48esimo giorno

Guerra a Gaza, tregua rinviata a domani per cause logistiche

Israele e Hamas non trovano un accordo sui dettagli. Raid aerei e razzi sul Libano, ucciso il figlio di un leader Hezbollah. Il Papa condanna la violenza

Guerra a Gaza, tregua rinviata a domani per cause logistiche

La guerra di Gaza entra nel suo 48esimo giorno senza segni di tregua. Le trattative tra Israele e Hamas sono ancora in stallo, mentre i raid aerei e i lanci di razzi continuano a mietere vittime. Il Papa condanna la violenza e chiede una soluzione pacifica. Ecco le ultime notizie dal 23 novembre 2023.

Tregua non prima di venerdì, per cause logistiche

Secondo fonti diplomatiche, una tregua tra Israele e Hamas non sarebbe possibile prima di venerdì. Un funzionario israeliano, vicino ai negoziati, ha dichiarato ad Haaretz che il ritardo nell'attuazione dell'accordo sugli ostaggi e sulla tregua deriva da questioni amministrative "che sono in fase di risoluzione", quindi "non c'è motivo di preoccuparsi". "Il ritardo non deriva da una rottura dei colloqui, ma piuttosto dalla necessità di risolvere le questioni amministrative, che sono in fase di risoluzione", ha aggiunto.

Un alto funzionario statunitense ha spiegato che si è reso necessario più tempo per appianare i dettagli relativi alla posizione e al percorso di ciascuno degli ostaggi, nonché alla logistica del loro spostamento ed è stata presa la decisione di aspettare un giorno in più per minimizzare il rischio che le cose andassero male. Ha aggiunto che Israele ha preso la decisione insieme a Qatar ed Egitto, e che gli Stati Uniti sono stati consultati e hanno concordato. Il funzionario ha anche affermato che il fatto che Israele non abbia ancora ricevuto i nomi del primo gruppo di ostaggi da liberare non è un problema serio, ma ha aggiunto che sarebbe preoccupante se entro stasera non fosse ancora disponibile un elenco. 

Nuovi raid israeliani sul Libano, ucciso il figlio di un leader Hezbollah

Nella notte tra lunedì e martedì, l’aviazione israeliana ha condotto nuovi raid sul Libano, colpendo obiettivi legati al movimento sciita Hezbollah, alleato di Hamas. Tra le vittime, ci sarebbe il figlio di Mohamed Raad, importante membro di Hezbollah al parlamento libanese. Lo riferisce all'Afp una fonte vicina alla famiglia. Il figlio del deputato, capogruppo del partito filo-iraniano in parlamento, "è stato ucciso, insieme ad altri membri di Hezbollah" in un bombardamento su una casa nel villaggio di Beit Yahoun, ha precisato la fonte, che ha richiesto l'anonimato. 

Si tratta del secondo attacco israeliano sul Libano in meno di una settimana, dopo quello di giovedì scorso, che aveva provocato la reazione di Hezbollah con il lancio di quattro razzi verso Israele. Il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha promesso di vendicare la morte del figlio e di intensificare il sostegno a Hamas.

Il Papa: “Non è guerra, è terrorismo”

Papa Francesco ha espresso la sua profonda preoccupazione per la situazione di Gaza, definendola “non una guerra, ma un atto di terrorismo che uccide innocenti”. Durante l’Angelus di domenica, il Pontefice ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché si impegni a trovare una soluzione pacifica e duratura al conflitto. Ha anche invitato i fedeli a pregare per le vittime e per la pace in Terra Santa. Il Papa ha ricordato che la guerra non risolve i problemi, ma li aggrava, e ha chiesto di fermare la spirale di odio e violenza.

 

Il bilancio delle vittime

Il bilancio delle vittime della guerra di Gaza sale a 14.000 morti, di cui 5.600 bambini, secondo i numeri del ministero della Salute di Hamas. Mentre in Israele si contano 1.200 morti nell’attacco del 7 ottobre. Oltre 100.000 persone sono rimaste ferite, e più di 2 milioni sono sfollate o senza casa. Le infrastrutture di Gaza sono state gravemente danneggiate, e la popolazione soffre di scarsità di acqua, cibo, elettricità e assistenza sanitaria.

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