BCE: shock Eurozona. Ok a Recovery Fund, ma serve sostenere liquidità

Eurostat conferma grave contrazione delle economie dell’area-euro. Le soluzioni della BCE per politica monetaria anti-crisi spiegate da Christine Lagarde.

BCE: shock Eurozona. Ok a Recovery Fund, ma serve sostenere liquidità

La Banca Centrale Europea (BCE) ha intensificato la sua risposta alla emergenza sanitaria del coronavirus riducendo i costi di finanziamento per le banche. Ma si astiene dal rafforzare il suo programma di acquisto di obbligazioni, rinnovando invece la richiesta ai decision-maker dell’Ue di fornire un maggiore sostegno a livello fiscale.

 

Gli ultimi dati dell’Eurostat (l’ufficio statistico dell'Unione europea) confermano prospettive scioccanti per l’economia dell’Eurozona, segnata (a causa degli effetti negativi della crisi del covid-19) da una grave contrazione, la più marcata degli ultimi 25 anni: una recessione anche peggiore di quella registratasi nel 2008, con un tasso di disoccupazione pari al 7,4%. Christine Lagarde, Presidente della BCE, ha affermato che il Prodotto interno lordo (PIL) dell'area dell'euro potrebbe crollare fra il 5% e il 12%, in base a come sarà gestita la fase di uscita dal lockdown nei vari Paesi dell’Ue (e a livello mondiale). E di come questi attiveranno tutte le misure per arginarne i danni economici.

 

La forte battuta d’arresto della crescita economica richiede una risposta fiscale "ambiziosa e coordinata", ha detto ieri la Lagarde durante la video-conferenza stampa dove ha illustrato le ultime decisioni in materia di politica monetaria, a conclusione del Consiglio Direttivo della Banca. I Ministri delle Finanze dovrebbero "avere un approccio comune e mostrare solidarietà alle persone più colpite dalla crisi" – ha detto la Presidente. Auspicio, quello della Lagarde, che riflette il percorso complesso dell’Unione europea e le difficolta dei leader nazionali a formulare una risposta forte e comune per risollevarsi, al più presto, dall’emergenza sanitaria.

 

Per la BCE, il Recovery Fund (da ieri ri-nominato il ‘Recovery Instrument’ o Recovery Initiative da chi lo sta definendo, vale a dire l’Esecutivo dell’Ue) e le misure da 540 miliardi di euro approvate dal Consiglio europeo del 23 aprile (attraverso la cassa-integrazione/ SURE, la Banca europea degli investimenti/BEI e il Meccanismo di Stabilità/MES) sono scelte importanti e valide per uscire dalla crisi, sebbene la Lagarde abbia dichiarato che esistono soluzioni più mirate. La Lagarde ha parlato espressamente di Operazioni monetarie definitive (note anche come “OMT”, acronimo inglese per Outright Monetary Transactions).

 

Nel contesto dell’attuale crisi covid-19, le OMT sono viste come un “bazooka anti-spread” che assieme al PEPP (il Programma di acquisto dei titoli per fronteggiare la pandemia – estende la gamma di titoli di Stato che la BCE può acquistare, oltre alle emissioni della Banca europea degli investimenti/BEI e del MES) potrebbero essere lo strumento più idoneo a far ripartire l’economia. Tutti meccanismi che la BCE suggerisce di applicare in via eccezionale e temporanea.

 

Che cosa sono le OMT?

Annunciate dal Consiglio direttivo della BCE il 2 agosto del 2012 e illustrate nel dettaglio il 6 settembre dello stesso anno dall’allora Presidente in carica, Mario Draghi, le OMT sono un programma della BCE in base al quale la banca effettua acquisti diretti ("transazioni definitive") in mercati obbligazionari sovrani secondari, a determinate condizioni, di obbligazioni emesse da Stati membri dell'Eurozona.

 

In sostanza, la BCE acquista titoli di Stato a breve termine emessi da Paesi in difficoltà macro-economiche (che siano “gravi e conclamate”, come requisito di condizionalità). La situazione di difficoltà economica grave e conclamata è identificata dal fatto che lo Stato membro abbia avviato un programma di aiuto finanziario o un programma precauzionale attivando il MES o attraverso la Struttura europea per la stabilità finanziaria (FESF o, in inglese, EFSF). IL FESF è uno strumento appositamente costituito dagli Stati membri dell'Eurozona, il 9 maggio 2010, in seguito alla grande recessione, con l’unico fine di aiutare finanziariamente gli Stati membri, preservando la stabilità finanziaria dell'Eurozona in caso di difficoltà.

 

Spetta alla BCE stabilire la data di avvio, la durata e la fine delle OMT. Le transazioni si concentrano sui tassi a breve termine e, in particolare, sui titoli sovrani con scadenza compresa tra uno e tre anni. Non ci sono limiti ex-ante all'ammontare complessivo delle transazioni.

 

Che funzionalità ha un politica monetaria che fa leva sulle OMT?

Impegna l’Euro-sistema a ricevere lo stesso trattamento di un normale creditore privato, ricevendo uguale remunerazione e senza ricorrere ai diritti di priorità in caso di ristrutturazione del debito.

 

La liquidità immessa nel mercato, a causa dell'acquisto dei titoli di Stato ,sarebbe completamente sterilizzata, ovvero riassorbita (ad esempio, con a vendita di altri titoli). Questo avviene per evitare che le operazioni interferiscano con la politica monetaria che ha come scopo quello di regolare il tasso di inflazione.

 

 

Sostenere la liquidità dell’Eurozona.

La decisione della BCE spiegate dalla Lagarde


Con le OMT, quindi, si mira a salvaguardare il canale di trasmissione della politica monetaria per l’area dell'euro, ovvero impedire che forti tensioni o scompensi sui mercati dei titoli di Stato. Squilibri che spesso causano innalzamenti eccessivi dei tassi di interesse, che a loro volta impedirebbero alle banche e alle imprese di finanziarsi a condizioni economicamente sostenibili, accellerando in tal modo la spirale recessiva del Paese in questione, fino all'eventuale default.

 

Christine Lagarde ha ricordato che, oggi, assistiamo a una crisi globale e non confinata a una singola economia. Per il momento, le OMT sono disponibili come rimedio anti-crisi. Sarebbe controproducente, dunque, secondo la stessa BCE, escluderle dal panorama di potenziali soluzioni rapide.

 

L'obiettivo di tutte le misure proposte dalla BCE è quello di "salvaguardare la stabilità dei prezzi nel medio periodo" –ha spiegato la Lagarde. Ragione per cui il Consiglio direttivo della Banca ha deciso ieri di allentare ulteriormente le condizioni di concessione dei prestiti abbassando il tasso di interesse a partire da giugno 2020 e fino giugno 2021. Queste le conclusioni della Presidente, dopo aver fornito ulteriori dettagli sui potenziali futuri andamenti del tasso medio di deposito e del tasso di prestito.

 

La BCE ha deciso anche di lanciare i PELTRO (acronimo che si riferisce a nuovo piano di finanziamenti per il sistema bancario) al fine di sostenere le condizioni di liquidità nel sistema finanziario dell’Eurozona e per preservare il normale funzionamento dei mercati finanziari.

 

Dettagli sullo strumento PELTRO

In inglese: “Non-targeted pandemic emergency longer-term refinancing operations”, operazioni di finanziamento a più lungo termine per la pandemia.

 

E’ l’elemento più importante annunciato dalla BCE. Un insieme di operazioni che forniscono un efficace sostegno di liquidità per far fronte alla crisi sanitaria. Comprende sette ulteriori operazioni di rifinanziamento che inizieranno nel maggio 2020 e si concluderanno in una sequenza scaglionata tra luglio e settembre 2021, in linea con la durata delle misure di allentamento delle garanzie.

 

Le nuove operazioni saranno condotte come procedure a tasso fisso con piena assegnazione, con un tasso di interesse inferiore a quello medio. Il tasso più basso su un programma mirato offre incentivi alle banche per concedere prestiti a società e famiglie a tassi inferiori quelli di deposito.

 

Insomma, molto si sta muovendo a livello europeo. Ma basteranno tutta la serie di strumenti (compreso il Recovery Fund ‘in costruzione’) a uscire dalla crisi e arrestare la recessione solidificando le economie e innescando le risorse in modo da aiutare il sistema produttivo a ripartire?

O, anche in questo caso, come avvenuto durante la crisi finanziaria, sembra che sia la BCE l’unico organo ad avere il “vero” potere di riparare le economie dei Paesi maggiormente indebitati.

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