“È possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino anti-Sars.Cov-2/Covid-19 nei soggetti con pregressa infezione da Sars-Cov-2 (decorsa in maniera sintomatica o asintomatica), purché la vaccinazione venga eseguita preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa e comunque non oltre 12 mesi dalla guarigione”.
A stabilirlo è la tanto attesa circolare sull’Aggiornamento indicazioni sulla Vaccinazione dei soggetti che hanno avuto un’infezione da Sars-Cov-2’ del ministero della Salute.
A firmarla è stato direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza.
Il vaccino ai guariti: quanto e quando
La circolare firmata da Gianni Rezza raccomanda, dunque, un’unica dose per i guariti, ma sconsiglia test sugli anticorpi prima della vaccinazione. Pone, però, alcune limitazioni, come per esempio il fatto che “la vaccinazione venga eseguita preferibilmente entro i sei mesi dalla stessa e comunque non oltre 12 mesi dalla guarigione”.
No ai test anticorpali
Un’altra indicazione riguarda, invece, i test sugli anticorpi prima del vaccino. Nel testo, firmato dal direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, si fa riferimento alle indicazioni degli esperti dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che non raccomandano, "ai fini del processo decisionale vaccinale", l'esecuzione di test sierologici "volti a individuare la risposta anticorpale nei confronti del virus".
Doppia dose solo per gli immunodepressi
Se per i soggetti in buone condizioni di salute è prevista una sola dose di vaccino, diverso il discorso per gli immunodepressi, per i quali le indicazioni sono di una doppia dose, nonostante la guarigione da Covid19. Per quanto riguarda i soggetti con condizioni di immunodeficienza – si legge nella circolare - "primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici, in caso di pregressa infezione da coronavirus, resta valida la raccomandazione di proseguire con la schedula vaccinale completa prevista" ossia le due dosi di vaccino.
Sileri: “Allungamento dei tempi di copertura”
"Come da me richiesto da tempo, anche in ragione della durata anticorpale nei soggetti che hanno contratto e superato il virus, si allunga il periodo entro il quale le persone guarite potranno essere vaccinate: 12 mesi e non più l'intervallo 3-6 mesi". Così il sottosegretario alla Salute, Piepaolo Sileri ha motivato la decisione di allungare i tempi per la somministrazione della vaccinazione nelle persone che hanno contratto la malattia Covid e sono guarite.