248 miliardi di euro di investimenti

Draghi alla Camera: “Nel Recovery Plan c’è il destino dell’Italia”

“Riusciremo ad attuare il Piano. Sono certo che onestà, intelligenza, gusto del futuro prevarranno sulla corruzione, la stupidità, gli interessi costituiti”

Draghi alla Camera: “Nel Recovery Plan c’è il destino dell’Italia”

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza non è solo “un insieme di progetti, di numeri, scadenze, obiettivi. Nell’insieme dei programmi c’è anche e soprattutto il destino del Paese”Mario Draghi presenta ufficialmente al Parlamento il Recovery Plan che Roma invierà a Bruxelles entro venerdì. E cerca di dare un’anima a previsioni e investimenti. Perché dentro ci sono “le vite degli italiani, le attese di chi ha sofferto la pandemia, l’aspirazione delle famiglie, le giuste rivendicazioni di chi non ha un lavoro o di chi ha dovuto chiudere la propria attività”, oltre all’ “ansia dei territori svantaggiati, la consapevolezza che l’ambiente va tutelato e rispettato”. Avverte che “ritardi, inefficienze e miopi visioni di parte peseranno sulle vite” di tutti, “soprattutto su quelle dei più deboli, e di figli e nipoti, e forse non ci sarà più tempo per porvi rimedio”. E’ un treno che sta passando ora, che impegnerà l’Italia nei prossimi anni. “A noi l’onere e l’onore”, afferma il presidente del Consiglio, “di preparare nel modo migliore l’Italia di domani”.

 

Il primo degli obiettivi “è riparare i danni della pandemia”. L’Italia - più “dei vicini europei” - è stata colpita, con “quasi 120 mila morti. Il Pil è caduto dell’8,7%, i giovani e le donne hanno sofferto di più il calo dell’occupazione”. Ma anche “l’accento sulle riforme è fondamentale” per garantire “efficacia e rapida attuazione degli investimenti. E superare le debolezze strutturali che per lungo tempo hanno rallentato la crescita e determinato livelli occupazionali insoddisfacenti, soprattutto per giovani donne”.

Draghi parla della riforma della pubblica amministrazione con anche la semplificazione in materia di “appalti pubblici”, di riforma fiscale, di quella della giustizia. “Il governo intende ridurre l’inaccettabile arretrato presente nelle aule dei tribunali e creare i presupposti per evitare che se ne formi di nuovo. Vogliamo ridurre i tempi dei processi del 40 per cento per il settore civile e almeno del 25 per cento per il penale”.

 

Il premier spiega la struttura del Piano, l’articolazione in quelle 6 missioni di cui ormai si parla da settimane, all’interno delle quali ciascuno progetto mira “ad affrontare tre nodi strutturali: colmare le disparità regionali tra il Mezzogiorno e il Centro Nord, le diseguaglianze di genere e i divari generazionali”. Tra “i principali beneficiari del piano ci saranno i giovani”. Perché “gli investimenti e le riforme sulla transizione ecologica creeranno principalmente occupazione” per loro.  I giovani beneficeranno anche di “misure per le infrastrutture sociali e le case popolari.” E in un prossimo “decreto, di imminente approvazione, sono previste altre risorse per aiutarli a contrarre un mutuo per acquistare casa. Sarà possibile non pagare un anticipo, grazie all'introduzione di una garanzia statale”. Poi l’attenzione alle famiglie: “l’assegno unico diventerà lo strumento centrale e onnicomprensivo” per sostenere quelle con figli, in sostituzione delle misure frammentarie fino ad oggi vigenti”.

Draghi si sofferma sugli interventi sociali del Piano. A partire dall’incremento “delle prestazioni per l’assistenza domiciliare. Fino a prendere in carico entro il 2026 il 10% delle persone sopra i 65 anni che necessitano di assistenza, oltre alle persone affette da patologia cronica. Obiettivo primario è offrire risposte ai problemi degli anziani”.

Attenzione focalizzata anche sul Sud Italia: più del 50 per cento del totale degli investimenti in infrastrutture - soprattutto alta velocità ferroviaria e sistema portuale - è diretto al Mezzogiorno. Oltre alle risorse dirette del Next Generation Eu - 191, 5 miliardi di euro, ci sono quelle del Piano nazionale complementare da 30, 6 miliardi per progetto coerenti con le strategie del Pnrr”. Complessivamente l’Italia disporrà di 248 miliardi. Perché “sono stati stanziati entro il 2032 ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche” che si aggiungono “al Fondo Sviluppo e Coesione e alle risorse del programma React-Eu”.

 

Draghi conferma che le “funzioni di monitoraggio, controllo e rendicontazione e i contatti con la Commissione Europea sono affidati al Ministero dell'Economia e delle Finanze” e la creazione della “cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio”. Assicura che “entro maggio” verrà presentato il “decreto” per “l’attuazione del Pnrr e del Piano complementare. E che non ci saranno tagli alle risorse per il Superbonus edilizio. D’altra parte questo è il Piano della svolta green, della virata del Paese, almeno secondo le previsioni, verso ecologia e ambiente. 

 

Il premier chiude le sue comunicazioni alla Camera dei Deputati ringraziando il “Parlamento per l’impulso politico”. Ha fiducia che “l’appello allo spirito repubblicano verrà ascoltato e che si tradurrà nella costruzione del nostro futuro”.  “Riusciremo ad attuare questo Piano”, dice. “Sono certo che l’onestà, l’intelligenza, il gusto del futuro prevarranno sulla corruzione, la stupidità, gli interessi costituiti. Non è “sconsiderato ottimismo, ma fiducia negli Italiani, nel mio popolo, nella nostra capacità di lavorare insieme quando l’emergenza ci chiama alla solidarietà e alla responsabilità”.

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