giorno 802 di guerra

Minacce e politiche draconiane russe: l’Ucraina continua a resistere

Kiev risponde alle accuse russe mentre gli attacchi si intensificano, nel Donbass colpiscono anche i neonati. Zelensky e altri ufficiali ricercati in Russia

Minacce e politiche draconiane russe: l’Ucraina continua a resistere

Nel teatro di guerra che vede contrapposte Ucraina e Russia, emergono nuove dinamiche di potere. Mentre gli attacchi si susseguono senza sosta, la politica internazionale assiste a mosse inaspettate. Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, entra nella lista dei più ricercati del ministero dell’Interno russo, un gesto che sottolinea la crescente tensione tra i due paesi. La risposta di Kiev non si fa attendere, ribadendo la legittimità del mandato d’arresto internazionale contro Vladimir Putin.

 

La lista nera e la guerra delle accuse 

Nel contesto di un conflitto che si protrae da oltre due anni, la figura di Volodymyr Zelensky è ormai divenuta il simbolo della resistenza del popolo ucraini. La sua immagine, priva di barba e mimetica, è stata sostituita da quella di un leader in tenuta da combattimento, pronta a guidare il suo popolo. La risposta di Mosca a questa trasformazione è stata netta: Zelensky è ora ricercato in Russia, accusato in base a un articolo non specificato del codice penale. L’Ucraina, dal canto suo, minimizza l’accaduto, considerandolo un atto disperato di propaganda. La tensione sale ulteriormente quando Kiev sottolinea l’importanza del mandato d’arresto internazionale contro Putin, emesso dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra, un affronto che il Cremlino non sembra disposto a tollerare.

Oltre Zelensky, ci sono anche altre figure di spicco dell’Ucraina, come l’ex presidente Petro Poroshenko e l’ex ministro della Difesa Mikhail Koval, sono finiti sotto la lente di Mosca. Questi ordini di arresto si aggiungono a una lunga lista di politici e militari stranieri già dichiarati ricercati dalla Russia.

Nel frattempo, la guerra non dà tregua: Zelensky chiede interventi rapidi per rafforzare la difesa aerea e l’approvvigionamento di armi. Gli attacchi russi non cessano, con oltre 380 incursioni in una settimana, lasciando morti e feriti. La risposta ucraina non si fa attendere, con raid contro le regioni di confine russe, segno di una resistenza che non accenna a cedere.

 

Le vittime innocenti del conflitto

La guerra nel Donbass sta diventando sempre più crudele a causa dell’introduzione di una nuova normativa russa. Secondo quanto riportato da Artem Lysogor, a capo dell’amministrazione militare del Lugansk, le madri che daranno alla luce i propri figli negli ospedali della regione saranno costrette a dimostrare la cittadinanza russa di almeno uno dei genitori per poter lasciare l’ospedale con il neonato. Questa misura, come evidenziato dal think tank americano Isw, costituisce una flagrante violazione della Convenzione internazionale contro il genocidio, colpendo anche i più indifesi: i neonati.

 

L’allerta dell’intelligence ucraina 

Anche la situazione geopolitica nell’Est Europa si fa sempre più tesa. Secondo il vice-direttore dei servizi segreti ucraini, la Russia potrebbe estendere la propria influenza ai paesi baltici in appena sette giorni, sfruttando il tempo di reazione della NATO, stimato in dieci giorni. Questa dichiarazione, rilasciata durante un’intervista a The Economist, sottolinea l’importanza strategica dell’Ucraina nel contenere l’avanzata russa. Il generale Vadim Skibitski enfatizza il valore dei sacrifici ucraini, che hanno garantito all’Europa un margine di manovra significativo, eliminando la minaccia immediata delle forze russe per il prossimo decennio. Resta ora da vedere se l’Europa ricambierà questo favore, sostenendo l’Ucraina nel suo momento di bisogno.

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