quarantaquattresimo giorno

Guerra a Gaza, nessun accordo sugli ostaggi. Oms: evacuare Al-Shifa

sraele e Hamas non trovano un’intesa per il rilascio di 50 prigionieri in cambio di una tregua di 5 giorni. Msf denuncia un attacco a un suo convoglio.

Guerra a Gaza, nessun accordo sugli ostaggi. Oms: evacuare Al-Shifa

La guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza è entrata nel 44esimo giorno, senza segni di una soluzione diplomatica. Le operazioni militari israeliane continuano a colpire obiettivi e infrastrutture palestinesi, mentre i miliziani di Hamas resistono e mantengono il controllo di centinaia di ostaggi. La situazione umanitaria è drammatica, soprattutto per i civili intrappolati tra il fuoco incrociato e privi di servizi essenziali. Le organizzazioni internazionali lanciano appelli disperati per fermare la violenza e garantire l’accesso agli aiuti. Ecco le ultime notizie di oggi, 19 novembre, sul conflitto in corso.

 

Nessun accordo per il rilascio degli ostaggi

Non c’è ancora nessun accordo tra Israele e Hamas per il rilascio di 50 dei 239 ostaggi detenuti dal gruppo islamista a Gaza, in cambio di una pausa dei combattimenti di cinque giorni. Lo ha confermato la Casa Bianca, smentendo le indiscrezioni del Washington Post che avevano parlato di un’intesa imminente. Il presidente Joe Biden ha ribadito il suo sostegno a Israele e la sua condanna delle azioni di Hamas, ma ha anche espresso la sua preoccupazione per la situazione degli ostaggi, tra cui diversi cittadini americani. Secondo fonti diplomatiche, le trattative sono ancora in corso, ma ci sono diversi punti di disaccordo, tra cui la durata della tregua, le condizioni umanitarie e la libertà di movimento a Gaza. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato che non ci sarà un cessate il fuoco senza il rilascio dei prigionieri. Hamas, dal canto suo, ha sospeso i negoziati a causa della situazione critica dell’ospedale di Al-Shifa, dove si ritiene si nascondano alcuni dei suoi leader.

 

Oms: evacuare subito l’ospedale di Al-Shifa

L’ospedale di Al-Shifa, il più grande e importante di Gaza, è diventato una “zona di morte” secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha chiesto l’evacuazione immediata dei quasi 300 pazienti e 25 sanitari rimasti. L’ospedale è sotto assedio da giorni da parte dell’esercito israeliano, che lo considera un obiettivo militare per la presenza sospetta di tunnel e basi operative di Hamas. L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha riferito che l’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione della struttura entro un’ora, ma la notizia è stata smentita da Israele, che ha accusato Hamas di usare gli ospedali come scudi umani. L’ospedale, che ha una capacità di 600 posti letto, è privo di elettricità, acqua, ossigeno e medicinali, e non riesce a fornire cure adeguate ai feriti e ai malati. Tra i pazienti ci sono anche 39 neonati che necessitano di assistenza respiratoria e che rischiano di morire. L’Oms ha definito la situazione “intollerabile” e ha chiesto a Israele di garantire l’accesso e la sicurezza degli operatori sanitari e dei convogli umanitari.

 

Msf: attaccato un nostro convoglio a Gaza

L’organizzazione umanitaria Medici senza frontiere (Msf) ha denunciato un attacco aereo israeliano contro un suo convoglio che stava portando aiuti medici a Gaza. L’attacco è avvenuto ieri, intorno alle 16:30, mentre il convoglio si trovava vicino al valico di Erez, al confine tra Israele e Gaza. Nessuno dei membri del team di Msf è rimasto ferito, ma il convoglio è stato danneggiato e costretto a tornare indietro. Msf ha condannato l’attacco come una “violazione del diritto internazionale umanitario” e ha chiesto a Israele di rispettare la neutralità e l’indipendenza delle organizzazioni umanitarie. Msf ha anche espresso la sua solidarietà ai civili palestinesi che subiscono le conseguenze della guerra e ha ribadito il suo impegno a fornire assistenza medica a Gaza. Msf ha quattro cliniche mobili a Gaza, che offrono cure di base, salute mentale e supporto psicosociale.

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