La tragedia del Mottarone

Funivia, oggi il risveglio di Eitan. Indagini sul guasto al freno

Corsa di solidarietà per il bambino di 5 anni, unico sopravvissuto. Oggi il graduale risveglio, non avrebbe danni neurologici al cervello. Medici ottimisti

Funivia, oggi il risveglio di Eitan. Indagini sul guasto al freno

La cautela è d’obbligo: le condizioni del piccolo Eitan, però, sembrano indurre un certo ottimismo nei medici dell’ospedale Regina Margherita di Torino dove il bambino di 5 anni, unico sopravvissuto alla strage della funivia di Stresa, è ricoverato e dove oggi potrebbe essere gradualmente svegliato dal coma farmacologico.

Intanto proseguono le indagini per accertare le responsabilità e le cause di quanto accaduto domenica sul monte Motterone, sul lago Maggiore.

A cedere è stata una delle funi, ma non sarebbe entrato in funzione il freno di emergenza.

L’impianto era stato revisionato completamente nel 2016 e in seguito era stato sottoposto ai controlli previsti dalle normative.

 

Le condizioni di Eitan

L'abbraccio del padre di Eitan, Amit Biran, morto nell’incidente alla funivia di Stresa, potrebbe essere stato determinante nel salvare la vita del suo bambino. Il piccolo risponde alle cure, come riferito dai medici dell’ospedale Regina Margherita di Torino, che oggi dovrebbero procedere con il graduale risveglio dalla sedazione farmacologica. La risonanza magnetica a cui è stato sottoposto lunedì non ha evidenziato danni neurologici, sia a livello cerebrale sia a livello del tronco encefalico. I sanitari, quindi, intendono iniziare oggi un lento e graduale risveglio.

 

La raccolta fondi

Intanto la Scuola ebraica della Comunità di Milano, dove lavorava il padre di Eitan, ha lanciato una raccolta fondi dal proprio account Facebook. Lo scopo è “sostenere la famiglia e il piccolo Eitan che ancora lotta per la vita. Mai come questa volta ogni piccolo contributo fa la differenza. Vi chiediamo quindi di partecipare e aiutarci ad assisterli in questi giorni di enorme tristezza" si legge sul social network.

 

Le indagini sulle cause

Oltre alla rottura del cavo, l'inchiesta della Procura di Verbania sta cercando di fare luce sui motivi per i quali non avrebbe funzionato il freno di emergenza della cabina. "Sono tutte supposizioni, ma credo ci sia stato un doppio problema: la rottura del cavo e il mancato funzionamento del freno di emergenza. Non sappiamo perché non si sia attivato, mentre nella cabina a valle ha funzionato" ha detto il responsabile provinciale del Soccorso alpino, Matteo Gasparini.

 "La mancata attivazione del freno ha fatto sì che la cabina, dopo la rottura del cavo, abbia preso velocità, iniziando a scendere, finendo così catapultata fuori dai cavi di sostegno". La chiamata di emergenza è stata lanciata, intorno alle 12.15, da una persona che si trovava in zona e che ha assistito alla caduta della cabina della funivia, avvenuta un centinaio di metri a valle della stazione che sorge sulla cima del Mottarone, a 1492 metri di quota.  

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