Tornano i buoni spesa

Buoni spesa Covid: cosa sono, come funzionano, a chi spettano, Ristori

Nel decreto Ristori ter compaiono i buoni spesa: cosa sono, come funzionano e a chi spettano i buoni da 300 a 500 euro per acquisto beni di prima necessità

Buoni spesa Covid: cosa sono, come funzionano, a chi spettano, Ristori

Decreto dopo decreto siamo arrivati al Ristori ter mentre è già pronto un quater, il tutto per arginare gli effetti economici della seconda ondata di contagi che si è abbattuta sull’Italia.

 

Alle primissime limitazioni imposte dal governo nel mese di ottobre si sono accompagnati i primi ristori alle aziende penalizzate dalle restrizioni; al successivo lockdown a zone è seguito il decreto Ristori bis per indennizzare le attività coinvolte dalle nuove chiusure; ai nuovi passaggi in zona rossa ed arancione delle regioni si è risposto con il decreto Ristori ter.

 

Il provvedimento da 1,95 miliardi di euro non sarà l’ultimo della lista del 2020: in vista anche un decreto Ristori quater per la proroga delle scadenze fiscali, ma questa volta con un nuovo scostamento di bilancio da 8 miliardi di euro.

 

Nel decreto Ristori ter compaiono i buoni spesa, vediamo insieme cosa sono, come funzionano e a chi spettano.

 

Ristori ter, buoni spesa covid: cosa sono

I buoni spesa tornano alla ribalta con il decreto Ristori ter dopo aver fatto la loro prima comparsa in primavera in occasione del lockdown nazionale. Questa semplice guida ci aiuterà a capire cosa sono i buoni spesa introdotti con il decreto Ristori ter, come funzionano e a chi spettano.

 

Si tratta di misure urgenti di solidarietà alimentare studiate per aiutare i nuclei familiari in difficoltà, ovvero per sostenere coloro che non riescono neppure a fare la spesa, pensiamo ad esempio ai lavoratori in nero che hanno perso il lavoro a causa del Coronavirus.

 

Nelle scorse settimane il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, aveva lanciato un accorato appello per i bonus spesa, sostenendo che “Napoli è fatta anche di economia sommersa” e che “c’è una sola misura che può scongiurare la rabbia sociale: i buoni spesa distribuiti dal Comune”.

 

Questa rabbia sociale si era palesata i giorni precedenti nelle piazze, quando in occasione di manifestazioni contro le nuove misure restrittive decise dal Governo si erano registrati pesanti scontri con la polizia.

 

Il provvedimento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, verrà finanziato attraverso un fondo istituito dal governo, mentre la parte attuativa verrà demandata agli enti territoriali.

 

Buoni spesa come funzionano:

Per i buoni spesa l’esecutivo ha deciso di istituire un fondo da 400 milioni di euro da erogare ai Comuni entro il 1° dicembre 2020. Saranno poi i singoli enti territoriali a decidere importi e modalità di accesso al bonus.

 

Probabilmente verrà riproposto lo schema già adottato la scorsa primavera, ma non è detto: i Comuni potranno decidere se elargire i buoni direttamente alle famiglie oppure se consegnare loro la spesa a domicilio.

 

I buoni spesa potranno essere utilizzati solamente per l’acquisto di generi di prima necessità presso gli esercizi commerciali aderenti all’iniziativa (l’elenco verrà pubblicato sul sito internet di ciascun Comune).

 

Decreto Ristori ter: a chi spettano i buoni spesa

Saranno le amministrazioni locali a dover individuare le famiglie in difficoltà a cui elargire i buoni spesa. In particolare, l’ufficio dei servizi sociali di ciascun Comune avrà il compito di individuare la platea dei beneficiari ed il relativo contributo tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19 e tra quelli in stato di bisogno, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico.

 

Definiti i criteri di attribuzione del buono spesa, saranno i cittadini a dover presentare la domanda al Comune di residenza probabilmente autocertificando la propria posizione economica, come avvenuto ad aprile.

 

Si parla di un contributo per l’acquisto di generi di prima necessità che va da un minimo di 300 euro a un massimo di 500 euro, a seconda della composizione del nucleo familiare.

 

Non solo beni alimentari ma anche farmaci: il governo sempre con il decreto Ristori ter ha istituito un fondo per le emergenze nazionali da 100 milioni di euro finalizzato all’acquisto e alla distribuzione di farmaci per la cura di pazienti affetti da Covid-19.

 

A queste misure introdotte a sostegno delle famiglie italiane colpite dagli effetti economici della pandemia se ne aggiungono altre varate in precedenza, come i contributi a fondo perduto, i bonus affitto, i bonus baby sitter, il congedo straordinario, la cancellazione della seconda rata IMU.

 

Tutto questo non sembra bastare, si dovrà chiedere entro la fine dell’anno un nuovo scostamento di bilancio da 8 miliardi di euro per rinviare le scadenze fiscali e per la pace fiscale da inserire in un decreto Ristori quater.

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