Myanmar nel caos

Myanmar: 38 manifestanti uccisi. L’esercito ricorre a TikTok?

Fonti locali parlano di massacro. Proseguono i cortei che inneggiano alla “disobbedienza civile”, ma le forze armate rispondono con repressione e social

Myanmar: 38 manifestanti uccisi. L’esercito ricorre a TikTok?

Da un lato le manifestazioni dei civili, dall’altro la risposta dell’esercito, che ha preso il potere poco più di un mese fa in Myanmar, arrestando diversi leader politici, tra i quali la premio Nobel Aung san Suu Kyi, nonché vincitrice alle scorse elezioni di novembre.

Dopo la foto della suora in ginocchio di fronte ai militari, che ha fatto il giro del mondo, sono proseguite anche nelle scorse ore le violenze, che hanno portato alla morte di 38 attivisti.

Ecco cosa sta succedendo nella ex Birmania, dove le Forze Armate hanno intenzione di ricorrere anche a TikTok.

 

Scontri e 38 nuove vittime

Sono almeno 38 le persone rimaste uccise durante le manifestazioni delle ultime ore contro la giunta militare, dopo che l’esercito ha aperto il fuoco contro la folla. Secondo l’inviata speciale dell’ONU in Myanmar, Christine Schraner Burgener, ieri è stato il “giorno più sanguinoso” dal colpo di stato del 1° febbraio. In poco più di un mese sono più di 50 le vittime della repressione militare.

Le manifestazioni di protesta vanno avanti da settimane ed è in corso anche uno sciopero nazionale, che invoca alla “disobbedienza civile”. Secondo fonti locali alle proteste stanno aderendo anche professionisti come medici e ingegneri, al fianco di studenti, lavoratori delle ferrovie e contadini. Lo sciopero ha bloccato il paese.

I manifestanti chiedono il ripristino della democrazia e la liberazione di Aung San Suu Kyi, la ex leader di fatto del Myanmar, che era stata arrestata dai militari durante il colpo di stato e il cui partito, Lega nazionale per la democrazia (NLD), aveva vinto le elezioni dello scorso novembre. Voto invece contestato dalle Forze Armate.

 

Il ricorso a TikTok

Per rispondere alle manifestazioni, che vedono una larga partecipazione di ragazzi, l’esercito ha deciso di fare ricorso ai social e in particolare a TikTok, amatissimo tra i più giovani. L’esercito, infatti, usa la piattaforma cinese non solo per conoscere le intenzioni dei manifestanti, che comunicano tramite TikTok per organizzare i cortei, ma anche per diffondere i propri ordini militati all’interno delle Forze Armate. L’idea sembra essere anche quella di creare un nuovo “social” analogo, grazie anche all’apporto di conoscenze e di tecnologia dalla Cina, di cui sarebbe stato segnalato l’arrivo nei giorni scorsi.

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