CoronaVac priorità a chi lavora

Covid, perché l'Indonesia vaccinerà i lavoratori prima degli anziani

Cosa sapere sul piano di somministrazione del farmaco anti-coronavirus del Governo di Jakarta per iniettare le prime dosi prodotte da Sinovac in Cina.

Covid, perché l'Indonesia vaccinerà i lavoratori prima degli anziani

I media di Jakarta hanno diffuso sui Social alcune immagini che fotografano le operazioni che daranno avvio il 13 gennaio alla campagna vaccinale di massa contro il covid-19 nel Paese del Sud est asiatico. Mentre entra in cella frigorifera del Distretto sanitario locale a Palembang, un agente armato di polizia fa la guardia accanto ad un camion contenente le confezioni inviate da Sinovac Biotech, la casa farmaceutica cinese che ha prodotto e commercializzato il vaccino per gli indonesiani.

 

Perchè gli adulti tra i 18 e i 59 anni sono fascia “prioritaria”

Nella fila dei destinatari ‘priority’ figurano anche i 1.3 milioni di lavoratori transfrontalieri, come già stabilito dal piano nazionale che verrà lanciato dal Presidente Joko Widodo, a cui si somministrerà la prima dose. Avanti quindi con gli adulti di età compresa tra i 18 e i 59 anni (quella della popolazione attiva) rispetto agli anziani. L’obiettivo è raggiungere rapidamente l’immunità di massa e rilanciare al più presto l’economia colpita dall’emergenza sanitaria dei contagi partiti dal focolaio di Wuhan. Il modello indonesiano verrà presto replicato da altri Paesi vicini. Una scelta fuori dalla media dato che, in Europa e oltre-oceano, ci sono Amministrazioni come quella degli USA e della Gran Bretagna che hanno già iniziato le vaccinazioni dell’antivirus sviluppato dalla Pfizer (e da BionTech) partendo dagli individui più vulnerabili alle malattie respiratorie (anziani over 80, come abbiamo visto nel caso dell’ultranovantenne, la britannica Margaret).

 

È mesi che si sono diffusi pareri e valutazioni degli esperti sui meriti e sui rischi dell’approccio indonesiano, in base al quale si parte, comunque, con gli operatori sanitari, lo staff medico, i dipendenti del sistema sanitario pubblico per poi concentrarsi al più presto su chi effettivamente è esposto ai rischi: la forza lavoro.

L'Indonesia, che prevede di iniziare le vaccinazioni di massa con il noto vaccino Made in China, afferma di non disporre ancora di dati sufficienti sull’efficacia del vaccino sugli anziani, poiché gli studi clinici in corso coinvolgono solo le persone di età compresa tra i 18 e i 59 anni. “Non siamo in controtendenza”, ha precisato Siti Nadia Tarmizi, un alto funzionario del Ministero della Sanità, aggiungendo che il Governo si atterrà comunque alle raccomandazioni delle autorità di regolamentazione dei farmaci che in Indonesia danno luce verde alle operazioni per vaccinare anche gli anziani.

 

In attesa di nuove dosi, i pareri sull'approccio indonesiano

L’Indonesia ha firmato un accordo per ricevere 125,5 milioni di dosi del vaccino chiamato CoronaVac (di Sinovac) e un primo lotto di 3 milioni di dosi è già arrivato nel Paese. “Non credo che si possa diventare troppo dogmatici su quale sia il giusto approccio”, afferma Peter Collignon, professore di malattie infettive presso l’Australian National University, aggiungendo che la strategia dell’Indonesia potrebbe comunque rallentare il picco dei contagi, qualora non dovesse influire - come si vorrebbe - sui tassi di mortalità. C’è anche chi accoglie positivamente e comprende appieno la scelta del Governo di Jakarta: i giovani adulti che lavorano sono generalmente più attivi, più socievoli e viaggiano di più. Questa strategia dovrebbe ridurre la trasmissione nella comunità più velocemente rispetto alla vaccinazione di pazienti in età avanzata. Budi Gunadi Sadikin, Ministro indonesiano della Salute, ha affermato che il Paese ha bisogno di vaccinare 181,5 milioni di persone, o circa il 67% della popolazione, al fine di poter dichiarare di aver raggiunto un risultato importante. Per questo, richiede quasi 427 milioni di dosi di vaccini calcolati sull’ipotesi di un regime a doppia dose. Sul successo della vaccinazione di massa rimane forte scetticismo, poiché è necessario fare ulteriori ricerche anche per accertare se le persone vaccinate possono trasmettere il virus o meno.

 

Una cosa è certa: la fascia 18-59 è alimentata da bisogni crescenti di accesso a servizi e ricorso agli acquisti sul mercato. Potrebbe quindi contribuire a sostenere la ripresa economica più velocemente perché i consumi delle famiglie contribuiscono per oltre il 50% all’economia indonesiana, come emerso dai dati nazionali.

Nel 2020, la pandemia ha causato all’Indonesia (la più grande economia del sud-est asiatico) la prima recessione dopo due decenni di indicatori in crescita. Le stime del Governo hanno parlato di una contrazione della produzione al 2,2%.

 

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