emergenza umanitaria

Afghanistan, Macron e Johnson per una “safety zone” di evacuazione

Francia e Regno Unito premono per un accordo con i talebani per creare una zona di evacuazione protetta. Oggi la proposta all’Onu. Dialogo Cina-Usa

Afghanistan, Macron e Johnson per una “safety zone” di evacuazione

I dialoghi bilaterali sono proseguiti in modo serrato nelle scorse ore e oggi la proposta di Parigi e Londra arriverà sul tavolo del consiglio di Sicurezza nelle Nazioni Unite.

L’idea è quella di istituire una “safaty zone” da adibire alle evacuazioni sicure, anche dopo la scadenza del termine del 31 agosto, ribadita invece come deadline dal Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.

 

Oggi il piano Francia-Regno Unito all’Onu

L’appuntamento è per oggi quando, a 24 ore dalla data di fine evacuazioni del 31 agosto (per gli Usa, visto che gli altri Paesi hanno terminato i ponti aerei), Francia e Regno Unito presenteranno al Consiglio di sicurezza dell’Onu di istituire una “zona sicura” a Kabul, protetta dalle stesse Nazioni Unite, con i caschi blu o bianchi.

L’obiettivo del presidente francese, Emmanuel Macron, e del premier britannico, Boris Johnson, è quello di trovare una soluzione che permetta di continuare a trasferire cittadini afghani e non solo dal Paese”.

È un progetto totalmente realizzabile, ho buone speranze che possa andare a buon fine, non vedo chi si possa opporre alla messa in sicurezza di operazioni umanitarie” ha spiegato Emmanuel Macron, che si trova in Iraq, anticipando l’idea al Journal du Dimanche.

Il Regno Unito sembrerebbe d’accordo, anche se manca una conferma ufficiale e una fonte governativa citata dal Guardian avrebbe definito i piani “prematuri”, spiegando: “Non siamo ancora a quel punto”.

Il progetto, comunque, sarà esaminato oggi, nella prima riunione, convocata dal Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, dopo la presa del potere in Afghanistan da parte dei talebani e soprattutto dopo il precipitare della situazione con l’attacco all’aeroporto di Kabul di giovedì scorso e la risposta americana con i raid.

 

Usa e Cina: il tentativo di dialogo

Oltre alla difficoltà di trovare una soluzione alla crisi afghana e alla gestione umanitaria della svolta nel Paese asiatico, a New York si tenterà una mediazione tra Usa e Cina. Washinton ha deciso per la linea dura, dopo l’attentato a Kabul costato la vita, tra l’altro, a 13 marines, mentre Pechino sembrerebbe propendere per il dialogo con i talebani”.

Le discussioni in merito sono comunque già state avviate tanto che c’è stata una telefonata, nelle scorse ore, tra il ministro degli Esteri, Wang Yi, e il segretario di Stato Usa, Antony Blinken.

Secondo i media cinesi, gli Usa “dovrebbero aiutare l’Afghanistan a combattere il terrorismo”.

Il dialogo con i talebani, intanto, sarebbe stato avviato anche da Parigi autonomamente, per “proteggere e rimpatriare gli afghani a rischio oltre il 31 agosto”, come spiegato da alcune fonti.

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