I nuovi orari

Coprifuoco, maggioranza divisa. Lega potrebbe non votare il decreto

Salvini in pressing, Pd in ordine sparso: Giani e Bonaccini d’accordo sulle 23, Zingaretti: “22 scelta giusta”. La ministra Gelmini: “Serve gradualità”

Coprifuoco, maggioranza divisa. Lega potrebbe non votare il decreto

Maggioranza di governo e partiti divisi sull’ipotesi di spostare il coprifuoco alle 23.00. Fronte comune, invece, nella Lega che fa quadrato intorno a Matteo Salvini e va in pressing sul governo per spostare l’orario di chiusura e i divieti di circolazione. Il segretario del Carroccio vuole l’estensione dell’orario e minaccia di non votare il nuovo decreto sulle misure che saranno in vigore da lunedì 26: “Spero che vengano accolte queste richieste, votare qualcosa che va contro l’utilità comune e il buon senso non mi va. Non me l’ha prescritto il dottore di votare per forza qualcosa di cui non sono convinto. Mi auguro che prima del Consiglio dei ministri si arrivi a una soluzione di buon senso”.

 

Già stamattina era intervenuto il presidente della Conferenza delle Regioni, il governatore leghista del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ufficializzando la posizione degli enti regionali: “C’è un’interlocuzione con il Governo, proponiamo di ampliare di un’ora, fino alle 23, per dare un minimo di respiro alle attività”. Uno dietro l’altro si sono fatti sentire gli altri governatori leghisti, con Luca Zaia del Veneto in testa. Sulla stessa linea Giovanni Toti, presidente della Liguria e fondatore di ‘Cambiamo’, ed Eugenio Giani, governatore del Partito democratico della Toscana: “Io sono per le 23”, ha dichiarato ai microfoni di Radio 1. 

 

“Nella logica per cui questi provvedimenti valgono fino al 31 luglio la possibilità di arrivare fino alle 23 per le nostre città d'arte, di turismo, non fa la differenza, però dà un senso di vita della città che noi dobbiamo auspicare”. Poco prima un altro maggiorente del Pd, il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, si era detto a favore del prolungamento di orario. Di diverso avviso, invece, l’ex segretario dem e governatore del Lazio, Nicola Zingaretti: “Ogni misura deve essere dentro una strategia organica. Se il Governo indica le 22, credo sia la scelta giusta”. 

 

Intanto, le pressioni leghiste per posticipare la chiusura serale generalizzata non sembrano fare breccia sul governo. Il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, pentastellato, assicura che “il coprifuoco rimane alle 22, come deciso dalla cabina di regia di venerdì scorso”. Maria Stella Gelmini, ministra azzurra degli Affari regionali, pensa piuttosto che “ci debba essere una gradualità. Abbiamo proposto le 22 perché abbiamo ascoltato il Cts e perché il ritorno alle regole normali deve essere graduale per evitare impennate del virus. 

 

Da parte del governo - ha ribadito – c’è la fiducia che il comportamento corretto delle persone ci porterà a passare gradualmente dalle 22, alle 23, alle 24 fino a togliere del tutto il coprifuoco”. Anche il sottosegretario alla Salute del M5S, Gianpaolo Sileri suggerisce cautela: “Aspetterei le prossime due settimane perché inevitabilmente le riaperture porteranno un aumento del numero dei contagi che verosimilmente saranno più frequenti nei soggetti giovani, quindi non andranno a interferire molto sul numero dei ricoveri”. Leu, il partito del ministro della Salute, continua sulla linea del rigore per evitare passi falsi e controproducenti e si schiera per le 22: “Difendere il primato della salute non è un atteggiamento ideologico. Le regole servono a riaprire in modo graduale per tornare alla normalità e non dover richiudere dopo dieci giorni”, è scritto in una nota. Il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, leghista, assicura che sulle riaperture della filiera turistica “dal Consiglio dei ministri ci saranno ulteriori chiarimenti e specificazioni”. Ma sono ore in cui si cerca una mediazione.

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