Nuovi sviluppi nell’indagine

Strage di Mosca, Putin accusa l’Ucraina ma Lukashenko lo contraddice

Mosca punta il dito contro Kiev per l’attacco al Crocus City Hall, coinvolgendo anche USA e GB. Zelensky attacca Putin, definendolo “malato e cinico”.

Strage di Mosca, Putin accusa l’Ucraina ma Lukashenko lo contraddice

In un clima di crescente tensione internazionale, la Russia ha lanciato pesanti accuse nei confronti dell’Ucraina, sostenendo il coinvolgimento di agenti segreti ucraini nell’attacco al Crocus City Hall. La situazione si complica con le dichiarazioni contrastanti tra i leader bielorussi e russi, mentre le potenze occidentali si trovano a negare le affermazioni di Mosca. 

Intanto in Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha licenziato Alexey Danilov dalla carica di segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell'Ucraina ed ha nominato l'ormai ex capo dei servizi segreti esteri, Alexander Litvinenko, 51 anni, a capo dei servizi segreti esteri dell'Ucraina dal 23 luglio 2021.

 

Accuse dirette e contraddizioni

“Konechno Ukraina”, ha dichiarato con un sorriso il capo del Consiglio di Sicurezza russo, Nikolai Patrushev, rispondendo alle domande dei giornalisti sull’attentato che ha scosso la capitale russa. Un’accusa diretta che non lascia spazio a interpretazioni, confermata dal capo dell’Fsb, Alexander Bortnikov, che ha allargato il cerchio dei sospetti a includere anche Stati Uniti e Gran Bretagna, preannunciando una rappresaglia da parte di Mosca. 

Bortnikov  ha accusato l'Ucraina di addestrare miliziani islamisti in Medio Oriente e ciò sarebbe evidenziato dal gran numero di stranieri che combattono con le forze di Kiev. "Sono nazionalisti, mercenari, islamisti che il Paese porta a combattere contro la Russia", ha aggiunto il capo dell'Fsb, sottolineando che rappresentanti ucraini hanno visitato le basi di terroristi in Medio Oriente.

Nonostante le dichiarazioni ufficiali, le versioni dei fatti sembrano divergere. Il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, ha fornito un resoconto degli eventi che contraddice quello russo, descrivendo un tentativo fallito dei presunti terroristi di entrare in Bielorussia. Intanto, Kiev respinge le accuse, con il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak che denuncia le menzogne russe, e il presidente Volodymyr Zelensky che attacca Putin, definendolo “malato e cinico”. Sul fronte occidentale, il ministro degli Esteri britannico David Cameron descrive le accuse moscovite come “insensate”, sostenendo la responsabilità dell’Isis nell’attentato. L'Fsb tuttavia insiste, affermando che gli interrogatori degli arrestati "confermano la pista ucraina". 

 

Rappresaglia moscovita in sospeso

Nel dibattito sull’eventuale rappresaglia russa, i giornalisti hanno chiesto a Alexander Bortnikov riguardo la possibilità che Kirylo Budanov, capo dell’intelligence militare ucraina, possa diventare un bersaglio. La risposta del capo dell’Fsb è stata chiara: ogni individuo che commette crimini contro la Russia è un obiettivo legittimo per le forze armate russe. 

Dall’altra parte, Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha invece adottato un tono più cauto. Ha sottolineato che è prematuro discutere le possibili reazioni della Russia fino a quando non sarà confermata l’implicazione dell’Ucraina nell’attacco. “Ci troviamo in piena indagine”, ha affermato Peskov, “e non sarebbe appropriato indulgere in congetture in questa fase”.

 

Nuovi sviluppi nell’indagine dell’attentato

La Corte di Mosca ha recentemente convertito in arresto la detenzione di un ulteriore sospettato, portando a otto il numero di individui fermati. Alisher Kasimov, nato in Kirghizistan ma cittadino russo, è accusato di aver fornito alloggio ai presunti terroristi, sebbene sostenga di essere stato all’oscuro della loro identità. Quest'ultimo arresto segue la conferma della custodia dei quattro presunti autori dell’attacco, originari del Tagikistan, e di altri tre uomini, anch’essi tagiki.

Parallelamente, la stessa Corte ha emesso un mandato di cattura per terrorismo nei confronti di Vasily Malyuk, a capo dei servizi segreti ucraini, nonostante il provvedimento non sia direttamente collegato all’indagine sull’attacco. La vicenda si intreccia con le recenti rivelazioni di Malyuk riguardo a due omicidi in Russia: quello del politico ucraino filorusso Illia Kyva, trovato morto nel dicembre del 2023, e del blogger russo anti-ucraino Vladlen Tatarsky, ucciso nell’aprile dello stesso anno. Quest’ultimo caso ha visto la condanna a 27 anni di reclusione di una giovane donna, responsabile della consegna della statuetta esplosiva che ha causato la morte di Tatarsky.

 

Segni di violenza sui sospettati

Le immagini trasmesse dai media internazionali rivelano una scena inquietante: i quattro sospettati dell’attacco al Crocus City Hall mostrano evidenti segni di violenza. Visi gonfi, lividi e tagli sono chiaramente visibili nelle foto diffuse, con uno degli imputati addirittura presentato in aula su una sedia a rotelle, indossando ancora il camice e i pantaloni ospedalieri.

I nomi degli arrestati, tutti cittadini tagiki, sono stati resi noti: Dalerdzhon Barotovich Mirzoyev, Saidakrami Murodali Rachabalizoda, Shamsidin Fariduni e Muhammadsobir Fayzov. Quest’ultimo, secondo quanto riportato, è apparso in tribunale con ferite evidenti, accompagnato da un infermiere per tutta la durata dell’udienza.

Le accuse di tortura sembrano ulteriormente confermate dopo la pubblicazione, da parte di canali Telegram filorussi, di fotografie che mostrerebbero gli imputati durante gli interrogatori, subendo presunti maltrattamenti. Una di queste immagini mostra un uomo a terra, apparentemente collegato a un dispositivo di comunicazione militare TA-57, utilizzato, secondo le fonti, per infliggere scosse elettriche. La gravità delle accuse si accentua con la denuncia che uno dei cavi sarebbe stato attaccato a parti intime del corpo, sollevando seri interrogativi sul rispetto dei diritti umani e sulla legittimità delle procedure adottate.

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