Il ritorno sulla Luna

Così si vivrà sulla Luna in 16 “rifugi” (che “parlano” anche italiano)

Il progetto Artemis della Nasa prevede la possibilità di “soggiornare” nell’orbita lunare o sul satellite della Terra e partecipano anche aziende italiane

Così si vivrà sulla Luna in 16 “rifugi” (che “parlano” anche italiano)

Si potrà un giorno dormire e “soggiornare” sulla Luna? O nell’orbita del pianeta satellite della Terra? In attesa che i viaggi spaziali diventino realtà anche per eventuali turisti seguaci dei progetti del visionario Elon Musk, la Nasa pensa concretamente alla possibilità di creare moduli abitabili per gli astronauti in missione sulla Luna, per poter stare anche per periodi medio lunghi. Lo fa con il progetto Artemis, al quale partecipa anche l’Italia, fornendo idee per 16 “rifugi” lunari.

 

Uno “shelter lunare”

Letteralmente si tratta di creare uno "shelter", “rifugio” lunare. Nelle intenzioni dell’agenzia spaziale statunitense dovrebbe essere un modulo abitabile per gli astronauti in orbita. Dovrebbe servire come “riparo” in caso di emergenza e quindi dovrebbe poter ospitare i protagonisti delle future missioni sulla Luna. Dovrebbe anche essere in grado di permettere una permanenza più prolungata, in modo da offrire supporto anche alle attività di esplorazione più approfondite.

La “capsula” sarebbe pressurizzata e potrebbe avere una cupola vetrata. Oltre a garantire il “rifugio” agli astronauti, si punta a creare moduli da dedicare alle sperimentazioni vere e proprie. A completare il progetto ci sarebbero anche sistemi di trasporto per poter esplorare la superficie lunare e un rover automatizzato (come Perseverance su Marte) per la raccolta e il trasporto delle materie prime.

 

Un progetto che “parla” anche italiano

Al progetto Artemis partecipa anche l’Italia, con la Thales Alenia Space, joint venture tra la francese Thales e l’italiana Leonardo. Ad affidarle l’incarico di mettere a punto progetti ad hoc è stata l’Agenzia Spaziale Italiana, con un contratto per lo studio di fattibilità di 16 idee. In particolare, l’obiettivo è di progettare due moduli abitabili della stazione Gateway che resterà in orbita lunare, uno per il modulo di servizio della navicella americana Orion e un contributo per sviluppare il modulo lunare che permetterà agli astronauti di raggiunte il satellite della Terra.

 

La prima “casa” è in costruzione

Intanto è già in costruzione la prima “casa” per gli astronauti diretti in futuro sulla Luna e sta prendendo forma a Torino. Si chiama Halo (Habitation And Logistics Outpost) ed è il modulo lunare creato presso lo stabilimento Thales Alenia Space, che l’azienda sta realizzando per conto di Northrop Grumman. La prima saldatura è avvenuta a febbraio. Il suo lancio è pianificato al 2024 insieme al Power Propulsion Element PPE, come parte del programma Artemis della Nasa.

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