un incremento salariale significativo

Bonus mamma dipendenti pubbliche, dal cedolino Noipa maggio 2024

Le lavoratrici madri della pubblica amministrazione riceveranno il bonus mamme con il cedolino di maggio, includendo gli arretrati da gennaio. Tutte le info

Bonus mamma dipendenti pubbliche, dal cedolino Noipa maggio 2024

Il cedolino Noipa di maggio 2024 porterà una piacevole sorpresa per le lavoratrici madri della pubblica amministrazione. Dopo una serie di ostacoli burocratici, finalmente il cosiddetto bonus mamma sarà accreditato, compresi gli arretrati da gennaio. Questa misura, prevista dalla legge di bilancio, mira a sostenere le politiche della natalità.

Il bonus mamma rappresenta un incremento salariale significativo per le lavoratrici madri della pubblica amministrazione. Ma come funziona esattamente? Scopriamolo nei dettagli.

 

Bonus mamma dipendenti pubbliche primi soldi da maggio

Con il cedolino di maggio, le dipendenti pubbliche con contratto a tempo indeterminato e due o più figli potranno contare su uno sgravio che potrà arrivare fino a 750 euro netti in più. Questo beneficio, già esteso alle lavoratrici del settore privato, rappresenta un importante supporto per le famiglie e contribuirà a ridurre le spese legate alla maternità.

 

Chi ne ha diritto?

Il bonus, risultato dell’azzeramento dei contributi previdenziali a carico del lavoratore, corrispondenti al 9,19% della retribuzione, fino a un massimo di tremila euro lordi annui, si traduce in un aumento dello stipendio che può arrivare a circa 150 euro netti mensili.

Ecco a chi spetta il bonus mamme 2024:

  • Lavoratrici madri di 3 o più figli: l’esonero per i periodi di paga dal primo gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 trova applicazione per le lavoratrici madri di tre o più figli, fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.

  • Lavoratrici madri di 2 figli: per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, anche le lavoratrici madri di due figli hanno diritto al bonus, fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.

Esclusioni:

- Contratto a tempo determinato: le lavoratrici mamme con un contratto a tempo determinato sono escluse dal bonus.

- Contratto di somministrazione o apprendistato: Chi ha un contratto di somministrazione o è in apprendistatoha diritto al beneficio.

- Lavoratrici autonome: Le lavoratrici autonome pagheranno interamente la loro contribuzione.

- Da Contratto a termine a indeterminato: Se un contratto a termine viene convertito a tempo indeterminato, il bonus per la lavoratrice madre scatterà in quel momento.

 

Numeri a confronto

Il panorama del lavoro italiano, il bonus mamma si profila come un sostegno concreto per le lavoratrici madri. Nel settore privato, più di 110mila donne con almeno tre figli, e con uno di questi minore di 18 anni, possono beneficiare di questo aiuto. La cifra sale a quasi 600mila per quelle con due figli, se uno di questi è sotto i 10 anni. Anche nel settore pubblico, il bonus tocca una quota significativa: 150mila lavoratrici madri sono idonee a riceverlo.
Per accedere a questo beneficio, le lavoratrici devono intraprendere un’azione proattiva: la richiesta non è automatica. È necessario fornire all’INPS i codici fiscali dei propri figli tramite il proprio datore di lavoro. Non esiste un tetto di reddito che limiti l’accesso al bonus, rendendolo disponibile a un ampio spettro di lavoratrici, dalle manager alle ereditiere, purché abbiano un contratto di lavoro dipendente.
L’importo di contribuzione esonerato è fissato a 3mila euro annui, ma questo valore può aumentare in base all’incremento della retribuzione. Per le retribuzioni lorda superiori a 32.600 euro, entra in gioco un massimale, e i contributi dovuti si basano sull’applicazione dell’aliquota contributiva al reddito che supera tale soglia. Per coloro che guadagnano 65.000 euro, l’aliquota contributiva effettiva si riduce alla metà di quella legale, alleggerendo ulteriormente il carico fiscale delle lavoratrici madri.

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