Girone nerazzurro

Stavolta l’Inter prova a non uscire già ai gironi di Champions

Il Real Madrid è il solito osso durissimo, ma anche lo Shaktar di De Zerbi e la sorpresa Sheriff possono essere molto pericolose per Inzaghi e i suoi

Stavolta l’Inter prova a non uscire già ai gironi di Champions

La stagione è ormai iniziata per le italiane, ma alcune di loro non se la vedranno solo con le insidie del campionato, am ovviamente anche quelle europee. Come l’Inter, che dovrà cercare di buttare giù il tabù Champions League, dopo non aver mai superato i gironi negli ultimi due anni. La squadra nerazzurra consonate l’importante crescita tecnica e organica, non ha saputo stupire nella competizione più ambiziosa d’Europa. Questo può essere l’anno giusto, ma la sorte ha voluto che si ritrovassero 2/3 delle squadre affrontate anche nella passata stagione: il Real Madrid di Ancelotti, lo Shakhtar Donetsk di De Zerbi e la sorpresa Sheriff. Team alla portata, ma che nascondono tante insidie, soprattutto quando si scendere in campo al Bernabeu. Deve essere l’anno di riscatto in coppa europea. 

 

Le squadre del girone nerazzurro:

Real Madrid:

Che dire dei “Blancos”? Indubbiamente la favorita a vincere il girone, per la sua storia, ma anche per il tasso tecnico, mai indifferente. Soprattutto se si dovesse aggiungere un certo Mbappé, che porterebbe il livello della squadra su un gradino molto più alto.

Sì perché nonostante il nome degli spagnoli non si possa infangare, le loro ultime stagioni non sono state brillanti, con due uscite agli ottavi di finale. La partenza di un pilastro come Varane e il capitano Ramos ha creato dei buchi non indifferenti in difesa che rende il Real più vulnerabile se viene attaccato.

Una sfida sempre affascinante, che con l’aggiunta del maestro Ancelotti potrà aumentare il livello d’interesse generale, soprattutto da parte dei suoi sostenitori milanisti. È il momento che Inzaghi tiri fuori la grinta per affrontare a buon livello anche le big d’Europa, ancora viste troppo avanti in confronti alle nostre grandi. 

 

Shakhtar Donetsk:

Una squadra sempre ostica da affrontare in Champions League, notoriamente se alla guida vi è un enciclopedia del bel gioco come De Zerbi. Un gruppo abituato ad affrontare le coppe europee, portando diversi a problemi a tutti tipi di avversari. L’arrivo del tecnico italiano ha alzato il livello della qualità e curato i dettagli nelle giocate decisive. Come ha dimostrato nel doppio incontro con il Monaco per qualificarsi ai gironi.

Vengono esaltate molto le capacita dei singoli nel trattamento del pallone, che viene sempre gestito in maniera veloce e inesauribile. Un continuo paleggio accurato, che mette in difficoltà, soprattuto fisicamente, le squadre che pressano molto. I giocatori da temere maggiormente sono le due ali, veloci e tecniche, Mudryk e Pedrinho, capaci di immergere in una fossa chiunque venga puntato. La punta, ex Lione, Traoré è il fiore all’occhiello di una fase offensiva molto massiccia e difficile da trattenere. Un avversario che non sarà assolutamente semplice da affrontare. 

Il tecnico ex neroverde vuole dimostrare che la sua scelta di voler assolutamente tentare l'esperienza europea sia una risposta a tutti quelli che lo hanno criticato per la scelta di allenare in un campionato minore rispetto alla Serie A. Inzaghi lo conosce, lo ha sofferto, ma dovrà sopprimerlo dal suo percorso.

 

Sheriff:

È indubbiamente la sorpresa di questa Champions League, dopo anni attraversati tra campionato moldavo e qualificazioni non superate. Una squadra che da subito ha mostrato i avere qualcosa di speciale, nonostante sia la cenerentola di un girone davvero tosto.

Capaci, senza subire alcune goal e segnandone tre,  di eliminare nel playoff la Dinamo Zagabria grazie al pareggio in Croazia dopo il 3-0 in casa. Un team giovane, nato nel 1997, ma da subito dominante nel campionato nazionale, vincendo 19 trofei su 21 partecipazioni. Uno score importante, che finalmente gli ha fruttato la possibilità di fare trasferte anche su campi leggendari come il Bernabeu e San Siro.

Soprattutto se il confronto va fatto con il loro terreno di gioco, dalla capienza media di  13.300 tifosi, ma considerato da tutti un patrimonio della città. L'idolo dei tifosi e giocatore chiave della rosa è Traorè, che ha subito iniziato la sua stagione a livelli da top. Partendo dalla doppietta segnata nel 3-0 con la Dinamo che ha fatto la storia.

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