Mes e Italia: ecco quanto costa attivare la nuova linea di credito Ue

Il Mes è stato rivisto sulla base degli errori passati. Il nuovo Meccanismo non prevede condizioni e risulta assai vantaggioso su riduzione indebitamento

Mes e Italia: ecco quanto costa attivare la nuova linea di credito Ue

Il Mes è stato rivisto sulla base degli errori passati.

 

Il nuovo Meccanismo europeo di Stabilità non prevede condizioni e risulta assai vantaggioso sul fronte della riduzione dell’indebitamento, ma quanto costa all’Italia?

 

Nuovo Mes per le spese legate alla pandemia

I paesi europei avranno a disposizione un nuovo strumento per fronteggiare le spese legate alla pandemia. Si tratta del nuovo Mes, Meccanismo europeo di stabilità, rivisto sulla base degli errori passati.

 

I ministri europei hanno approvato un Pandemic Crisis Support, ossia una linea di credito destinata ad aiutare i Paesi dell'Eurozona per il finanziamento diretto e indiretto delle spese sanitarie. I paesi membri dell’Ue potranno richiedere prestiti per somme fino al 2% del Prodotto lordo del 2019, per un totale di 240 miliardi di euro, di cui 36 miliardi destinati all’Italia.

 

Il prestito può essere reso disponibile sulla base di termini standardizzati e di una valutazione semi-automatica riguardo al fatto che il debito del governo da aiutare sia sostenibile.

 

Per Bruxelles il debito dell’Italia è sostenibile, malgrado i rischi. Nel 2020 registrerà un picco al 159% del PIL per poi intraprendere una traiettoria discendente, che lo porterà al 140% nel 2030.

 

Nuovo Mes: posta una sola condizione

Tutti i Paesi dell'area euro sono stati dichiararti idonei ad accedere alle linee di credito ad una sola condizione, che il denaro venga usato per il “finanziamento diretto o indiretto dei costi sanitari, di cura e prevenzione dovuti alla crisi Covid-19”. La scelta se accedervi o meno spetterà ai singoli Stati.

 

Il Pandemic Crisis Support è basato sull’esistente linea di credito precauzionale Eccl, Enhanced Conditions Credit Line, linea di credito a condizioni rafforzate, quindi la BCE diventerà prestatore di ultima istanza, ruolo che tanto era stato contestato al precedente Mes.

 

Quali sono i vantaggi del Mes...

La garanzia della presenza della BCE in tale strumento frena già di per sé la speculazione. Si tratta di un vero e proprio scudo della Banca Centrale Europea dietro al quale difendersi per recuperare le forze e ripartire.

 

Il ricorso al nuovo Mes, inoltre, riduce il costo dell’indebitamento. Secondo il commissario europeo Paolo Gentiloni, si tratta di uno strumento attraente soprattutto per quei Paesi che pagano sui mercati interessi elevati. I prestiti a 10 anni saranno ad un tasso d’interesse attorno allo zero, percentuale decisamente vantaggiosa se confrontata con l’1,7% dei BTP decennali.

 

Il direttore generale del Mes, Klaus Regling, ha dichiarato che l’Italia arriverebbe a risparmiare fino a sette miliardi di euro in dieci anni.

 

Inoltre, è stata lasciata ampia flessibilità per l’utilizzo di tale strumento, indicando genericamente che il nuovo Mes andrà utilizzato per il “finanziamento diretto e indiretto delle spese sanitarie, la cura e la prevenzione”.

 

Da segnalare poi che il Mes può essere utilizzato sin da subito mentre ad esempio per i fondi messi a disposizione dal Recovery Fund bisognerà attendere il 2021.

 

… e gli svantaggi del Mes:

Tra coloro che non sembrano essere favorevoli a questa nuova linea di credito del Mes, ci sono correnti politiche che temono che in un secondo momento potrebbe arrivare nel Paese richiedente aiuto il rigoroso controllo della Troika.

 

In particolare, la Commissione europea potrebbe richiedere allo Stato membro un programma macroeconomico di aggiustamento nel caso in cui si trovi in difficoltà a rimborsare il prestito.

 

La sorveglianza, assicura Bruxelles, sarà “light”, “adeguata alla natura dello choc simmetrico provocato dal Covid-19 e proporzionale alle caratteristiche e all’uso del Pandemic Crisis Support”. “Siamo dunque ben lontani dallo stile del monitoraggio durante la crisi dei debiti sovrani”, ha commentato Mario Centeno, presidente dell’Eurogruppo.

 

L’Italia farà ricorso al Mes?

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha più volte dichiarato che l’Italia non farà ricorso al Mes per sostenere le spese per la ripresa economica post covid-19. Secondo i calcoli, dunque, rinuncerà a un prestito pari al 2% del PIL del 2019, ossia a circa 36 miliardi di euro, da estinguere entro 10 anni.

 

La decisione spacca la maggioranza, con Pd favorevole e M5s contrario, mentre è attesa per luglio la decisione finale del Parlamento.  

 

Mes, Sure e Bei, mobiliteranno 540 miliardi di euro per la ripresa, ma secondo il premier Conte “sono insufficienti, ammontando ad una frazione di quanto altre grandi economie, come quella Usa, stanno spendendo per sostenere le loro imprese e le loro famiglie”.

 

Quanto costerebbe all’Italia il Fondo salva Stati?

Il MES è stato istituito ad ottobre del 2012 e in tale occasione l’Italia sottoscrisse 125 miliardi di euro, cifra che in realtà non fu mai versata realmente. Si tratta, infatti, di “capitale autorizzato”, ossia denaro che i dirigenti del MES potrebbero chiedere al Bel paese in caso di eventi economici eccezionali. 

 

Sinora la quota italiana di capitale effettivamente versata per il MES (“capitale versato”), ammonta ad oltre 14 miliardi di euro, 14,331 miliardi per essere precisi, sugli 80 miliardi complessivi versati da tutti i Paesi dell’Eurozona.

 

Il MES ha un capitale sottoscritto pari a 704,8 miliardi, di cui 80,5 sono versati, con una capacità di prestito che ammonta a 500 miliardi di euro. I sottoscrittori di questo capitale sono i paesi dell’eurozona, in misura percentuale alla propria scala economica e demografica.

 

Negli ultimi sette anni il MES ha concesso prestiti a Grecia, Cipro, Portogallo, Spagna e Irlanda per un totale di 295 miliardi di euro.

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