo della giovane che aveva indosso gli stessi vestiti al momento della scomparsa, da parte di un'unità cinofila della Protezione civile che perlustrava un canalone tra Piancavallo e il lago di Barcis, in Friuli. Giulia, si saprà più tardi, ha tentato di difendersi, ma non è riuscita a salvarsi. Giulia è la 83esima vittima di femminicidio in Italia dall’inizio del 2023.

Il delitto

Giulia Cecchettin era una studentessa di Ingegneria Biomedica a Padova che si sarebbe dovuta laureare due giorni fa. Era appassionata di musica, sport e viaggi. Aveva lasciato Filippo ad agosto, dopo una relazione di due anni. Lui non aveva accettato la fine della storia e aveva iniziato a perseguitarla, minacciarla e insultarla. Poi il rapimento, l’omicidio, l’occultamento del corpo e la fuga, che continua ancora in queste ore. "Si costituisca, per poter dare la propria versione dei fatti. Sarebbe importante anche per lui, Per questo ribadisco: non continui questa sua fuga e si costituisca". E' stato l'accorato appello del procuratore Cherchi al ragazzo.

La svolta nelle indagini sul caso arriva dalle immagini di una telecamera stradale a Piancavallo, rimasta ferma 4 giorni per manutenzione che ha continuato a registrare, catturando così il passaggio della Fiat Punto nera di Filippo. Poche ore prima, alle 23.30 di sabato, le telecamere di videorosveglianza nella zona industriale di Fossò, a pochi chilometri da Vigonovo, avevano registrato tutte le fasi dell'aggressione di Filippo a Giulia: dalla prima collutazione, fuori dall'auto, fino ai calci mentre era terra, il suo grido d'aiuto, "mi fai male”; Giulia che tentava di allontanarsi, e Filippo che la riprendeva alle spalle, la colpiva mandandola di nuovo a terra. Giulia ha cercato di difendersi a tutti i costi: sulle braccia e sulle mani sono state rilevate diverse ferite. 

La fuga e poi l'arresto

Non c'è ancora traccia di Filippo Turetta, l'ex fidanzato di Giulia Cecchettin. Nei confronti dello studente 22enne di Torreglia è stato emesso un mandato di arresto europeo: da Vigonovo a Lienz, dal Veneto all'Austria, dove le ricerche si sono fatte ancora più serrate.

Dalle indagini, intanto, come riporta Il Gazzettino, è emerso che Filippo avrebbe fatto ricerche online su kit di sopravvivenza in alta quota e abbigliamento per escursioni in montagna, ma anche su itinerari estremi nel versante tirolese meridionale dell'Austria. Gli inquirenti, che venerdì hanno perquisito l'abitazione in cui il giovane abita con i genitori, sequestrando pc, tablet e alcuni capi d'abbigliamento, non escludono che lo studente, preso dalla disperazione, possa aver messo in atto qualche gesto autolesionistico.

Ultim'ora: Filippo Turetta è stato arrestato in Germania. Lo apprende l’Adnkronos. Ricercato per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Checchetin: è stato fermato su mandato di arresto europeo.

Il dolore della famiglia

"Il dolore è tanto, inimmaginabile, atroce. Una parte di me che se ne va. Aveva solo 22 anni... una vita davanti spezzata, senza un motivo logico. Posso capire una malattia, un incidente, ma questo è il modo piu' inconcepibile. Non te ne fai una ragione. Ma devo essere forte, per gli altri ragazzi, Elena e Davide. Devono, dobbiamo ripartire. Erano tre fratelli unitissimi". A dirlo, in una intervista a La Repubblica, è Gino Cecchettin, papà di Giulia. "Sono andato li', sul luogo del ritrovamento. Ma c'erano ancora i medici per i rilievi e non l'ho vista". Poi Gino Cecchettin ha rivolto un pensiero ai genitori di Filippo Turetta, accusato di aver ucciso sua figlia: "Li ringrazio, anche loro stanno vivendo un dramma e quindi sono vicino anche a loro. Certo, io pensavo a Giulia, volevo il suo ritorno. Per me è finita qui". Entrambi hanno rivolto un accorato appello al figlio, chiedendogli di costituirsi, ma finora inascolto. 

Infine Gino parla della rabbia della sorella di Giulia, Elena, che già ha annunciato di voler giustizia per tutte le vittime di femminicidio. "Ne farà la battaglia della sua vita - dice Cecchettin -. Ma anch'io voglio fare qualcosa, è giusto cosi'. Per Giulia e per tutte le altre che potranno trovarsi nella sua condizione".

E proprio Elena Cecchettin ha voluto scrivere un messaggio, colmo di rabbia per quanto accaduto alla sorella e a decine di altre donne. "Giulia Cecchettin, 22 anni, 103esima vittima del 2023 dello Stato patriarcale italiano, di violenza maschile. Non c’è un solo posto dove puoi essere al sicuro come donna in Italia, non ci sono uomini di cui ti puoi fidare. Una donna ogni 72 ore, ordinaria amministrazione per uno Stato fallito, incapace di proteggere le sue figlie, poco disposto a educare i suoi figli. Per favore, prenditi cura di tutte le donne della tua vita. E soprattutto responsabilizza gli uomini. Ritieni responsabile quell'amico che fa sempre battute inappropriate, quell'amico che tratta sempre le donne come oggetti, quell'amico che è così eccessivamente possessivo nei confronti della sua ragazza da non permetterle di fare nulla a sua insaputa. Parla con loro. Spiega loro che noi, noi donne, siamo altrettanto reali e altrettanto meritevoli di una vita libera quanto loro. Che Giulia riposi e che questa sia l'ultima volta che ciò accade. Qualcosa deve cambiare. Per te bruceremo tutto".

I femminicidi in Italia

Sono 83 i femminicidi commessi in Italia dll’inizio dell’anno, in media quasi uno ogni quattro giorni. E il caso di Giulia Cecchettin è solo l’ultimo di una lunga serie di omicidi che hanno sconvolto il nostro Paese negli ultimi anni. Si tratta di un fenomeno che riguarda tutte le regioni, le età e le condizioni sociali delle vittime. Le cause sono molteplici, ma spesso si tratta di una manifestazione estrema di una violenza maschile che si esercita sulle donne in vari ambiti, come la famiglia, il lavoro, la scuola, la strada. Una violenza che si basa su una cultura patriarcale e sessista, che considera le donne come oggetti o proprietà degli uomini, e che non tollera la loro autonomia, la loro libertà e la loro dignità. Una violenza che va contrastata con tutti i mezzi, a partire dall’educazione, dalla prevenzione, dalla protezione e dalla giustizia.

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