il ricatto del Cremlino

Minacce e sepoltura segreta, il dramma della madre di Navalny

La donna ha visto il corpo del figlio, morto in carcere, e ha registrato un video in cui accusa le autorità russe di voler impedire un funerale pubblico

Minacce e sepoltura segreta, il dramma della madre di Navalny

La morte di Alexei Navalny, il principale oppositore di Vladimir Putin, ha scosso il mondo e ha sollevato molte domande sulle circostanze e le responsabilità del decesso. La madre di Navalny, Ludmilla Navalnaya, ha potuto vedere il corpo del figlio, ma ha denunciato che le autorità russe le hanno impedito di riaverlo e le hanno imposto di accettare una sepoltura segreta. In un video, la donna ha espresso il suo dolore e la sua rabbia, e ha chiesto che il corpo di suo figlio le venga consegnato immediatamente. La portavoce di Navalny, Kira Yarmush, ha rivelato che il referto medico afferma che le cause della morte sono naturali, ma ha espresso dubbi sulla veridicità del documento. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha invece attaccato l'Occidente, accusandolo di isteria e di interferenza negli affari interni della Russia.

 

La madre di Navalny: "Mi ricattano, vogliono un funerale segreto"

Ludmilla Navalnaya ha raccontato in un video la sua drammatica esperienza dopo la morte del figlio, avvenuta in una colonia penale a regime speciale di Kharp, dove era detenuto. La donna ha detto di aver visto il corpo del figlio solo ieri sera, accompagnata "in segreto" all'obitorio, dopo quasi un giorno di attesa. Ha firmato il certificato di morte, ma non le hanno restituito il corpo, come previsto dalla legge. "Invece mi ricattano, vogliono definire le condizioni del come, dove e quando seppellire mio figlio, ricevono ordini o dal Cremlino o dalla sede centrale della Commissione inquirente. Vogliono che la sepoltura avvenga in segreto, senza un saluto. Vogliono portarmi in un cimitero con una tomba appena fatta e indicarmi, qui giace tuo figlio", ha detto, con voce ferma e calma.

La donna ha aggiunto di non essere d'accordo con questa imposizione, e di voler dare a suo figlio e alle persone che gli volevano bene la possibilità di un ultimo saluto. Ha poi denunciato di essere stata minacciata dagli inquirenti, che le hanno detto che infieriranno sul corpo di Alexei se non accetta un funerale segreto. Ha citato il nome dell'ispettore Voropaev, che le avrebbe detto apertamente: “Il tempo non è dalla tua parte, il cadavere si sta decomponendo”. "Non voglio nessun trattamento speciale, voglio solo che tutto sia fatto secondo la legge. Chiedo che il corpo di mio figlio mi venga consegnato immediatamente", ha concluso la donna nel video reso pubblico.

 

La portavoce di Navalny: "Il referto medico dice che è morto di cause naturali"

Subito dopo le dichiarazioni della madre di Navalny, la portavoce di Navalny, Kira Yarmush, ha riferito che il referto medico sulla morte mostrato alla madre di Alexei Navalny, "dice che le cause del decesso sono naturali". La portavoce ha però espresso dei dubbi sulla veridicità del documento, e ha chiesto che vengano rese note le analisi tossicologiche e le registrazioni delle telecamere di sorveglianza della cella di Navalny. Yarmush ha anche sostenuto che Navalny fosse in buona salute prima di essere arrestato, e che non avesse mai avuto problemi cardiaci o respiratori. Ha inoltre ricordato che Navalny era stato avvelenato due volte in passato, e che le autorità russe non avevano mai condotto indagini serie su questi episodi.

 

Lavrov: "L'Occidente fa isteria, non ha il diritto di interferire"

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha invece reagito con durezza alle critiche e alle richieste di chiarimenti provenienti dall'Occidente sulla morte di Navalny. Dopo una riunione dei ministri degli Esteri del G20, Lavrov ha accusato l'Occidente di aver lanciato “un'isteria sulla morte di Alexei Navalny”, e ha detto che queste persone non hanno il diritto di interferire nei nostri affari interni, soprattutto perché hanno loro stessi un problema con Julian Assange, Gonzalo Lira, morto per tortura in una prigione ucraina. Lavrov ha poi aggiunto: "Ancora una volta ne sono convinto: i nazisti possono fare qualsiasi cosa. È una cosa molto grave. Se parliamo delle richieste che vengono fatte ora - 'chiediamo indagini aperte e indipendenti' - beh, c'è da vergognarsi".

 

Due giorni fa la signora Lyudmila aveva realizzato un videomessaggio per Putin, in cui lo implorava di farle vedere il figlio e di consegnarle il corpo. Il presidente russo non ha mai risposto al suo appello, e ha continuato a ignorare la vicenda di Navalny, che aveva definito "un traditore della patria".

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