La par condicio

Par condicio elezioni regionali 2020: cos'è e come funziona legge

Par condicio cos'è, come funziona la legge sulla elezioni 2020 disciplina ai mezzi di informazione, quali sono le sanzioni e come viene attuata dall'Agcom

Par condicio elezioni regionali 2020: cos'è e come funziona legge

Cos'è la par condicio? La par condicio è una legge che si applica durante le elezioni.

 

Il termine par condicio deriva dal latino ed indica uguale condizione e in queste ultime settimane se ne sente spesso parlare perché si tratta di una legge che regola le elezioni.

 

Con la Delibera n. 323/20/CONS, pubblicata sul sito Agcom mercoledì 22 luglio 2020, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha fissato i termini e le regole “in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione” relative alle campagne per le elezioni del Presidente della Giunta Regionale e del Consiglio Regionale delle Regioni Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Campania, Puglia e Valle d’Aosta, indette per i giorni 20 e 21 settembre 2020, come previsto dalla Legge 22 febbraio 2000, n. 28 e s. m.

 

Nella stessa data, l’Autorità  – con Delibera n. 324/20/CONS – ha posto i termini e le regole anche per l’elezione diretta dei Sindaci e dei Consigli comunali, nonché dei Consigli circoscrizionali, fissate per il 20 e 21 settembre 2020.

 

La “Par condicio” è entrata in vigore da mercoledì 5 agosto 2020 (45 giorni prima del 20 settembre, giorno prima delle operazioni di voto).

 

 

Par condicio regionali 2020:

La par condicio è una legge che si applica in vista delle elezioni. Ed è un tema centrale dunque anche per questo nuovo appuntamento politico dato che si tratta di una legge che regola l'intera campagna elettorale.

 

Ma facciamo un passo indietro. Con il termine par condicio si indica parità di trattamento pari condizioni, una locuzione che sta a rappresentare la necessità di mettere uno o più soggetti nelle medesime condizioni.

 

Nel diritto romano il termine par condicio veniva applicato nella sfera del diritto fallimentare indicando l'uguaglianza di tutti i creditori davanti ai loro debitori, ovvero ad essere rimborsati in eguale maniera.

 

Par condicio oggi è un concetto molto importante all'interno delle democrazie, dove la legge cerca di rendere tutti i soggetti uguali.

 

Cos'è la par condicio?

Cos'è la par condicio? La par condicio è una legge che regola la parità dei soggetti politici davanti ai mezzi d'informazione, ovvero la necessità di rendere uguale l'accesso ai mezzi di comunicazione per la propaganda delle idee politiche.

 

In pratica con la par condicio ogni soggetto politico deve godere dello stesso spazio televisivo e ai mezzi d'informazione in generale, indipendentemente dalle sue risorse. La legge quindi investe direttamente gli enti radiotelevisivi i quali sono obbligati a dare un equo spazio a tutti i soggetti politici. In questo modo si cerca di mettere tutti sullo stesso livello di partenza in modo tale da evitare che chi dispone di maggiori risorse abbia una visibilità più grande rispetto ai soggetti più piccoli.

 

In Italia la prima legge sul merito è stata la Legge 4 aprile 1956 che regolamentava il divieto di affissione di manifesti elettorali 30 giorni prima delle elezioni. La Legge 103/1975 dettava che la Commissione Parlamentare per la vigilanza dei servizi radiotelevisivi vigilava sulle tribune politiche ed elettorali ma la prima vera legge sulla par condicio è stata la Legge del 10 dicembre 1993 numero 515 che regolamentava la campagna elettorale per la Camera e il Senato.

 

Oggi la legge sulla par condicio è la Legge del 22 febbraio 2000 numero 28 che regolamenta la parità di accesso ai mezzi di comunicazione.

 

Come funziona la par condicio 2020?

Come funziona la par condicio? La par condicio viene applicata al fine di garantire una pari visibilità a tutti i partiti e candidati politici. La legge che regola la par condicio è la legge 22 febbraio 2000, n. 28 che disciplina i periodi di campagna elettorale.

 

La funzione principale di questa legge è quella di fare in modo che i partiti più piccoli abbiano i giusti spazi e non siano schiacciati da chi dispone di risorse e mezzi più grandi.

La legge sulla par condicio obbliga il Governo Italiano (organo che organizza e amministra la RAI) a dare pari spazi ed opportunità all'interno della televisione e della radio di Stato. Ovviamente la stessa legge investe anche tutti i soggetti privati che devono altresì dare una equa visibilità a tutti i partiti e soggetti politici.

 

Ad esempio, le reti private Mediaset, in possesso di SIlvio Berlusconi, devono garantire la pari visibilità di tutta la scena politica, senza favorire il partito politico del suo presidente, Forza Italia. La legge sulla par condicio esercita anche il divieto di redigere e rendere pubblici i sondaggi elettorali quindici giorni prima delle elezioni. In quest'ultimo caso la legge cerca di lasciare un dovuto lasso di tempo ai cittadini per decidere sul proprio voto, senza essere ulteriormente influenzati da sondaggi elettorali.

 

Quindi anche quest'anno i sondaggi elettorali delle elezioni regionali 2020 e referendum devono essere sospesi 15 giorni prima del 20 settembre. L'Autorità per le comunicazioni Agicom vigila sulla par condicio, una legge che se non rispettata prevede delle sanzioni.

 

Per cui entro i 5 giorni successivi dal giorno di inizio della campagna elettorale, gli editori di quotidiani e periodici devono manifestare pubblicamente la loro disponibilità ad ospitare messaggi politici elettorali mediante un comunicato obbligatorio. Nel periodo elettorale, è poi possibile pubblicare i seguenti contenuti:

  • annunci di dibattiti, conferenze e discorsi;

  • presentazione dei programmi delle liste, dei gruppi di candidati o di singoli candidati;

  • confronto fra più candidati.

  • Mentre c'è il divieto per altre forme di comunicazione politica.

A differenza di quanto accade nel settore radiotelevisivo, per l’editoria è prevista la possibilità di comunicazione politica da parte di singoli candidati.

 

Importante: vale la pena ricordare che tutti i messaggi politici elettorali di comunicazione politica devono essere riconoscibili come tali e pubblicati in box chiaramente evidenziati e aventi caratteristiche uniformi per ciascuna testata. Devono anche recare la dicitura “messaggio elettorale” ed indicare il nome del committente del messaggio.

 

I messaggi politici e elettorali possono essere pubblicati su quotidiani e periodici fino a tutto il penultimo giorno prima delle elezioni.

 

Sondaggi politici ed elettorali, vietati 15 giorni prima del voto

Per quanto riguarda la pubblicazione dei sondaggi politici ed elettorali sono vietati nei 15 giorni precedenti la data delle votazioni, anche se si tratta di sondaggi effettuati in periodi precedenti. Stesso divieto anche per la pubblicazione o la diffusione di notizie, dichiarazioni o commenti su sondaggi effettuati, fatta eccezione dei casi in cui si faccia riferimento a sondaggi diffusi prima dell’inizio del periodo vietato.

 

Nel resto del periodo i sondaggi, integrali o parziali, devono essere diffusi allegando una nota informativa pubblicata in un apposito riquadro, contenente una serie di indicazioni obbligatorie:

  • soggetto che ha realizzato il sondaggio,

  • committente,

  • acquirente,

  • estensione territoriale – nazionale, regionale, comunale -,

  • consistenza del campione,

  • numero delle persone rispondenti e percentuale dei non rispondenti,

  • data di effettuazione,

  • indirizzo web dove è disponibile il documento completo relativo al sondaggio predisposto dall’istituto di ricerca che ha effettuato il sondaggio stesso.

 

Le sanzioni della par condicio

Quali sono le sanzioni della par condicio? La legge sulla par condicio stabilisce delle chiari sanzioni per i soggetti che non la rispettano.

L'Agicom è l'Autorità per le Comunicazioni che vigila sugli enti radiotelevisivi e si occupa di verificare se questi rispettino la par condicio.

 

Tutti coloro che trasgrediscono questa legge sono soggetti ad un minimo di una multa di 20 mila euro ad un massimo della pena che prevede la sospensione della trasmissione in essere per 30 giorni.

 

Solitamente l'Agicom interviene in tempi molto brevi, rilasciando il suo giudizio entro e non oltre le 48 ore da una denuncia pervenuta e sebbene agisca sui mezzi di comunicazione pubblici e privati, non mancano mai le polemiche in merito alla questione.

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