guerra in Ucraina

Tensione nei cieli europei, Eurofighter italiani in azione sul Baltico

Le tensioni tra Mosca e Kiev si riflettono nei cieli europei, con droni distrutti in Ucraina e caccia italiani impegnati in operazioni di intercettazione

Tensione nei cieli europei, Eurofighter italiani in azione sul Baltico

Una notte di tensione nei cieli europei dopo i duri attacchi russi in Ucraina. Nel contesto delle crescenti tensioni tra Mosca e Kiev, gli eventi si fanno sempre più critici. Le forze ucraine segnalano la distruzione di sette droni da combattimento russi nelle regioni di Dnipropetrovsk, Odessa e Kherson. Nel frattempo, gli Eurofighter dell’Aeronautica Militare italiana sono stati schierati per una doppia intercettazione di aerei russi nel Mar Baltico.

 

L’operazione di difesa aerea di Kiev

Le forze di difesa aerea ucraine hanno condotto un’operazione di combattimento che ha portato alla distruzione di sette droni da combattimento russi. Questi velivoli, identificati come Shahed-131/136, hanno manovrato in diverse aree, prendendo di mira le infrastrutture energetiche. Nonostante l’intensità dell’azione, non sono stati segnalati danni critici o vittime.

 

Eurofighter italiani in azione

La situazione nel Mar Baltico è altrettanto tesa. Un velivolo non identificato è stato individuato in volo sulle acque internazionali, innescando l’allarme presso il centro di comando della NATO a Uedem, in Germania. In risposta, gli Eurofighter dell’Aeronautica Militare italiana sono stati immediatamente dispiegati. Questi caccia, parte della Task Force 4th Wing operativa nella base polacca di Malbork, hanno identificato i velivoli russi e hanno effettuato una doppia intercettazione. Una volta completata la missione, gli F-2000 italiani sono rientrati alla base, mantenendo alta la vigilanza in una regione dove i venti di guerra soffiano pericolosamente.

 

Cresce la paura di uno sconfinamento della guerra

La tensione nei cieli orientali dell’Europa è palpabile, con episodi che si susseguono e alimentano tensione e paura. Durante una nuova “notte di inferno”, i raid russi in Ucraina hanno riacceso la paura di uno sconfinamento della guerra in Polonia. Varsavia ha risposto facendo decollare i suoi caccia e quelli della NATO per “garantire la sicurezza dello spazio aereo”. Tuttavia, la Polonia non è l’unica nazione coinvolta: in Romania sono stati trovati “frammenti di drone” in una fattoria vicino al Danubio, dopo gli attacchi russi. Già a dicembre scorso, un UAV si era schiantato in un’area disabitata romena a seguito di un raid russo ai porti ucraini sul fiume. Ancora prima, a settembre, altri detriti di drone erano stati rinvenuti nella stessa zona di confine.

 

L’allarme del premier polacco

Il premier polacco, Donald Tusk, ha lanciato un allarme in un’intervista a vari giornali internazionali, tra cui Repubblica. Ha dichiarato: “La guerra non è più un concetto del passato, è reale”. Tusk ha espresso preoccupazione riguardo alla possibilità di ogni scenario e ha sottolineato che l’Europa deve prepararsi mentalmente all’arrivo di una nuova era: l’era prebellica. Tuttavia, ha anche evidenziato che l’Europa ha ancora molta strada da fare per rafforzare la sua difesa e affrontare adeguatamente la minaccia imminente.

La dichiarazione del premier polacco, Donald Tusk, è una spia che segnala un allarme crescente nel continente europeo riguardo alle reali intenzioni di Vladimir Putin nei confronti dell’Ucraina e oltre. La guerra, tuttavia, non sta seguendo il corso desiderato da Kiev. La capitale ucraina chiede incessantemente supporto, tra cui missili Patriot, munizioni e aerei, per difendersi dall’avanzata russa. Secondo il think tank americano Isw, in soli 5 mesi, l’esercito russo ha conquistato 500 chilometri quadrati di territorio ucraino. Questi numeri rivelano una guerra impari, come confermato dal comandante in capo delle forze ucraine, Oleksandr Syrsky, che ha ammesso in una rara intervista che il vantaggio del nemico in termini di munizioni sparate era di circa sei a uno. Nonostante la difficile situazione al fronte, l’esercito ucraino mobiliterà meno persone rispetto alle 500.000 proposte inizialmente da Zelensky.

 

Attacchi alle infrastrutture energetiche

La situazione non è migliore nel resto del Paese. In questa terza primavera di guerra, una pioggia di attacchi ha preso di mira nuovamente le infrastrutture energetiche. I bombardamenti di Mosca, con decine di droni e missili, hanno causato danni alle centrali termiche e idroelettriche nel centro e nell’ovest dell’Ucraina. Tra gli obiettivi c’erano le centrali idroelettriche di Kaniv e del Dniester, poiché il “Paese terrorista” vuole ripetere il disastro ecologico nella regione di Kherson. Ma ora la minaccia non riguarda solo l’Ucraina: anche la Moldavia è coinvolta. A seguito degli attacchi, l’operatore nazionale Ukrenergo è stato costretto a introdurre blackout programmati di emergenza nelle regioni di Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia e Kirovograd.

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