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Prima legge sull’Ai, l’Europa pioniera nella regolamentazione

Il Parlamento europeo guida con l’IA act e un pacchetto di norme per tutelare progresso e privacy, assicurando etica e sicurezza nell’uso tecnologico.

Prima legge sull’Ai, l’Europa pioniera nella regolamentazione

L’Europa si appresta a diventare il primo continente a introdurre una legge sull’Intelligenza Artificiale, segnando un passo storico nella regolamentazione di questa tecnologia emergente. Con l’approvazione del Parlamento europeo, si delineano standard globali che pongono l’essere umano e i valori europei al centro dello sviluppo dell’IA. Questa premessa esplora le implicazioni di tale legislazione, che mira a garantire sicurezza, etica e trasparenza nell’uso dell’IA, stabilendo un equilibrio tra innovazione tecnologica e protezione dei diritti civili.

 

Il Parlamento europeo ratifica la legge sull’IA

In una mossa senza precedenti, il Parlamento europeo ha sancito l’approvazione della legge sull’Intelligenza Artificiale, posizionandosi come pioniere a livello globale. Con un consenso schiacciante e soli 46 voti contrari, il co-relatore Benifei ha proclamato un’epoca di cambiamento: “Una giornata memorabile che segna la via per un progresso sicuro e umano.” Dopo un percorso legislativo esteso, 523 voti hanno suggellato il destino della normativa che mira a disciplinare per la prima volta l’uso dell’IA, con l’entrata in vigore prevista tra due anni.

 

L’IA incontra i valori europei

A Strasburgo si fa eco di un sentimento unanime: l’adozione del regolamento sull’IA.  Con 523 voti favorevoli, il Parlamento europeo ha fissato uno standard internazionale per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Questo atto riafferma il ruolo guida dell’Unione nella regolamentazione dell’economia digitale, un percorso iniziato con il GDPR e proseguito con il Digital Markets Act e il Digital Services Act. “Regolamentiamo il minimo indispensabile, ma quanto basta!” ha dichiarato il commissario Breton, mentre Benifei esalta il posizionamento dell’umanità e dei valori europei al fulcro dello sviluppo dell’IA.

 

IA Ue: nuove direttive per sviluppatori e operatori

Il nuovo regolamento impone agli sviluppatori e agli operatori dell’IA di aderire a requisiti e obblighi ben definiti, calibrati sui rischi potenziali e sull’impatto delle loro applicazioni. Si stabiliscono limiti chiari, come il ristretto uso dei sistemi di identificazione biometrica da parte delle forze dell’ordine, e si introducono misure contro le manipolazioni e l’abuso delle vulnerabilità degli utenti. Elementi come i “deepfake” dovranno essere inequivocabilmente etichettati, e si delineano doveri precisi per l’uso dell’IA nei contesti democratici, inclusi i processi elettorali. I consumatori, inoltre, avranno il diritto di presentare reclami e ottenere spiegazioni pertinenti.

 

Verso la ratifica del regolamento sull’IA

Il cammino verso l’adozione definitiva del regolamento sull’Intelligenza Artificiale è quasi completo. Resta l’attesa per il vaglio finale dei giuristi-linguisti e l’approvazione formale del Consiglio. Una volta pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE, il regolamento diverrà operativo dopo venti giorni, segnando l’inizio di un nuovo capitolo normativo due anni più tardi. Le eccezioni saranno poche, e i divieti su pratiche ritenute inaccettabili entreranno in vigore sei mesi dopo la pubblicazione.

 

Le direttive del commissario Breton

Il commissario Breton ha messo in luce la resilienza dell’UE di fronte a pressioni esterne durante i negoziati, mantenendo fuori dal regolamento le IA di grandi dimensioni. Il risultato è una normativa ponderata, che guarda al futuro senza trascurare i rischi. Benifei sottolinea l’importanza dell’attuazione progressiva e del rispetto volontario da parte di aziende e istituzioni. La tabella di marcia è chiara: si parte dai divieti, per affermare con forza che certe applicazioni non troveranno spazio in Europa. I divieti saranno attivi entro la fine dell’anno, dando il via a una nuova era di regolamentazione dell’IA.

 

Tutela della privacy e dicurezza dei dati

Le nuove direttive europee pongono un veto categorico su applicazioni IA che possano compromettere la sicurezza dei cittadini. È il caso dei sistemi di categorizzazione biometrica che si basano su dati personali delicati quali convinzioni religiose, orientamenti politici o sessuali, o l’uso di immagini facciali ottenute da internet o sistemi CCTV per creare database per il riconoscimento facciale. Analogamente, verranno proscritti i sistemi di rilevamento delle emozioni in ambienti lavorativi e scolastici, così come le tecniche di previsione criminale da parte delle forze di polizia.

Nonostante le restrizioni, le autorità di polizia avranno la facoltà di utilizzare il riconoscimento biometrico a distanza e in tempo reale in circostanze eccezionali, come la ricerca di persone disperse o la prevenzione di minacce terroristiche. Queste misure sono pensate per bilanciare la protezione della privacy individuale con le esigenze di sicurezza collettiva.

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