L’Ucraina sempre più al centro di una sfida geopolitica tra gli Stati Uniti e la Russia, che si gioca su più fronti: militare, economico, politico e giuridico. Il conflitto, iniziato nel 2014 con l’annessione della Crimea da parte di Mosca, proseguito con la guerra nel Donbass e acuito con l'invasione senza precedenti dellle truppe russe nel territorio ucraino nel 2022, non ha ancora trovato una soluzione pacifica, nonostante i tentativi diplomatici e le sanzioni internazionali. Al contrario, la situazione sembra destinata a inasprirsi, con nuove accuse, tensioni e minacce.
Il piano Usa: aiutare l’Ucraina a resistere alla Russia
Gli Stati Uniti, principali alleati dell’Ucraina, stanno lavorando a una strategia a lungo termine per sostenere il Paese, che prevede sia un aiuto militare che economico. Lo ha rivelato l’Washington Post, citando fonti anonime dell’amministrazione Biden. Il piano, tuttavia, non contempla la riconquista dei territori perduti a favore della Russia, ma mira a rafforzare la capacità di Kiev di difendersi da eventuali nuove aggressioni russe. L’obiettivo è di creare una forza militare ucraina in grado di scoraggiare l’ingerenza di Mosca e di integrare il Paese nelle istituzioni occidentali, attraverso riforme politiche e il rilancio della base industriale e delle esportazioni. Il piano, però, deve ancora superare l’ostacolo del Congresso, dove alcuni repubblicani si oppongono al finanziamento dell’Ucraina, accusandola di corruzione e collusione con la Cina.
Putin: aereo ucraino abbattuto da missili francesi o Usa
Il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato una nuova accusa contro l’Ucraina, sostenendo che l’aereo militare russo Ilyushin-76, precipitato nella regione di Belgorod, sia stato abbattuto da un sistema di difesa antiaerea di produzione francese o americana, usato dall’Ucraina. “Questo sarà chiarito in un paio di giorni”, ha detto Putin, secondo l’agenzia Ria Novosti. Il leader russo ha aggiunto che l’aereo trasportava 65 prigionieri ucraini, che l’intelligence di Kiev conosceva, e che quindi si tratta di un “crimine di guerra”. L’Ucraina ha respinto le accuse, definendole “infondate e provocatorie”.
Lituania e Polonia: tribunale internazionale per i crimini russi
La Lituania e la Polonia hanno chiesto la creazione di un tribunale internazionale per giudicare i responsabili dell’aggressione russa contro l’Ucraina, considerata un crimine internazionale. Lo hanno dichiarato i ministri della Giustizia dei due paesi, Ewelina Dobrowolska e Adam Piotr Bodnar, al termine di un incontro a margine del consiglio informale dei ministri della Giustizia dell’Unione europea. I due ministri hanno sottolineato la necessità di garantire la certezza della pena per i leader russi, accusati di aver violato il diritto internazionale e di aver perpetrato un’ideologia imperialista. Hanno inoltre espresso la loro solidarietà all’Ucraina, promettendo di fornire assistenza legale e di collaborare nelle indagini sulle violazioni commesse dalle autorità della Bielorussia, alleata della Russia.
Usa: vendita di F-16 alla Turchia dopo ratifica della Svezia nella Nato
Gli Stati Uniti hanno approvato la vendita di caccia F-16 alla Turchia, dopo che Ankara ha ratificato l’ingresso della Svezia nella Nato. Il dipartimento di Stato americano ha informato il Congresso, come previsto dalla legge, di questa operazione, così come di quella di aerei F-35 alla Grecia, come riportato da un funzionario anonimo. La Turchia riceverà 40 nuovi F-16 per 23 miliardi di dollari, portando a 79 il numero di caccia nella sua flotta. La Grecia, invece, acquisterà 40 F-35 per 8,5 miliardi di dollari. “La vendita di questi aerei rafforzerà la sicurezza e la stabilità nella regione, in un momento di crescenti sfide e minacce”, ha detto il funzionario, sottolineando il ruolo chiave della Turchia e della Grecia nella Nato. La vendita degli F-16 alla Turchia era stata bloccata dagli Usa nel 2019, dopo che Ankara aveva acquistato il sistema missilistico russo S-400, considerato incompatibile con quello della Nato. La ratifica della Svezia nella Nato da parte della Turchia è stata vista come un segnale di distensione tra i due alleati.