il braccio esecutivo di Bruxelles

Ue: 5 indagini sulle Big Tech per verificare la loro conformità al DMA

La Commissione UE esamina Alphabet, Apple, Meta e Amazon per assicurare l’aderenza al nuovo Digital Market Act. Le conseguenze in caso di difformità

Ue: 5 indagini sulle Big Tech per verificare la loro conformità al DMA

In un’epoca di dominio digitale, l’Unione Europea si erge a paladina della legalità, avviando un’indagine senza precedenti. Le grandi potenze tecnologiche, Alphabet, Apple, Meta e Amazon, si trovano ora sotto la lente d’ingrandimento della Commissione Europea. L’obiettivo è chiaro: verificare la conformità con il Digital Market Act, la nuova normativa che mira a regolare i giganti del settore. È un momento storico: per la prima volta, il braccio esecutivo di Bruxelles agisce ufficialmente, segnando un punto di svolta nella regolamentazione del mercato digitale.

 

Il sospetto di Bruxelles

La Commissione Europea ha annunciato l’avvio di cinque indagini di non conformità nei confronti di Alphabet, Google Play, Google Search, Apple e Meta. La vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager, responsabile della politica di concorrenza, ha espresso dubbi sulla piena aderenza delle soluzioni proposte dalle aziende al DMA. “Sospettiamo che non siano pienamente conformi”, ha dichiarato. L’indagine si propone di assicurare che i mercati digitali rimangano aperti e competitivi, un pilastro fondamentale per l’economia digitale europea.

L’Unione Europea intensifica dunque le sue azioni di vigilanza, estendendo l’indagine alle pratiche di “steering” di Alphabet in Google Play e di “self-preferencing” in Google Search. Anche Apple è sotto osservazione per le analoghe strategie nell’App Store e per la schermata di scelta imposta su Safari. Meta, invece, viene esaminata per il suo controverso modello “pay or consent”, che solleva questioni riguardo il consenso degli utenti nell’uso dei dati personali.

Le aziende coinvolte non hanno tardato a rispondere, sottolineando il loro impegno a collaborare con le autorità regolatorie. La posta in gioco è alta: una non conformità potrebbe tradursi in sanzioni severe e cambiamenti significativi nel modo in cui operano in Europa. Il futuro del mercato digitale è in bilico, e tutti gli occhi sono puntati sulle mosse che l’UE e le Big Tech faranno nel prossimo capitolo di questa saga giuridica.

 

Iniziative e preoccupazioni

La Commissione non si ferma qui: indaga anche sulla nuova struttura tariffaria di Apple per gli app store alternativi e sulle metodologie di classificazione di Amazon. Un procedimento è stato avviato per valutare la conformità delle misure di Alphabet e Apple con l’articolo 5, paragrafo 4, del DMA, che richiede ai gatekeeper di permettere agli sviluppatori di indirizzare i consumatori verso offerte esterne senza costi aggiuntivi. La preoccupazione è che le restrizioni imposte limitino la libertà degli sviluppatori di promuovere le proprie offerte e di concludere contratti direttamente con i consumatori. Per Meta, il timore è che il modello “pay or consent” non offra una reale scelta agli utenti, contravvenendo all’articolo 5, paragrafo 2, del DMA e facilitando l’accumulo di dati personali da parte dei gatekeeper.

 

Quali le possibile conseguenze per queste aziende?

Le conseguenze per le aziende che non rispettano il Digital Market Act (DMA) possono essere significative. In caso di violazione delle norme, il DMA prevede sanzioni fino al 10% del fatturato dell’azienda e fino al 20% in caso di recidiva. Questo potrebbe tradursi in multe miliardarie, considerando i volumi di affari delle grandi aziende tecnologiche.

Inoltre, le aziende potrebbero essere costrette a modificare le loro pratiche commerciali per conformarsi alle regole, il che potrebbe includere cambiamenti significativi nella gestione dei dati degli utenti, nelle strategie di mercato e nelle interazioni con altre piattaforme e sviluppatori. Tali modifiche potrebbero avere un impatto diretto sulla loro operatività e sui servizi offerti agli utenti.

L’obiettivo del DMA è di limitare il potere di mercato dei cosiddetti “gatekeeper”, aumentare la concorrenza e migliorare la scelta per i consumatori, assicurando che il sistema concorrenziale funzioni meglio. Le aziende dovranno quindi adattarsi a un contesto normativo più stringente, che mira a garantire un ambiente digitale più equo e aperto.

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