La solitudine del lupo

La minaccia invisibile del terrorismo individuale, anche in Italia

Il Viminale mette in guardia: i “lupi solitari” rappresentano la principale minaccia terroristica. Nessun piano di attacchi contro l’Italia, ma attenzione

La minaccia invisibile del terrorismo individuale, anche in Italia

In un momento storico fortemente caratterizzato da incertezze e tensioni geopolitiche, il fantasma del terrorismo continua a inquietare l’Europa. L’Italia, attraverso le parole del Viminale, riconosce nei cosiddetti “lupi solitari” la minaccia più insidiosa e imprevedibile, che agisce nell’ombra, e richiede per questo una vigilanza costante e una risposta coordinata a livello nazionale e internazionale.

 

La solitudine del lupo: il nuovo volto del terrorismo 

Nonostante l’assenza di segnalazioni concrete su possibili attacchi pianificati sul suolo italiano, l’attenzione si concentra sull’azione imprevedibile dei “lupi solitari”. Il rischio emerso nel corso dell’ultima riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduta dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, è quello di un attacco isolato e improvviso. La riunione, convocata in risposta all’escalation di tensioni tra Iran e Israele, ha messo in luce la necessità di un monitoraggio costante delle minacce che potrebbero colpire l’Italia in modo indipendente dai conflitti internazionali.

La preoccupazione principale non deriva più quindi dalle cellule terroristiche organizzate, ma dai singoli individui, che spesso sono influenzati da una propaganda online incessante e rivitalizzata, che incita all’odio anti-Israele e anti-Occidente. In tali circostanze, le misure preventive tradizionali possono risultare meno efficaci.

 

Vigilanza ai confini: l’allerta resta alta 

Il Viminale ha inoltre ribadito l’importanza di una sorveglianza attenta sui flussi migratori irregolari, in particolare alla frontiera Est. La riunione ha sottolineato come la stabilità interna possa essere influenzata da dinamiche esterne, rendendo fondamentale la collaborazione tra le forze dell’ordine e gli enti di intelligence. La sicurezza nazionale si gioca anche su questo fronte, dove la prevenzione e l’analisi dei rischi diventano strumenti cruciali per proteggere la società dall’incognita del terrorismo individuale.

 

Sicurezza a tutto campo 

Il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, ha evidenziato l’importanza di una sorveglianza capillare, soprattutto in occasione di eventi sportivi, dove ogni spettatore è sottoposto a controlli dettagliati. La vigilanza è massima anche per i luoghi che tradizionalmente attirano grandi folle, come siti religiosi, diplomatici, monumenti storici, aeroporti e stazioni ferroviarie, oltre a concerti e manifestazioni. Un’attenzione particolare è rivolta anche alla rotta balcanica, nota per essere un canale di passaggio per soggetti pericolosi e gruppi jihadisti, motivo per cui i controlli alla frontiera Est restano stringenti.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha impartito direttive chiare alle forze dell’ordine: intensificare le attività preventive in sinergia con i servizi di intelligence. Nonostante non siano emerse novità rilevanti durante le riunioni del Comitato di analisi strategica antiterrorismo, il focus rimane sugli ambienti considerati a rischio, quali circoli islamisti, istituti penitenziari e foreign fighter di ritorno.

 

Diplomazia e sicurezza

È stata confermata la partenza di Piantedosi per Tunisi, prevista per mercoledì, dove si unirà alla premier Giorgia Meloni. Durante la visita, il ministro avrà un incontro bilaterale con il suo omologo tunisino. Inoltre, è in programma un incontro a Roma con il rappresentante libico, a testimonianza dell’importanza attribuita alle relazioni internazionali nella lotta al terrorismo.

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