L’Europa è ancora in disperata ricerca di consegne di siero anti-covid19 e rimane alle prese con il “caos AstraZeneca”.
Mercoledì, l’annuncio che il Governo belga ha deciso di non somministratore il vaccino prodotto dall’azienda anglo-svedese agli under 56, visto il rischio di reazioni avverse e le preoccupazioni legate ai casi rari di trombosi e coaguli di sangue. Da fonti europee e dai media tedeschi, si è appreso che anche la Germania ha preso una decisione netta per non rallentare si progressi della campagna vaccinale: avvierà, infatti, in tempi brevi, i colloqui per procedere all’acquisto del vaccino prodotto dalla Russia, lo Sputnik V.
Ad informare sull’imminente inizio dei negoziati è stato Jens Spahn, Ministro tedesco per la Salute, parlando agli omonimi europei riuniti in video-conferenza informale, convocata mercoledì 8 aprile poco dopo la conclusione della conferenza stampa dell’Agenzia europea dei Medicinali (EMA).
Baviera, pioniere delle trattative
La prima notizia sulla decisione di Berlino è stata diffusa dalla Reuters e poi confermata da alcuni diplomatici che, da Bruxelles, avrebbero fatto sapere che Spahn ha dato l’annuncio ufficiale, poco dopo che Markus Soeder, a capo della Baviera, ha riferito ai giornalisti che il Land aveva già dato l’ok alle trattative con i produttori russi per portare 2,5 milioni di fiale al sistema sanitario regionale.
Malta: serve approccio comune con contratti di pre-acquisto
Durante la riunione virtuale dei vertici nazionali responsabili per le politiche sanitarie, il Ministro maltese della Salute, Chris Fearne, ha invece spinto per la definizione e il mantenimento di un approccio comune da parte dei 27. Il Governo di Valletta ha chiesto alla Commissione europea di avviare negoziati per contratti di pre-acquisto che Bruxelles siglerebbe per inserire il farmaco Sputnik V tra il portafoglio di vaccini da distribuire in Europa. Una simile pressione era già stata esercitata dalla Cancelleria Angela Merkel durante l’ultimo Consiglio europeo di marzo. Una soluzione considerata utile a ridurre i tempi di potenziale consegna delle dosi non appena Sputnik V otterrà luce verde dall’EMA.
Tuttavia, è stata Stella Kyriakides, Commissaria Ue alla Salute, a ribadire ieri che che la Commissione non può procedere nella direzione desiderata da Malta e Germania, spiegando che l’Esecutivo Ue non potrà firmare un accordo di acquisto anticipato per un vaccino che è già immesso sul mercato (e già inoculato) e che, ad ogni modo, la capacità produttiva dell’istituto (il Gamaleya) che gestisce gli stabilimenti di Sputnik è molto limitata rispetto a quella che sarebbe la domanda di produzione in Ue e per l’Ue. È quanto riportato anche dal giornale Politico dopo lo scambio di informazioni con le fonti diplomatiche.
Alcuni Ministri della Salute hanno espresso frustrazione per il fatto che l’EMA non abbia emesso raccomandazioni più chiare per permettere ai Governi dell’Ue di orientarsi nella propria politica vaccinale, alimentando – così – la tendenza di alcuni (è il caso di Ungheria ed Austria e altri first mover) a continuare a prendere decisioni e strade autonome.
Cresce l’interesse per Sputnik
Sebbene il vaccino russo sia attualmente in fase di revisione progressiva da parte dell’EMA, il contesto di impellente urgenza, e a fronte del grave impatto della pandemia, sembra fare di Sputnik un’opzione interessante per un numero crescente di Paesi. L’Ungheria, ad esempio, ha già ricevuto mezzo milione di dosi, 200.000 quelle spedite in Slovacchia. Mosse che hanno scatenato controversie a livello politico. L’Austria di Sebastian Kurz si è detta interessata all’acquisto di 1 milione di dosi e si paventa, da parte dell’autorità di regolamentazione di Vienna, una rapida approvazione del vaccino russo. Anche il Presidente della Regione di Madrid ha cercato di eludere la posizione del governo centrale spagnolo per accedere in via autonoma a Sputnik.