G7 in Cornovaglia

G7, incontro Draghi-Biden: “Piena sintonia”. Oggi la chiusura

Ultimo giorno di lavori, focus sulla pandemia. Ieri bilaterali e piano per una task force anti-Cina. Attenzione anche alla “guerra delle salsicce”

G7, incontro Draghi-Biden: “Piena sintonia”. Oggi la chiusura

Oggi è l’ultimo dei tre giorni di summit a Carbis Bay, in Cornovaglia, dove il G7 si dedica al tema della salute e della pandemia, con Mario Draghi che sarà “lead speaker” dell’ultima sessione (dopo aver aperto la prima sulla ripresa economica), dedicata ai cambiamenti climatici.

Il premier ieri ha avuto un incontro bilaterale con il Presidente degli Usa, Joe Biden, durato circa mezz’ora e all’insegna della sintonia.

 

Draghi conferma l’atlantismo italiano

"È andato molto bene". A dichiararlo, al termine dell’incontro con il presidente Usa, Joe Biden, è stato lo stesso Mario Draghi, che ha chiarito: “Sin dalla formazione del governo sono stato molto chiaro che i due pilastri della politica estera italiana sono l'europeismo e l'atlantismo. Con Biden siamo d'accordo su molti temi: donne, giovani, difesa degli ultimi, diritti umani, diritti civili, diritti sociali e tutela dell'ambiente che è il tema chiave della nostra presidenza del G20".

 

"Il quadro politico italiano cambia spesso - ha detto il premier - ma certe cose come la nostra profonda alleanza con gli Usa non cambiano mai". La Casa Bianca ha confermato la volontà di cooperare per superare la pandemia e ha mostrato "apprezzamento per il sostegno dell'Italia alla pace e la sicurezza" in Afghanistan.

 

Il nodo irlandese e la “guerra delle salsicce”

Il secondo giorno di lavori è stato dedicato alla geopolitica e ai dossier Cina e Russia, ma senza dimenticare il nodo irlandese, che preoccupa anche il Presidente Usa, Joe Biden, di origini irlandesi. Si tratta di una delle conseguenze del post Brexit e riguarda l'attuazione dello spinoso protocollo sull'Irlanda del Nord, discusso dal premier britannico, Boris Johnson, nei colloqui bilaterali con i vertici dell'Unione europea, Charles Michel e Ursula von der Leyen, e poi nei faccia a faccia con la cancelliera tedesca Angela Merkel, e con il presidente francese, Emmanuel Macron. C’è già di parla di “guerra delle salsicce”, con Bruxelles che ritiene che Londra non abbia attuato una parte degli accordi sottoscritti faticosamente per l’uscita del Regno Unito dall’Ue, mentre Downing Street sostiene che occorre maggiore flessibilità nell’interpretare alcuni specifici punti.

 

Una delle quelle questioni aperte riguarda proprio il passaggio interno delle carni refrigerate e delle salsicce fra il resto del Regno e l'Irlanda del Nord, che il Governo britannico vorrebbe gestire in modo autonomo, sottraendolo ai controlli Ue nel settore alimentare, mantenendo l'Ulster nel mercato interno europeo. L’obiettivo di Bruxelles è infatti di lasciare aperta la frontiera fra Dublino e Belfast, rispettando lo storico accordo di pace irlandese del Venerdì Santo del 1998.


"L'accordo del Venerdì Santo e la pace sull'isola d'Irlanda - tagliano corto in un tweet diffuso a quattro mani Michel e von der Leyen - sono di primaria importanza. Abbiamo negoziato un protocollo che lo preserva, firmato e ratificato da Ue e Regno Unito. Vogliamo le migliori relazioni possibili, ma entrambe le parti devono attuare ciò che è stato concordato. Su questo c'è piena unità dell'Ue".

 

La risposta del Governo britannico è stata prima improntata alla volontà di raggiungere un “compromesso da tutte le parti", poi però stesso Johnson, intervistato da Sky News, ha citato l'articolo 16, cioè la clausola di salvaguardia destinata a sospendere il protocollo in caso di rischio di "gravi difficoltà economiche, sociali o ambientali" per i nordirlandesi, minacciando di farvi ricorso unilateralmente e "senza esitare".

 

La task force “anti Via della Seta” cinese

Altro tema caldo è stata la Cina, con il Presidente Usa, Joe Biden, che si è trovato in sintonia con quello britannico, Boris Johnson, e con il premier canadese, Justin Trudeau, nel sollecitare misure più dure per arginare Pechino.

 

Posizioni più caute sono invece state sostenute da Mario Draghi e Angela Merkel, che avrebbe proposto una task force per affrontare i temi del clima e degli scambi commerciali. Secondo fonti dell'amministrazione americana c'è stata una "discussione interessante con delle differenze di opinione".

 

La soluzione dovrebbe essere, come spiegato in una nota della Casa Bianca, piano “anti Via della Seta cinese”, "con alti standard e trasparente”, che dovrebbe chiamarsi Build Back Better World (B3W).

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