L'accordo in extremis

Brexit 2021: firma ufficiale, l'accordo è legge. Cosa cambia da oggi

GB approva deal commerciale con l’Ue. Alla vigilia del 31, Bruxelles e Londra firmano 1.246 pagine di accordo. Proposto un Fondo Ue post-Brexit da 5 mld.

Brexit 2021: firma ufficiale, l'accordo è legge. Cosa cambia da oggi

La vigilia dell’ultimo dell’anno è stata una data storica per la Brexit. Sia per Bruxelles che per il Governo di Londra.

 

È il momento clou, tanto atteso non solo dai giornalisti e dalla istituzioni, ma anche dai cittadini e dalle imprese che - per primi - sentiranno gli effetti del divorzio GB-Ue, il cui periodo di transizione è giunto a scadenza (31 dicembre). C’è finalmente la firma ufficiale all’accordo commerciale per l’uscita del Governo Tory dal blocco dei 27 a chiusura di un anno segnato da trattative commerciali intense e tortuose. Nella mattina del 30 dicembre, il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel e il capo della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, si sono dati appuntamento all’Europa building a Bruxelles per la breve cerimonia live che ha acceso i riflettori sulla sigla dell’accordo commerciale e di cooperazione tra l’Unione europea e il Regno Unito.

 

In realtà, gli accordi sono tre. Quello principale è composto da circa 1.246 pagine che, unite ad allegati e documenti accompagnatori ne aumenta significativamente il volume. Tra questi, c’è quello sulle procedure di sicurezza applicate anche allo scambio e la protezione delle “informazioni riservate e sensibili” (nel gergo: classified). Grande attenzione c’è stata anche per la firma dell’accordo tra l’Ue, l’EURATOM e il Governo britannico per la cooperazione sugli usi sicuri e pacifici dell’energia nucleare.

 

Nella stessa giornata, il “pacchetto” è stato inviato a Londra, a bordo del volo della Royal Air Force, per procedere alle ultime due firme: quella del Premier Boris Johnson e quella della Regina Elisabetta II. La conseguenza immediata della “lunga trafila” conclusa in extremis è che, dal 1 gennaio 2021, l’accordo sarà applicato in via provvisoria. “(…) Sarà ora esaminato dal Parlamento europeo e dal Consiglio”, prima di essere ratificato dai 27 Governi dell’Unione europea, ha spiegato Charles Michel, ribadendo come l’Unione europea abbia mostrato un “livello di unità senza precedenti” nella gestione dei negoziati post-Brexit. “È un accordo equo ed equilibrato che protegge pienamente gli interessi fondamentali” dei Paesi dell’Unione, ha aggiunto.

 

“Sulle questioni principali, l'Unione europea è pronta a lavorare fianco a fianco con il Regno Unito. Questo avverrà sul cambiamento climatico, in vista della COP26 di Glasgow e sulla risposta alle pandemie, in particolare su un possibile trattato sulle pandemie, In materia di affari esteri cercheremo una cooperazione su questioni specifiche basata su valori e interessi condivisi”, ha aggiunto Michel, dato che "queste sono questioni importanti che dovranno essere discusse regolarmente, come facciamo con i nostri partner strategici”.

 

A Londra sì dalle Camere e della Regina: l’accordo è Legge

Il Parlamento britannico (Camera dei Comuni) ha votato a favore dell’accordo raggiunto lo scorso 24 dicembre (521 Si contro 73 No) aprendo la strada all’uscita “ordinata” di Londra dall’Ue. Per i deputati riuniti nella seduta straordinaria del 30 dicembre, presieduta da Johnson, l’accordo è ora Bill (la Legge), dopo essere passata anche dal via libera della Camera dei Lord nel corso della giornata. Step imprescindibile prima di sottoporre il documento ufficiale anche al consenso formale della Regina Elisabetta II.

Il Regno Unito ha lasciato l’Ue quasi un anno fa, ma è rimasto all’interno del sistema commerciale europeo e dell’Unione doganale per l’intero periodo di transizione che termina giovedì 31 a mezzanotte (ora di Bruxelles), le 23:00 nell’orologio di Londra.

 

Sui Social, Johnson sembra cantare grande vittoria rispetto a un’intesa che apporta elementi favorevoli alle “leggi”, alla sovranità e all’economia del Paese. Ma c’è chi sembra smentirlo: a margine dei dibattiti di Westminster, l’ex-Primo Ministro, Theresa May, ha affermato alla stampa locale che l’accordo votato dai deputati britannici è di gran lunga peggiorativo rispetto a quello che lei stessa aveva portato avanti con Bruxelles, ma che le Camere a Londra avevano continuato a respingere. La May mette in luce come il testo firmato da Johnson contempli lo scambio di beni (merci) escludendo i servizi, che – per Londra -  coprono l’80% della ‘produzione’ nazionale.

 

 

Charles Michel ha espressamente riferito che il deal consentirà una Brexit “ordinata” per garantire maggiore stabilità e prevedibilità sia al mercato che ai cittadini. Ed è proprio per volgere al futuro delle imprese e del business che il Presidente di Eurochambres, Cristoph Leitl, ha spiegato come l’intesa abbia evitato lo scenario peggiore (assenza di accordo che generava incertezza), “ma resta il fatto che (dopodomani) il Regno Unito lascerà il Mercato unico dell'Ue. Ecco perchè dobbiamo ancora preparare le imprese, soprattutto le PMI, a nuove condizioni commerciali ”, ha concluso Leitl.

 

5 mld di euro per Fondo Ue (Riserva) post-Brexit: chi può accedervi e come

L’Esecutivo europeo ha presentato una proposta per una Riserva di adeguamento per la Brexit, il Brexit Adjustment Reserve Fund. Concordata dal Vertice europeo di luglio 2020, si tratta di un fondo per contribuire a contrastare le conseguenze negative di natura economica e sociale che si verificherebbero dal 1 gennaio 2021 in alcuni settori dei Paesi dell’Ue.

 

L’importo disponibile prevede un budget fino a 5 miliardi di euro (nel 2018 / prezzi costanti; 5,37 miliardi di euro a prezzi correnti). Si colloca come strumento speciale al di fuori dei massimali del Bilancio dell’Ue (Quadro finanziario pluriennale 2021-2027). Sosterrà le imprese e l’occupazione, le regioni e le comunità locali, comprese quelle dipendenti dalle attività di pesca nelle acque del Regno Unito. Può inoltre assistere le pubbliche amministrazioni nella gestione del corretto funzionamento dei controlli frontalieri, doganali, sanitari e fitosanitari e per garantire servizi essenziali ai cittadini e alle imprese interessate dal grande cambiamento.

 

Per il Commissario Ue per il Bilancio e l’Amministrazione, Johannes Hahn, “l’adeguamento strutturale alle nostre nuove relazioni con il Regno Unito richiederà degli aggiustamenti nel lungo termine tali da superare quanto questa riserva - da sola - potrà mai fornire. Il nuovo e potente bilancio dell'UE sosterrà questi sforzi”, ha spiegato Hahn. La riserva coprirà tutti gli Stati membri. Il metodo di allocazione, architettura e attivazione sono progettati in modo da consentire la concentrazione sulle attività che subiranno maggiori perdite.

 

Il sostegno verrà erogato in due turni di assegnazione. Il primo, più consistente, sarà attivato nel 2021 sotto forma di prefinanziamento, in base al quale verrà determinato un importo per Stato membro sulla base di una chiave di allocazione che tenga conto del relativo grado di integrazione economica con il Regno Unito, compreso lo scambio di merci e servizi. Un importo aggiuntivo verrà assegnato per riflettere le perdite che alcuni Stati membri subiranno a causa delle limitazioni nell’accesso alle acque del Regno Unito per le attività di pesca.

 

La seconda tornata di pagamenti sarà erogata nel 2024, sotto forma di contributo aggiuntivo basato sulle spese sostenute e dichiarate alla Commissione europea, tenendo conto dell’utilizzo del prefinanziamento. Se questa spesa supera sia l’importo del prefinanziamento che lo 0,06% dell'RNL nominale del 2021, gli Stati membri riceveranno un importo aggiuntivo dalla Riserva.

Il periodo di ammissibilità delle spese inizia il 1 luglio 2020 e avrà una durata di 30 mesi al fine di dare la possibilità e la flessibilità ai Governi nazionali di progettare e attuare le misure necessarie che arginerebbero l’impatto immediato del recesso del Regno Unito dalle contrattazioni con l’Ue.

 

Anche le Borse festeggiano il deal (Londra +1,9%)

Nell’attesa della firma ufficiale del deal Ue-GB, la Borsa di Londra guida i principali listini di borsa europei (con un +1,9%). Assieme ad altre ‘piazze finanziarie’ del circuito Commonwealth, la London Stock Exchange ha riaperto in rialzo dopo il ponte di Natale. Anche il trend delle borse europee sembra far ben sperare. Quello più alto del 2020 è il valore registrato da Francoforte (+0,78%), mentre Madrid (+0,59%), Parigi (+0,5%) e Milano (+0,14%) danno segnali positivi, ma più cauti. Mentre il greggio (petrolio) e l’alluminio giocano al rialzo sulla piazza di Londra, si avverte una controtendenza per le banche britanniche del Hsbc (-1,61%) e per il gruppo Lloyds (-2,55%). 

 

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