Recovery Fund: dibattito in Ue, “gennaio 2021, data troppo ambiziosa”

Commissione Ue: serve tempo sul nuovo Bilancio e i dettagli del Recovery Fund (1.500 mld di euro). Intervista a Benifei, capo-delegazione eurodeputati PD

Recovery Fund: dibattito in Ue, “gennaio 2021, data troppo ambiziosa”

A pochi giorni dal Vertice del 23 aprile, che ha riunito i Capi di Stato e di Governo dei 27 Stati membri, continua il dibattito sui costi e i benefici delle soluzioni anti-crisi messe a disposizione, e in via di definizione, da parte dell’Unione europea.

 

A detta di molti esponenti politici, quanto fatto fino ad ora non sembra essere sufficiente alla ripresa delle economie più colpite, che resterebbero fortemente segnate a seguito dell’emergenza covid-19.

 

L’Esecutivo europeo sta lavorando per cercare di proporre il prima possibile – forse entro la metà di maggio – uno strumento (Recovery Fund) che contempli un mix di prestiti e sovvenzioni a fondo perduto per limitare i rischi di frammentazione e di non-parità delle condizioni sul mercato unico.

 

A scatenare nuove reazioni da parte delle forze politiche dell’Unione è stata oggi la Vice-presidente della Commissione Ue, Vera Jourova, nella sua dichiarazione alla stampa sulla tempistica di avvio del Recovery Fund.

 

Il 1 gennaio 2021 è una data molto ambiziosa per dare inizio al Recovery Instrument”. Stando a quanto annunciato in video-conferenza da Bruxelles, al termine della riunione odierna del Collegio dei Commissari Ue, emerge che adottare il nuovo Quadro Finanziario Puriennale (QFP) 2021-2027 è un processo molto impegnativo e che richiede tempo.

 

Il nuovo Bilancio entrerà in vigore il primo gennaio del prossimo anno. Tuttavia, l’Esecutivo Ue riconosce che il piano per il Recovery Fund debba includere uno “strumento di emergenza pe rla ripresa che aumenti temporaneamente la capacità di fuoco del bilancio Ue” – ha specificato la Jourova – “e che vada sui mercati per canalizzare fondi-extra agli Stati membri”.  L’obiettivo é fornire sostegno anche prima dell’entrata in vigore del nuovo bilancio Ue (con un ‘ponte’, il cosiddetto “bridge” di cui si è parlato nelle ultime settimane).

 

Intervista a Brando Benifei, capo-delegazione eurodeputati del PD


La corrispondente a Bruxelles di The Italian Times, Giulia Garofalo, ha chiesto a Brando Benifei, capo della Delegazione dei deputati del Partito Democratico all’Europarlamento (e membro della Commissione IMCO per il Mercato interno e la Protezione dei consumatori) quale sia la posizione ‘in-tempo-reale’ del Gruppo.

 

Benifei:

Riteniamo sia fondamentale che la risposta delle istituzioni Ue si muova con rapidità e ambizione. In sostanza, chiediamo alla Commissione europea di presentare la proposta legislativa in tempi brevissimi, in modo da chiarire il rapporto fra il nuovo Recovery Fund e il QFP”.

 

Garofalo:

“E’ fattibile che il Recovery Fund sia operativo in tempi brevi? E con quali risorse?”

 

Benifei:

Insisteremo affinché il Fondo sia operativo già a partire da luglio, in modo da garantire subito i finanziamenti necessari agli Stati Membri, oltre a quelli già ottenuti grazie ai nuovi strumenti che saranno attivi da inizio giugno. Il Fondo deve essere in grado di reperire sul mercato almeno 1.5 trilioni di euro tramite l'emissione di obbligazioni comuni europee garantite dal Bilancio dell’Unione europea (i recovery bonds, come proposto dalla Risoluzione del Parlamento Europeo). 

E’ necessaria una riforma del sistema di risorse dell’Unione che garantisca entrate sufficienti, per esempio, attraverso una web tax da applicare nei confronti dei giganti digitali.

 

L’eurodeputato spiega come, oltre che da prestiti a basso interesse e a lunga scadenza, il sostegno ai Paesi fornito dal Recovery Fund deve venire prima di tutto da finanziamenti a fondo perduto, per dare sostegno ai Paesi più colpiti dalla crisi, che hanno visto il proprio debito pubblico alzarsi notevolmente a causa delle spese sostenute nella fase di emergenza della pandemia.

 

Insieme ai colleghi del Gruppo dei Socialisti e Democratici europei (S&D), la delegazione italiana ha chiesto che l’Eurocamera adotti una risoluzione ambiziosa sul Recovery Fund alla prossima plenaria, in calendario in data 13 maggio, per spingere nella giusta direzione, “quella che permetterà di far arrivare velocemente risorse fresche sul territorio, alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese” – ha concluso Benifei.

 

La lettera aperta inviata all’Unione europea: l'appello di 1.800 economisti e accademici

Di questi giorni, anche la lettera aperta indirizzata all’Europa con la proposta di emettere gli “European Reinassance Bonds” (questo il nome dei titoli o bond per la “rinascita dell'Europa”), garantiti dalla Banca centrale europea (BCE), che ha raccolto in pochi giorni le firme di 1.800 economisti e accademici di oltre 550 Atenei europei (di Italia, Olanda, Francia, Germania, Regno Unito, altri).

 

Autrice dell’appello a implementare questi strumenti è l’Università di Pisa. Indirizzata alla Commissione, alla Banca Centrale ei vari leader nelle capitali dell’Ue, la lettera sollecita una risposta comune in circostanze di “emergenza comune”. Promotore dell’iniziativa è il professor Mario Morroni, assieme al collega Pompeo Della Posta.  

 

L’invito a sottoscrivere la lettera aperta e l’elenco dei firmatari è disponibile online sul sito europeanrenaissance.altavista.org

 

Forte contrazione PIL e recessione prevista dalle Previsioni economiche Ue del 7 maggio:

Intanto, in tutt’Europa si attende, come da prassi, la pubblicazione delle Previsioni economiche di primavera (7 maggio) in cui Bruxelles illustrerà gli andamenti economici con dati poco rassicuranti a causa della crisi.

 

La pandemia di coronavirus, infatti, "ha cambiato radicalmente le prospettive economiche" e una "profonda recessione quest'anno in Europa è inevitabile", ha detto il Commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, durante l’audizione di questa settimana della Commissione ECON (responsabile, in Europarlamento, delle questioni economiche), alla quale ha preso parte anche il Vice-presidente Valdis Dombrovskis.

 

C’è infatti da aspettarsi una forte contrazione del PIL, con impatti anche più sfavorevoli di quelli registrati dalla crisi finanziaria, con risultati attesi simili a quelli contenuti nelle previsioni del Fondo Monetario Internazionale (-7,5% per tutta l’Unione europea).

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