Scandalo al Bundestag

Business mascherine: si dimette deputato CDU poco prima delle elezioni

Il partito della Merkel alle prese con le dimissioni di due parlamentari e l’indagine relativa a corruzione su appalti per le mascherine contro il covid-19.

Business mascherine: si dimette deputato CDU poco prima delle elezioni

Uno scossone per l’Unione Cristiana Democratica (CDU) in Germania, quello impartito dallo scandalo “pandemico” sugli appalti delle mascherine per proteggersi dal coronavirus che ha portato all’annuncio di dimissioni da parte di due deputati del Bundestag.

Una vicenda che rischia di danneggiare il partito della Cancelliera Angela Merkel ad una settimana dalle elezioni regionali, previste per prossima, in due importanti Laender occidentali: il Baden-Wuerttemberg e la Renania-Palatinato.

Nikolas Loebel ha detto che si ritirerà dalla politica entro la fine dell’anno. Ma è stato il leader del partito, Armin Laschet, a spingere affinché lasci immediatamente il mandato.

 

Lo scandalo delle mascherine

Nikolas Loebel ha lasciato il Bundestag e la CDU, dopo aver ceduto alle pressioni politiche e dell’opinione pubblica a seguito delle rivelazioni secondo cui la sua azienda avrebbe ricavato centinaia di migliaia di euro sugli accordi governativi stipulati per la fornitura di mascherine anti-covid19 durante l’emergenza sanitaria. Ha dichiarato che si sarebbe dimesso dal suo mandato parlamentare - con effetto immediato - e senza candidarsi nuovamente al Bundestag alle elezioni di settembre, “per evitare ulteriori danni al mio partito”, ha detto Loebel.

L’imprenditore 34enne ha confermato venerdì scorso di essere stato coinvolto in attività che si occupavano di maschere facciali. Confessione a cui ha fatto seguito l’addio al gruppo parlamentare da parte di un secondo membro senior della CDU, il deputato Georg Nuesslein, attualmente sottoposto ad un’indagine sul medesimo scandalo. Ma che ha a differenza di Loebel non intende lasciare la sua posizione politica, nonostante sia stato costretto a dare le dimissioni dal Parlamento.

A far scattare l’affaire è stata la divulgazione secondo cui i due avrebbero tratto profitto personale dal business delle mascherine condotto dalla società gestita da Loebel, guadagnando una commissione di circa 250.000 euro in veste di intermediario tra un fornitore nel Baden-Wuerttemberg e due aziende private della regione. Loebel risulta anche Amministratore delegato di una corporate (la Loebel Projektmanagement) situata a Mannheim.

 

Il “mea culpa”

Essere un membro del Bundestag tedesco e poter rappresentare la mia città natale, Mannheim, è un grande onore ed un obbligo soprattutto morale”, ha scritto Loebel in una nota inviata anche alla stampa locale. “Con le mie azioni non sono riuscito a essere all’altezza di questi standard. Per questo vorrei chiedere scusa a tutti in questo Paese”.

 

Parole a cui è seguito il no mercy di Armin Laschet nell’affermare pubblicamente che “chi fa affari con questa protezione (dei cittadini durante la pandemia) e chi se ne arricchisce personalmente, non è un rappresentante delle persone. E deve andarsene subito dal Parlamento”. In stagione di sondaggi elettorali, vissuti – nella Germania che sta per entrare nell’era post-Merkel - come un vero e proprio “test” cruciale per Armin Laschet, nuovo leader del partito della CDU. Eletto lo scorso gennaio, è in fase di ricerca di consensi e affermazione della propria autorevolezza sul partito della Cancelliera.

Un messaggio simile a quello di Laschet è arrivato via Twitter anche da Markus Soeder, a capo della Baviera e della CSU, il partito gemello della CDU. “Tutti coloro che sono coinvolti dovrebbero (...) trarne le conseguenze fondamentali. (...) Qualsiasi altro episodio va a detrimento della fiducia degli elettori nella politica”.

 

La scorsa settimana, le autorità investigative della Polizia hanno perquisito i locali in Germania e Liechtenstein, tra cui l’ufficio di Nuesslein (all’interno dell’edificio del Bundestag) e il suo collegio elettorale nella regione meridionale della Baviera.

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