Consiglio europeo 20 luglio Day 4: Recovery fund e Quadro finanziario

Oggi lunedì 20 luglio 2020 va in scena il quarto round tra Frugali e Mediterranei al Consiglio europeo su aiuti Next Generation EU e Quadro Finanziario

Consiglio europeo 20 luglio Day 4: Recovery fund e Quadro finanziario

Oggi lunedì 20 luglio 2020 il Consiglio europeo torna a riunirsi per il quarto round (quello più duro) in presenza a Bruxelles, per la prima volta dal febbraio scorso, recuperando la “normalità” se così vogliamo chiamare quello che accadeva prima del covid.

 

Una riflessione è però d’obbligo, visto che siamo ormai consci che tornare a quella “normalità” non è più possibile e che se mai ciò dovesse accadere sarebbe una disfatta, in quanto starebbe a significare che non abbiamo imparato nulla da questa pandemia e che non abbiamo colto l’occasione per migliorarci.

 

Consiglio europeo 20 luglio Day 4: alle ore 16:00 l'europresidente Michel darà il via alla quarta riunione consecutiva tra i 27 sul QPF e Recovery fund.

 

Consiglio europeo: necessaria un’intesa sul Recovery Fund

Il Consiglio europeo straordinario si riunisce per discutere di due temi molto importanti:

  • il fondo per la ripresa Recovery Fund, denominato Next Generation EU;

  • la definizione di un Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027.

Si tratta di ridisegnare i prossimi decenni dopo la catastrofe della pandemia per rilanciare l’economia europea con un adeguato pacchetto economico di misure e sostenere soprattutto il futuro dei giovani. Ma in gioco c’è anche la tenuta dell’Europa, il funzionamento del Mercato Unico.

 

In tale contesto l’Italia ha contribuito in misura decisiva alle proposte, ad “orientare la prospettiva nella quale collocare le risposte che l’Europa è chiamata ad offrire per essere all’altezza della sua storia, della sua civiltà, del suo destino”, ha dichiarato il premier Giuseppe Conte.

 

Misure anti covid Ue

Le proposte economiche del Next Generation EU avanzate dalla Commissione presieduta da Ursula von der Leyen muovono verso una visione di più ampio respiro, protesa al cambiamento, non solo legate all’emergenza. Ecco perché bisogna trovare un accordo comune sul Recovery Fund, dopo tutto quello che è stato fatto in questi mesi per non cadere nel baratro.

 

Basti pensare alla sospensione del Patto di Stabilità e Crescita, alla flessibilità accordata al regime degli Aiuti di Stato, per non parlare poi dell’avvio, da parte della Banca Centrale Europea, del programma Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) da 750 miliardi di euro (a giugno, la BCE ha deciso un incremento del programma per ulteriori 600 miliardi di euro, per un totale di 1.350 miliardi di euro). A tutto questo si aggiunge il ricorso alla flessibilità nell’uso delle risorse della coesione e il piano della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) per attivare fino a più di 40 miliardi di euro di finanziamenti destinati alle piccole e medie imprese.

 

Ma non è finita qui, è stato approvato anche un pacchetto di misure per i lavoratori, per le imprese, per gli Stati, da 540 miliardi di euro:

  • il fondo europeo di sostegno a strumenti nazionali per la lotta alla disoccupazione – SURE da 100 miliardi di euro;

  • il “Fondo pan-europeo” della BEI, in grado di mobilitare fino a 200 miliardi di euro;

  • la Pandemic Crisis Support, nell’ambito della linea di credito precauzionale del meccanismo di stabilità, di 240 miliardi di euro, alla quale gli Stati membri dell’area euro possono decidere di ricorrere.

 

Cos’è e cosa prevede il Recovery Fund?

Per fronteggiare la crisi l’Europa sta predisponendo un Recovery Fund, ossia un Fondo europeo per la ripresa con l’obiettivo di fornire sostegno economico ai paesi membri più colpiti dal coronavirus. Si tratta di 750 miliardi di euro, di cui 500 miliardi di sovvenzioni e 250 miliardi di prestiti.

 

Lo strumento Next Generation EU sarà realizzato attraverso tre pilastri:

  • Aiutare gli Stati membri a riprendersi;

  • Rilanciare l'economia e sostenere gli investimenti privati;

  • Trarre insegnamenti dalla crisi.

 

I fondi, però, potrebbero non arrivare prima del 2021, tanto vale pensare al Mes, il Meccanismo europeo di Stabilità la cui disponibilità sarebbe immediata, ma l'ipotesi continua a dividere la maggioranza di governo con Pd e Italia viva favorevoli e M5s contrario.

 

Consiglio europeo, Recovery Fund: all’Italia 172 miliardi di euro

L’intesa dei 27 sul Next Generation EU è necessaria per offrire agli stati membri le risorse necessarie per attuare i propri progetti di rilancio, il proprio percorso di riforme e investimenti dopo il covid, nonostante a conti fatti passi soprattutto per un indebitamento a lungo termine e molto poco per i “grants”, ossia le sovvenzioni.

 

Nulla di certo è stato ancora deciso, visto che gli stati membri dell’Ue stanno ancora negoziando sulla struttura del fondo, e in particolare sull’ammontare dei prestiti e dei contributi a fondo perduto.

 

L’Italia, Paese più colpito dalla crisi, potrebbe essere il primo beneficiario del fondo con 172 miliardi totali, di cui 82 miliardi in sussidi e 90 miliardi in prestiti da restituire. 

 

In molti auspicano in una soluzione di compromesso tra le richieste dei Paesi del Sud (Italia, Spagna, Francia) e quelle dei quattro “frugali” (Svezia, Danimarca, Paesi Bassi e Austria), in ogni caso si spera che la decisione del Consiglio europeo venga presa entro luglio perché la tempestività è importante in questa fase in cui si sta organizzando il rilancio economico.

 

Solo così si potranno sostenere le politiche volte alla transizione energetica, al lavoro e alla coesione sociale, senza tralasciare le infrastrutture, la sanità, la scuola e la ricerca.

 

Consiglio europeo: Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027

Al vaglio del Consiglio europeo di fine luglio anche il Quadro Finanziario Pluriennale, che per quanto riguarda l’Italia dovrà puntare soprattutto sulla coesione e sulla Politica Agricola Comune.

 

Le risorse del nuovo bilancio europeo settennale dovranno sostenere i settori e le fasce di popolazione più colpite dal covid per attuare una trasformazione verso un'economia resiliente, sostenibile, socialmente giusta e competitiva.

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