fisco e lavoro

Decreto 1° maggio 2024, dal bonus tredicesima al Superbonus assunzioni

Dopo l’incontro con i sindacati, il governo oggi approverà gli incentivi per lavoratori e aziende, con focus sul Sud e sulla riforma dei fondi UE.

Decreto 1° maggio 2024, dal bonus tredicesima al Superbonus assunzioni

Il governo Meloni si appresta a varare misure innovative volte a stimolare l’occupazione e sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori. Con l’avvicinarsi del Primo Maggio, simbolo della lotta operaia, l’esecutivo presenta un pacchetto di interventi che promette di riscrivere le regole del gioco in materia di fisco e lavoro. Queste misure, ancora in fase di definizione, sono destinate a influenzare significativamente la vita economica del Paese, soprattutto nelle regioni meridionali.

 

Un ‘pacchetto’ per il Primo Maggio

Alla vigilia della festa dei lavoratori, il Consiglio dei Ministri (Cdm) si prepara a discutere un nuovo decreto, soprannominato “il decreto del primo maggio. Questo pacchetto di misure economiche, che segue la tradizione dell’anno precedente, punta a offrire sostegno ai lavoratori a basso reddito attraverso bonus sulle tredicesime e sgravi fiscali per le aziende che assumono, con un occhio di riguardo per il Mezzogiorno. In aggiunta, è prevista la detassazione dei premi di produzione e una riforma delle regole per l’accesso ai fondi europei, che ammontano a oltre 40 miliardi di euro.

 

Dialogo aperto e norme in via di definizione

Nonostante le misure siano ancora in fase di elaborazione, il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, ha confermato l’imminente discussione del decreto legislativo sull’Irpef. Questo provvedimento, atteso da tempo, include tra le sue novità più rilevanti un bonus fino a 100 euro per i lavoratori dipendenti con redditi modesti. Tuttavia, la cautela regna sovrana quando si tratta di risorse finanziarie, con Leo che sottolinea l’importanza di garantire le coperture necessarie per una misura che si prospetta vantaggiosa per le famiglie italiane. La tensione con i sindacati rimane alta, data la percezione di una mancanza di reale negoziazione sui provvedimenti che impattano direttamente i lavoratori.

 

Riforma dei fondi UE: una nuova strategia per l’Italia

L’Italia si appresta a rivoluzionare la gestione dei fondi europei con il nuovo decreto Coesione. Questo provvedimento mira a superare gli ostacoli burocratici che hanno finora rallentato l’utilizzo dei 40 miliardi di euro assegnati dall’UE ogni sette anni. Il Paese, attualmente penultimo in Europa per la spesa di questi fondi, intende adottare un approccio simile a quello del Pnrr, con sanzioni per gli enti inadempienti e un coordinamento centralizzato sotto l’egida di Palazzo Chigi. La riforma, come sottolineato dal ministro Raffaele Fitto, punta a correggere “limiti e deficit” strutturali, introducendo un modello di governance che garantisca un impiego efficace ed efficiente delle risorse.

 

Incentivi al lavoro e Superbonus assunzioni

Il decreto Coesione prevede anche importanti novità per il mercato del lavoro. Tra queste, spicca il superbonus per le assunzioni a tempo indeterminato, una deduzione extra che si traduce in una maggiorazione del costo del lavoro dei nuovi assunti, influenzando positivamente la determinazione del reddito. I beneficiari di questa agevolazione includono:

  • Imprenditori individuali: titolari di reddito d’impresa secondo l’articolo 73 del TUIR;

  • Imprese familiari e aziende coniugali;

  • Società di persone: e soggetti equiparati ai sensi dell’articolo 5 del TUIR;

  • Professionisti autonomi: che esercitano attività lavorativa autonoma in base all’articolo 54 del TUIR.

Per accedere a questi incentivi, è necessario che le imprese abbiano operato per l’intero periodo d’imposta 2023 e siano in condizioni di normale operatività, escludendo quelle in stato di liquidazione o risoluzione della crisi d’impresa. Inoltre, per prevenire abusi, la verifica dell’aumento dei dipendenti sarà effettuata considerando eventuali riduzioni di personale in società collegate o controllate, come previsto dall’articolo 2359 del codice civile.

Il Viceministro dell’Economia ha messo in luce l’importanza di un’analisi annuale per valutare l’incremento occupazionale. Prendendo come esempio l’anno 2023, se un’azienda con 100 dipendenti aumenta il proprio organico di 30 nuovi lavoratori a tempo indeterminato nel 2024, su queste nuove assunzioni si applicherà una maggiorazione del costo del lavoro del 20 o 30 percento. Il costo dell’incremento occupazionale sarà calcolato come il minore tra il costo effettivo dei nuovi assunti e l’incremento complessivo del costo del personale, come riportato nel conto economico secondo l’articolo 2425, comma 1, lettera B), numero 9), del codice civile, rispetto all’esercizio precedente al 31 dicembre 2023. Inoltre, viene eliminata l’ACE, l’aiuto alla crescita economica delle imprese.

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