141esimo giorno di conflitto

Guerra a Gaza: Rafah sotto attacco, proteste a Tel Aviv, raid in Yemen

La coalizione guidata dagli Usa colpisce gli Houthi nello Yemen. Nella capitale, la polizia reprime le manifestazioni contro il governo di Netanyahu.

Guerra a Gaza: Rafah sotto attacco, proteste a Tel Aviv, raid in Yemen

La guerra tra Israele e Hamas entra nel quinto mese, mentre la coalizione guidata dagli Usa colpisce gli Houthi nello Yemen.

A Tel Aviv, la polizia reprime le manifestazioni contro il governo di Netanyahu.

La situazione umanitaria a Gaza è drammatica.

 

Israele minaccia di intensificare le operazioni su Rafah

La guerra di Gaza non accenna a fermarsi. Dopo 141 giorni di combattimenti, Israele minaccia di intensificare le operazioni militari su Rafah, la città più meridionale della Striscia, dove si trovano 1,4 milioni di rifugiati. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che la prossima settimana convocherà un gabinetto di guerra per approvare i piani per l’azione a Rafah, che prevedono anche l’evacuazione forzata dei civili. Nell’ultimo giorno, almeno 6 raid aerei hanno colpito la città, causando vittime e distruzioni.

 

A Tel Aviv, la polizia disperde i manifestanti con gli idranti

A Tel Aviv, invece, migliaia di persone hanno protestato contro il governo, accusandolo di condurre una guerra senza fine e senza obiettivi. La polizia ha disperso i manifestanti con i cannoni ad acqua, arrestando decine di persone. I dimostranti chiedevano le dimissioni di Netanyahu, che ha respinto le critiche e ha ribadito la sua determinazione a continuare la lotta contro Hamas.

 

La situazione umanitaria a Gaza è sempre più critica

La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è sempre più critica. Secondo le Nazioni Unite, 2,2 milioni di abitanti, quasi tutta la popolazione, sono a rischio di una “fame di massa”. I problemi sanitari sono gravi, soprattutto per i bambini. Gli aiuti umanitari entrano a stento dal valico di Rafah, controllato dall’Egitto, e dipendono dal permesso di Israele. Spesso non riescono a raggiungere le zone più colpite a causa delle macerie e dei blocchi stradali.

 

Le trattative per una tregua proseguono a Doha

Intanto, le trattative per una tregua proseguono a Doha, in Qatar, dove Israele ha inviato una delegazione. Il Qatar è uno dei mediatori tra le parti, insieme a Usa, Egitto e Francia. A Parigi, si sarebbe raggiunto un accordo di massima, che prevede un cessate il fuoco di 6 settimane e lo scambio di prigionieri-ostaggi tra Israele e Hamas. Israele libererebbe una quarantina di ostaggi in mano al movimento islamico, in cambio di alcune centinaia di detenuti palestinesi. Si tratterebbe di un compromesso tra le richieste di Israele, che vuole la restituzione di tutti i suoi ostaggi, circa un centinaio, ma senza rinunciare alla guerra, e quelle di Hamas, che chiede il ritiro delle truppe israeliane da Gaza e il cessate il fuoco definitivo.

 

Yemen: la coalizione internazionale attacca gli Houthi

Nel frattempo, il Medio Oriente è scosso da un altro conflitto: quello nello Yemen, dove la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti ha lanciato un nuovo attacco contro gli Houthi, i ribelli sostenuti dall’Iran. Secondo la Cnn, che cita fonti statunitensi, gli attacchi hanno colpito 18 obiettivi Houthi in 8 località dello Yemen, tra cui depositi di armi, droni, sistemi di difesa aerea, radar e un elicottero. Anche il Regno Unito ha partecipato all’operazione, che è la quarta di questo tipo contro gli Houthi. La TV Al Masirah, vicina ai ribelli, ha riferito che gli attacchi hanno colpito anche la capitale Sanaa. Il Pentagono ha giustificato l’azione come “necessaria e proporzionata” per contrastare le minacce degli Houthi alla sicurezza regionale.

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