Le novità della crisi

Nasce al Senato gruppo degli Europeisti ma a Conte non basta

Oggi al Colle Casellati e Fico. Da domani colloqui con i partiti. Il premier per un governo di ‘salvezza nazionale’. Renzi è ancora l’ago della bilancia

Nasce al Senato gruppo degli Europeisti ma a Conte non basta

Non si sbroglia la matassa dell’allargamento della maggioranza che dovrebbe sostenere un terzo esecutivo a guida Conte. Oggi in Senato si è costituto il nuovo gruppo parlamentare Europeisti Maie Centro democratico. Ne fanno parte dieci senatori, così come vuole il regolamento della camera alta italiana. Oltre ai 4 del Maie aderiscono i due ex forzisti Causin e Rossi (il primo con il ruolo di vice presidente), Tatjana Rojc arrivata in prestito dal gruppo del Pd e Gianni Marilotti, ex 5S e fino a ieri nel gruppo delle Autonomie. Non è entrata invece Sandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella, che pure inizialmente aveva dato la disponibilità. Presidente sarà Raffaele Fantetti, tra i promotori della prima ora della nuova formazione. Il pallottoliere di Palazzo Madama però non subisce variazioni. Gli aderenti votavano già per il governo Conte. “Dal punto di vista dei numeri non cambia nulla” ammette il ‘responsabile’ Marilotti, “ma può essere un inizio per aggregare altri politicamente. Poi i numeri arriveranno". Dunque, l’obiettivo è provare ad uscire dall’attuale situazione di stallo e che il progetto, per ora in nuce, trovi uno sbocco politico e di crescita in termini di adesioni.

 

Il Quirinale

Oggi i riflettori sono puntati sul Quirinale dove nel pomeriggio, dopo le celebrazioni previste in mattinata per la Giornata della Memoria, il presidente Mattarella darà il via alle consultazioni. Alle 17 toccherà alla presidente del Senato Elisabetta Casellati, subito dopo al presidente dei deputati, Roberto Fico. Domani e dopo domani sarà la volta dei colloqui con i gruppi parlamentari e con i partiti. Al momento la situazione non presenta nuovi margini di manovra. La partita è complicata e il ruolo del Colle, che entra pienamente nella gestione della crisi, sarà verificare se esiste una nuova maggioranza in grado di sostenere un governo. Quale, è tutto da scoprire. La strada è stretta. Il tentativo di Conte e di Pd e M5S di mettere nell’angolo Renzi con la caccia ai ‘responsabili’ non dà ancora gli esiti sperati. E se saranno costretti a ricorrere di nuovo all’ex premier c’è da aspettarsi che quest’ultimo alzerà la posta. “Andremo al Colle senza pregiudizi e senza fare nomi” ripete Renzi, ma di lui nessuno si fida più. Davvero accetterebbe un Conte Ter? E se sì, cosa vuole in cambio? Conte rilancia da Facebook: al Paese serve “una maggioranza più ampia e sicura”. Non rinuncia all’allargamento ma le speranze si affievoliscono.

 

Primo giro di consultazioni

Pd e M5S cercano di mantenere le proprie pattuglie il più possibile compatte. E Conte non è in discussione. Ma tutto dipenderà dal primo giro di consultazioni. E da un possibile accordo tra Renzi e il premier, i veri duellanti sono rimasti loro. Il presidente Mattarella dopo aver ascoltato tutti dovrà tirare le somme. E se sulla figura dell’avvocato pugliese non ci sarà convergenza, il film che vedremo la settimana prossima potrebbe essere completamente diverso. A meno che il capo dello Stato non voglia comunque dare a premier dimissionario un pre-incarico con la possibilità di guadagnare qualche giorno. Ma se si dovesse arrivare a un secondo giro di consultazioni è probabile che i due principali alleati - Pd e M5S – tireranno i remi in barca e faranno altri nomi per dare al Paese un Governo ed evitare le elezioni. A quel punto, di fronte all’agonia politica dei grillini, il Nazareno avrebbe un ruolo chiave per un governo di salvezza nazionale, lo stesso che auspica Conte, ma con un premier diverso. E su cui Renzi non porrebbe veti. Da qui alla settimana prossima tutto è possibile e la chiave di lettura dovrà fornirla Mattarella.

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