quarantacinquesimo giorno

Guerra a Gaza, il bilancio di morti e distruzioni è agghiacciante

La situazione nel conflitto tra Israele e Hamas resta drammatica. Le vittime salgono a 13.000, di cui 5.500 bambini. Si cerca una mediazione per gli ostaggi

Guerra a Gaza, il bilancio di morti e distruzioni è agghiacciante

La guerra di Gaza, iniziata il 7 ottobre 2023, è una delle più sanguinose e devastanti nella storia del conflitto israelo-palestinese. Dopo 45 giorni di combattimenti, non si intravede ancora una soluzione politica che possa garantire una pace duratura. Le parti in causa sono Israele, che controlla il territorio e il blocco aereo e marittimo della Striscia di Gaza, e Hamas, il movimento islamista che governa de facto l’enclave palestinese. Entrambi rivendicano il diritto alla difesa e alla resistenza, ma si accusano reciprocamente di violare il diritto internazionale e di commettere crimini di guerra.

Tunnel sotto l’ospedale Al Shifa

Una delle accuse più gravi che Israele muove a Hamas è quella di usare l’ospedale Al Shifa, il più grande e importante di Gaza, come base militare e come nascondiglio per i suoi leader. Secondo fonti militari israeliane, sotto l’ospedale ci sarebbero dei tunnel scavati da Hamas per trasportare armi, munizioni e combattenti. Questi tunnel sarebbero collegati ad altri siti strategici di Gaza, come moschee, scuole e edifici residenziali. Israele sostiene di avere prove video e audio di queste attività, ma non le ha rese pubbliche per motivi di sicurezza. Hamas nega categoricamente queste accuse e le definisce una giustificazione per colpire indiscriminatamente i civili.

Bilancio dei morti e delle distruzioni

Il bilancio dei morti e delle distruzioni causati dalla guerra di Gaza è agghiacciante. Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i morti sono 13.000, di cui 5.500 bambini. I feriti sono oltre 40.000, molti dei quali in condizioni critiche. Il sistema sanitario di Gaza è al collasso, a causa della mancanza di personale, di attrezzature, di medicinali e di elettricità. L’ospedale Al Shifa, che dovrebbe essere il principale centro di riferimento, è sovraffollato e sotto assedio. Le altre strutture sanitarie sono state danneggiate o distrutte dai bombardamenti israeliani. Anche le infrastrutture civili sono state pesantemente colpite. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), circa 300.000 persone sono sfollate, il 90% delle case sono inabitabili, il 95% dell’acqua è inquinata, il 70% delle scuole sono state chiuse o danneggiate, il 50% delle strade sono impraticabili.

Appelli internazionali e tentativi di mediazione

La comunità internazionale ha espresso più volte la sua preoccupazione e il suo orrore per la situazione umanitaria a Gaza. Diversi leader mondiali hanno chiesto a Israele e a Hamas di cessare le ostilità e di avviare un dialogo per una soluzione pacifica e duratura. Tra questi, il presidente francese Emmanuel Macron, che ha telefonato al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per esprimergli la sua condanna per le “troppe vittime civili” e per sollecitarlo a “fermare le violenze”. Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha lanciato un appello urgente per un “cessate il fuoco immediato e incondizionato” e per una “riapertura degli accessi umanitari” a Gaza. Tuttavia, questi appelli sono rimasti inascoltati. Israele ha dichiarato di voler continuare l’operazione militare fino a quando non avrà eliminato la minaccia di Hamas e distrutto la sua rete di tunnel. Hamas ha ribadito di non accettare alcuna tregua senza la fine del blocco israeliano e la liberazione dei prigionieri palestinesi.

L’unica speranza di una svolta sembra essere rappresentata dalla possibilità di uno scambio di ostaggi tra le due parti. Secondo alcune fonti, ci sarebbero delle trattative in corso, con il coinvolgimento di mediatori egiziani, turchi e qatarioti, per liberare i quattro soldati israeliani catturati da Hamas in cambio di centinaia di detenuti palestinesi. Questo scambio potrebbe essere il primo passo verso una tregua umanitaria e una ripresa del processo di pace. Tuttavia, le ore sono cruciali e il tempo stringe. Ogni giorno che passa, la guerra di Gaza fa nuove vittime e nuove sofferenze.

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