Verso l’addio

Trump, la grazia a 100 persone e la missione Zero failure Washington

Il presidente uscente pronto a concedere il “perdono” a una lista di condannati (ma non a se stesso) mentre scatta l’operazione sicurezza alla Casa bianca

Trump, la grazia a 100 persone e la missione Zero failure Washington

La parola è “impossibile fallire”. La missione scattata a Wasghington a due giorni dall’Inauguration Day di Joe Biden, con il giuramento dell’ormai 46esimo Presidente degli Stati Uniti si chiama, infatti, Zero Failure Mission. L’obiettivo è garantire la sicurezza in occasione dell’insediamento, evitando che si ripetano disordini come accaduto il 6 gennaio scorso con l’assalto al palazzo del Congresso a Washington.

Intanto, però, è polemica per la decisione di Donald Trump, che sarebbe pronto a concedere la grazia a 100 persone, commutando loro la pena. Un provvedimento che scatterebbe prima del suo addio alla Casa Bianca, il 20 gennaio, e che non riguarderebbe se stesso.

 

Le polemiche per la grazia “a pagamento”

La lista dei beneficiari del cosiddetto “perdono giudiziario” è lunga e secondo le indiscrezioni, comprenderebbe anche nomi noti. Secondo quanto fatto sapere dalla CNN, infatti, a ricevere la grazia presidenziale, ad appena 48 ore dalla fine del mandato di Donald Trump, sarebbero anche Steve Bannon, ex consigliere strategico dello stesso tycoon oltre che politologo, ex banchiere d’investimenti ed ex direttore responsabile del giornale online di estrema destra Breitbart News. La grazia, poi, potrebbe andare anche all’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani, che è avvocato di Trump, che invece non ne beneficerebbe. Secondo il New York Times, nelle ultime settimane sarebbero persino state pagate alcune somme per ottenere una commutazione della pena, in 41 casi recenti.

 

Chi sarebbero i “graziati” da Trump

Nell’elenco figurerebbero nomi noti, come quello di Paul Manafort (ex manager della sua campagna elettorale), Michael Flynn (ex Consigliere per la Sicurezza nazionale) e John Kiriakou (ex funzionario della Cia, condannato per aver svelato informazioni segrete). In questo caso, secondo il NYTimes, sarebbe stato versato un “acconto” da 50mila dollari, con la promessa di un saldo di altrettanti 50 mila al momento della firma della grazia. Lo stesso sarebbe accaduto anche con Brett Tolman, un ex procuratore federale e consulente della Casa Bianca, che non solo avrebbe fornito indicazioni al Presidente sui destinatari e sulle modalità con cui concedere la grazia, ma anche ai diretti interessati su come formulare la domanda e farla arrivare in tempi rapidi a Trump.

 

La Zero failure Mission

Proprio il “caso grazia” non fa ce accendere ulteriori polemiche alla vigilia dell’insediamento di Joe Biden, con una cerimonia blindatissima e per la quale è stata messa a punto l’operazione ribattezzata Zero failure, ossia nessun fallimento. L’obiettivo è evitare scontri o incidenti di sorta il 20 gennaio, quando si insedierà il 46esimo Presidente americano. A guidarla è Michael Plati, che ha parlato di un “robusto rafforzamento della Guardina Nazionale con 25mila militari mobilitati, numerosi check point e sbarramenti intorno all’area della Casa Bianca.

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