rivelazioni, accuse e difesa

Caso Cospito, gup di Roma: Delmastro a giudizio. Prima udienza a marzo

Il sottosegretario alla Giustizia a processo per aver violato il segreto d’ufficio sul caso Alfredo Cospito. L’opposizione chiede le sue dimissioni

Caso Cospito, gup di Roma: Delmastro a giudizio. Prima udienza a marzo

Il caso Delmastro torna ad essere uno dei temi più caldi della politica italiana. L'esponente di governo è stato rinviato a giudizio per aver rivelato il segreto d’ufficio ad un suo collega di partito. La decisione del gup di Roma ha scatenato le reazioni dell’opposizione, che ha chiesto le dimissioni del sottosegretario e ha annunciato una mozione di sfiducia. La premier Giorgia Meloni, però, ha espresso la sua solidarietà a Delmastro e ha chiesto ai suoi di fare quadrato attorno a lui. Anche i parlamentari di FdI hanno difeso il loro collega, sostenendo che dimostrerà la sua innocenza in sede processuale e che la mozione di sfiducia cadrà in un nulla di fatto. 

 

Il rinvio a giudizio

Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro dovrà affrontare il processo per il caso Cospito, l’anarchico detenuto al 41-bis che ha fatto uno sciopero della fame di sei mesi contro il regime carcerario. Il giudice per l’udienza preliminare di Roma ha infatti deciso di rinviare a giudizio Delmastro con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio, accogliendo la richiesta della procura. La prima udienza è stata fissata per il 12 marzo davanti al giudice monocratico del tribunale penale di piazzale Clodio.

 

Le accuse

Delmastro è accusato di aver rivelato a un collega di partito, il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, il contenuto di un rapporto di polizia penitenziaria sui dialoghi avvenuti nel penitenziario di Bancali, a Sassari tra Alfredo Cospito e alcuni boss mafiosi detenuti con lui in regime di 41 bis. 

A querelare Delmastro e Donzelli era stato il parlamentare del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, a seguito dell'intervento del deputato di Fratelli d'Italia Donzelli, durante una discussione sul caso Alfredo Cospito alla Camera, in cui spiegava perché il detenuto sarebbe dovuto rimanere in regime di 41 bis.

Secondo l’accusa, Delmastro avrebbe violato il segreto d’ufficio, previsto dall’articolo 326 del codice penale, comunicando a Donzelli, le frasi registrate dalla polizia penitenziaria e riportate in un verbale riservato. Conversazioni che Cospito aveva avuto il 12 gennaio scorso con boss di camorra e ‘ndrangheta che condividevano con lui l’ora d’aria prevista per il regime del carcere duro, in cui si affermva l’importanza di fare una battaglia per indurre lo Stato a modificare questa misura detentiva.

Nel luglio scorso, la Gip Emanuela Attura aveva disposto l’imputazione coatta, per il sottosegretario alla giustizia, dopo che la procura di Roma aveva chiesto l’archiviazione ritenendo l’esistenza oggettiva della violazione, ma senza le prove dell'esistenza dell'elemento soggettivo, ritenendo che Delmastro fosse consapevole dell’esistenza del segreto. La procura aveva chiesto il proscioglimento. Il Gup ha deciso diversamente. La prima udienza è stata fissata per 12 marzo."Confidavamo in una decisione diversa perché c'erano tutti i presupposto per una sentenza di non luogo a procedere", il commento dell'avvocato Giuseppe Valentino, difensore del sottosegretario alla Giustizia.

 

La difesa

Delmastro si è sempre difeso dalle accuse, sostenendo di aver agito nell’interesse pubblico e di non aver violato alcun segreto. "Non mi aspettavo il rinvio a giudizio, come i pm che per due volte hanno chiesto il mio proscioglimento. Andrò a giudizio serenamente". E' il commento di Delmastro, intervistato dalla trasmissione "Stasera Italia" su Rete 4. Il sottosegretario alla Giustizia ha evidenziato "l'anomalia" del suo procedimento rappresentata dal fatto che l'imputato è "in squadra con i pm", nel senso che anche i pubblici ministeri sono convinti della sua innocenza.

"Non ho dato le carte a Donzelli. Ho risposta a un domanda, non mi potevo trincerare dietro una segretezza che non c'era", ha aggiunto Delmastro, esculdendo di aver violato il segreto in relazione al caso Cospito. "Sono straordinariamente fiero di non aver tenuto sotto segreto un fatto di gravità inaudita, cioè che terroristi anarchici in combutta con criminali mafiosi tentassero di fare un attacco concentrico al 41 bis". Alla domanda se rifarebbe il comportamento che lo ha portato al rinvio a giudizio, Delmastro ha risposto di sì perché "c'è qualcosa che viene prima: il servizio vero dell'Italia che è l'attacco frontale alla criminalità".

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