242° giorno di conflitto

Guerra a Gaza, verso una pace duratura o un’illusione temporanea?

La tregua nella Striscia apre nuovi scenari geopolitici. Tra speranze e incertezze, il mondo attende risposte definitive da parte di Israele e di Hamas

Guerra a Gaza, verso una pace duratura o un’illusione temporanea?

La guerra di Gaza entra nel suo 242° giorno, un periodo che ha visto la regione attraversare momenti di intensa tensione e fragili speranze di pace. La recente proposta di tregua, sostenuta dagli Stati Uniti e dal G7, ha portato a una provvisoria accettazione da parte di Israele, con il primo ministro Netanyahu che ha espresso un cauto “sì” alla tregua. Tuttavia, la situazione rimane incerta, con l’ultradestra israeliana che minaccia di lasciare il governo e Hamas che chiede garanzie ufficiali dagli USA. Nel frattempo, il Kibbutz Nirim ha confermato la morte dell’ostaggio israelo-britannico, Nadav Popplewell, durante la sua prigionia a Gaza

 

Pressioni internazionali

La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi nella Striscia di Gaza. Il pressing esercitato dagli Stati Uniti e dal G7 su Israele ha portato a una tregua temporanea, ma le dichiarazioni di Netanyahu lasciano intendere che la strada verso una pace duratura è ancora lunga. Il primo ministro israeliano, ha infatti confermato che l’accordo proposto include un cessate il fuoco temporaneo per il rilascio degli ostaggi. Tuttavia, ha sottolineato che lo schema presentato da Biden è parziale e che altri dettagli devono ancora essere discussi, e ha insistito sulla necessità di completare gli obiettivi di guerra, compresa l’eliminazione di Hamas.

Le fonti riportano che Netanyahu ha convocato il ministro della sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, per spiegargli i dettagli dell’accordo con Hamas. L’ultradestra israeliana, nel frattempo, minaccia di lasciare il governo, mettendo in dubbio la stabilità della coalizione al potere. 

Fonti egiziane rivelano l’accettazione di Hamas al piano di pace di Biden, ma la morte di quattro ostaggi e l’attacco rivendicato dagli Houthi a Eilat complicano il quadro generale. Le fonti di Hamas, riportate da Haaretz, enfatizzano la richiesta di una garanzia ufficiale dagli USA per un cessate il fuoco duraturo, ponendo l’accento sulla necessità di rispettare tutte le condizioni dell’intesa.

 

La posizione degli Stati Uniti e della Spagna

Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, ha dichiarato che Hamas deve accettare l’accordo proposto da Israele. Questo accordo, secondo Kirby, è vantaggioso sia per la popolazione a Gaza che per gli israeliani. Si tratta di un passo serio verso la fine del conflitto. Gli Stati Uniti, con un piano per una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, cercano anche di mediare la crisi, mentre il Cairo si oppone a una presenza israeliana alla frontiera di Rafah, sottolineando la necessità di una gestione palestinese del passaggio e il rispetto delle decisioni della Corte Internazionale di Giustizia. La strada verso la pace è disseminata di incognite, ma la diplomazia continua a cercare vie per una soluzione duratura.

Anche il capo della diplomazia spagnola, José Manuel Albares, ha espresso gratitudine al governo del Cairo per gli sforzi volti a raggiungere un accordo immediato di cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas. Albares ha ribadito il sostegno della Spagna alla proposta del presidente Biden e ha assicurato che Madrid collabora con l’Egitto per una pace duratura nella regione. Il governo spagnolo, coordinandosi con Irlanda, Norvegia e Slovenia, non intende però cadere nelle provocazioni di Israele. Il ministro Albares ha sottolineato l’importanza delle relazioni diplomatiche e ha assicurato che il Consolato generale spagnolo a Gerusalemme funziona normalmente. 

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